Il dibattito. Braccio di ferro tra Margherita e Ds sulle candidature per le prossime elezioni amministrative
Moretton: «Il raggruppamento unico è valido solo per le europee»
Precedenza a "Intesa democratica", ma senza arrivare, alle prossime provinciali, con una lista unitaria. La posizione della Margherita è stata esplicitata, nel corso del congresso di ieri, sia dal coordinatore provinciale, Antonio Ius, sia dal vice presidente della Giunta, Gianfranco Moretton. Una risposta in diretta alla richiesta di un raggruppamento unico dell'Ulivo avanzata da Fabrizio Venier, dei Democratici di sinistra, che aveva guardato con favore all'operazione.
Il dialogo tra Quercia e Margherita è stato di effervescenza nella botanica della politica. «Non ci devono essere tra noi atteggiamenti di corsa all'egemonia - ha sostenuto Venier nell'indirizzo di saluto - e alle amministrative della prossima primavera dobbiamo avanzare con coraggio un progetto riformatore». Venier ha denunciato il «ritardo nella candidatura alla presidenza della Provincia, che deve essere definita entro dicembre». Un termine, nelle intenzioni dei diessini, che è già slittato rispetto alle aspettative del partito. Secca la replica dei centristi. «I Ds - ha risposto Moretton - presentano con troppo anticipo i loro candidati sindaco in tutti i Comuni dove si andrà a votare». Calma e gesso, quindi, a partire dal metodo di presentazione: «La lista unitaria - ha detto Moretton - è una prova che vale per le elezioni europee, non per quelle provinciali».
D'accordo Ds e Margherita sul ruolo dei partiti. «A volte - ha polemizzato Venier - ci vengono fatte lezioni da parte di chi prende decisioni in piccole sale. I partiti devono continuare a svolgere il proprio ruolo, perché sono i luoghi dove si fa la politica».
Energico anche l'intervento di Mario Puiatti, dei Verdi colomba, candidato alle provinciali da quest'ultimo partito. «La scelta della presidenza della Provincia - ha rimarcato - va fatta in maniera diversa rispetto a quella del collegio parlamentare di Trieste, dove gli elettori, ad eccezione della candidata riformatrice, si sono trovati a scegliere tra un candidato curiale e uno dello stesso stampo. Non vorrei che succedesse la stessa cosa a Pordenone se, ad esempio, venisse candidato Maurizio Salvador».
Un "no" secco all'esponente che apparteneva a Forza Italia, che si aggiunge ai "paletti" posti da Gianluigi Bettoli di Rifondazione comunista. «Non è obbligatorio - ha affermato - che i candidati di Intesa democratica siano industriali. Ci sono operai e impiegati che hanno le stesse capacità di poter rappresentare la coalizione».
La comune matrice democristiana è stata invece sottolineata da Roberto Freschi, segretario politico di "Vivo Pordenone", il quale ha parlato della Dc come «di un grande partito. Un'esperienza che ci dovrebbe insegnare - ha sottolineato Freschi - a fare più politica e meno tattica». No alla lista unitaria del centro-sinistra anche da parte di Valentino Grizzo, del partito dei comunisti italiani, mentre Rosanna Rovere, segretaria provinciale dello Sdi, ha rimarcato la collaborazione avviata in occasione delle consultazioni regionali.
Hanno portato il loro saluto pure Stefano Santarossa, dei radicali italiani, «che per la prima volta sono stati invitati ad un congresso della Margherita», e Luciano Clarizia, presidente dell'Udeur.
Articolato il dibattito interno, con l'intervento dei consiglieri regionali Daniele Gerolin e Paolo Santin e di molti amministratori, tra i quali il sindaco di Roveredo in Piano, Danilo Del Piero.