Dopo la larghissima affermazione del candidato di Intesa democratica, la coalizione della Casa delle libertà si interroga sulle ragioni della sconfitta
Bucci e Piero Camber: «Codarin non l'abbiamo voluto noi». E nessuno prende le difese di Antonione attaccato da Lippi
Qualcuno suggerisce di rivedere le strategie e di cominciare già a pensare a un nome da spendere per le amministrative del 2006
Aprire un tavolo di discussione. Ritrovare il contatto con la gente. Decidere quale atteggiamento tenere nei confronti della giunta regionale guidata da Riccardo Illy. Superare gli attriti interni alla coalizione. Guardare al bacino dei giovani da avviare alla politica...
All'indomani della sconfitta piombata sulla Casa delle Libertà, la parola d'ordine è strategia. Intanto la coalizione prova a raccogliere i cocci di un morale frantumato da quel 65,05% di voti con cui Ettore Rosato di Intesa Democratica è stato eletto parlamentare doppiando Renzo Codarin, forzista rimasto al palo del 29,25%. Ma il lutto non è stato ancora elaborato. E per i siluri post-voto tra amici e alleati resta ancora spazio. Sentite l'assessore comunale e coordinatore provinciale forzitalico Maurizio Bucci: «Codarin è stato fortemente voluto dal sindaco Dipiazza, che è andato a Roma per indicarlo ai vertici di Fi. Noi abbiamo rispettato molto precisamente le indicazioni che dalla capitale sono giunte». Punto. E tanto per finire, nessuna difesa d'ufficio del sottosegretario azzurro Roberto Antonione accusato dal presidente provinciale di An Paris Lippi di «non remare proprio a favore della CdL». «Non scendo in polemica», taglia corto Bucci: «Antonione è stato eletto nel collegio di Gorizia, e lavora a livello internazionale». Lontano da Trieste, insomma. Dice di una campagna elettorale male impostata l'azzurro Piero Camber, secondo il quale «senza dare giudizi negativi sulla persona, Codarin rappresentava un po' il passato, Rosato il presente: mi viene in mente la sfida Illy-Staffieri nel 1993... C'era, anche allora, desiderio di nuovo».
E dunque l'astensionismo, certo. La campagna partita con un ritardo che sembrava studiato a tavolino, sicuro. E sì, anche l'aver erroneamente giocato alla «clonazione» dei candidati anziché a una differenziazione netta... Ma basta questo a motivare la sconfitta? Non basta. «Bisogna mettersi subito tutti a un tavolo e parlare, analizzare, discutere», dice per l'Udc Edoardo Sasco.
Perché la realtà è che «quando perdi con 36 punti di scarto il dato è strutturale», ribadisce l'azzurro Bruno Marini: «Significa che è stato un voto politico legato alla situazione nazionale, e significa che l'onda lunga di Illy è pesante». Già, perché Intesa Democratica stavolta ha vinto anche senza Illy candidato in prima persona.
Allora, ragiona Marini, il problema è che «come Forza Italia, ma anche come CdL in generale, qui a Trieste difettiamo totalmente di una strategia che ci porti a pianificare il percorso da fare a medio-lungo termine». Un percorso che porti dritto alle amministrative del 2006. Perché al voto per il Municipio si inizia già a pensare tra gli azzurri (e non solo), dando per assodato - con Marini - che «ragionevolmente sarà Ettore Rosato il candidato sindaco di Intesa democratica». Per questo, prosegue Marini, «dobbiamo cominciare già ora a riflettere sul modo in cui muoverci. Il mio non è certo un attacco a Dipiazza, ma dico: vogliamo ragionare su una sua riconferma? Dovremo rilanciare al meglio l'attività amministrativa, puntando molto sulla comunicazione. Vogliamo scommettere su un altro cavallo? La strategia sarà un'altra».
An, con Lippi, frena decisa («Parlare di nuovi candidati sindaci adesso? Lo trovo un po' particolare, significherebbe svilire il lavoro che comunque è stato fatto»). Il fatto è che molti, in Forza Italia, pensano a quel rebus che di nome fa Roberto Antonione, ex coordinatore nazionale azzurro, sottosegretario agli Esteri che da qualche mese si concede incursioni triestine sempre piuttosto critiche verso i forzisti nostrani. E su vari temi si mostra, al contempo, «istituzionalmente» un po' troppo vicino a Riccardo Illy. Per tutto questo in corso Saba e dintorni Antonione è visto con un certo sospetto. Chissà che cosa (e con chi) vorrà fare di qui al 2006, e oltre?
Paola Bolis