PORDENONE. L'associazione dei Radicali friulani si è costituita uffcialmente ieri a Pordenone alla presenza di un ospite illustre come l'ex presidente della Regione Renzo Tondo, che non ha nascosto di condividere alcuni dei princípi che ispirano il neonato movimento. Primi fra tutti quelli che si distaccano dalle consuete logiche di partito. «Mi sono iscritto ai radicali italini alla fine di un percorso amministrativo importante - ha affermato Tondo - quando sono passato da un momento in cui è prevalsa l'etica della responsabilità, con mediazioni anche dure da digerire, a quello in cui è emersa la volontà di rinconquistare più spazi per la libertà individuale». Tenendo presente che spesso «nel centro destra e nel centro sinistra bisogna rispondere a necessità di appartenenza legittime, ma limitanti - ha detto l'ex presidente - perché si tratta di coalizioni in cui prevale la ragion di stato. Ma la libertà che il sistema pubblico comprime può trovare spazio nel consorzio dei radicali». Il cui programma è stato presentato ieri dal nuovo presidente Stefano Santarossa che ha affermato: «Vogliamo una regione americana».
Molte le carte su cui si punterà in futuro. «Inizieremo una campagna - ha annunciato il presidente - per trasformare il sistema elettorale regionale in uninominale maggioritario. I cittadini dovranno scegliere direttamente il presidente e i consiglieri». Un innovazione che va affiancata alla riforma dei referendum. «Le consultazioni popolari - ha detto Santarossa - devono essere abrogative e propositive. Inoltre va ridefinito il quorum e vanno portate da 30.000 a 20.000 le firme per indire i referenudm». Ma nella ricetta dei radicali c'è anche altro. «E'impossibile dimenticare - ha affermato Santarossa - il decreto con cui la Lega Nord nella precedente legislatura regionale ha previsto contributi solo per i figli nati nelle famiglie regolarmente costituite. Ricordo solo che in Croazia sono state da poco riconosciute le coppie di omosessuali». Ma sarà necessario anche allargare l'associazione dalla base. «Va rinnovata - ha ammesso il presidente - la rete dei militanti attivi».
Alessandro Sellan