L'eurodeputato Turco visita via Spalato: la situazione non è tra le peggiori
Un giudizio che, senza infamia né lode, promuove il carcere di Udine. E gli fa superare l' "ispezione" dei radicali, guidati dall'europarlamentare Maurizio Turco e dal responsabile regionale Gianfranco Leonarduzzi, a caccia di violazioni dei diritti civili tra i detenuti d'Italia.
Radicali che, dal mese prossimo, raccoglieranno le firme per le 25 proposte di legge su liberalizzazione della droga e giustizia, anche tra i detenuti di via Spalato. Si è sorpreso anche Turco, presidente del gruppo di Emma Bonino al Parlamento di Bruxelles, e impegnato in questi mesi nel monitoraggio degli istituti penitenziari italiani, abituato com'è a denunciare giornalmente «gravi carenze, abusi e violazioni - dice - nelle galere del nostro paese». Eppure, alla fine del giro udinese, l'euro-onorevole non si è sentito di bocciare il nostro carcere che, ha detto, «pur affollato, è sicuramente uno dei più dignitosi che ho visto, con un buon rapporto tra detenuti e direzione, con una discreta infermeria e senza problemi religiosi o violenze razziali al suo interno». Affollato perché, secondo i dati forniti dai radicali dopo la visita, «oggi in via Spalato sono rinchiuse 184 persone, di cui 22 sono donne - ha spiegato Turco - su un tetto di 170 di capienza». Cifre da migliorare, ma «imparagonabili in senso positivo a carceri come quelle romane - ha spiegato - e buone anche rispetto alla stessa Pordenone, dove l'eccesso è di circa 20 persone su 70». Metà dei detenuti rinchiusi a Udine sono stranieri, alcuni di religione islamica, «ma non mi sono stati segnalati problemi - ha continuato Turco - mentre manca il lavoro interno, che sarebbe previsto per legge, e uno spazio per i figli dei detenuti, come invece c'è a Trieste, per le visite ai genitori». L'ispezione radicale è servita anche a lanciare un appello al Parlamento, per una «immediata liberalizzazione delle droghe - ha detto Turco - il reato più comune anche a Udine, dal quale derivano i fondi su cui si costruisce il terrorismo internazionale». Droga che porta con sé, in questo caso, anche problemi legati all'Aids: «Le condizioni di vita dei sieropositivi, qui - ha concluso Turco - sono accettabili, così come per i malati di Aids. Sarebbe bene che il Sert fornisse il servizio dall'interno, ma forse Udine ha un carcere troppo piccolo». L'appuntamento per altre verifiche radicali al prossimo anno.
Tommaso Cerno