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Renzo: «Che sbaglio il referendum...»

Testo: 

A Pordenone il predecessore di Illy parla da tesserato al congresso dei Radicali del Friuli Venezia Giulia

RITORNO ALLA POLITICA
«Avrei dovuto dare ascolto a Capezzone quando mi disse che sul quesito sulla legge elettorale mi sarei giocato la candidatura alla presidenza»

PORDENONE Un amarcord tra «ex» eccellenti, tutti assieme per dare uno scossone alla politica regionale. A Pordenone, all'assemblea dei Radicali del Friuli Venezia Giulia, si ritrovano l'ex presidente della Regione Renzo Tondo, l'ex consigliere regionale azzurro (e fedelissimo di Tondo) Franco Dal Mas, e l'ex consigliere dei Verdi Mario Puiatti. Tondo li chiama «colleghi» e precisa «sì, perché siamo stati consiglieri regionali e non lo siamo più». Poi i tre escono per un caffè (Illy, naturalmente) e al gruppetto si aggiunge il neoconsigliere azzurro Antonio Pedicini: discutono fitto fitto. Ma Tondo, quello che doveva dire, l'aveva già detto. Polo e pantaloni beige, il carnico arriva all'hotel Moderno di Pordenone, dove si tiene il congresso, alle 12.30, aspetta il suo turno, e interviene come iscritto ai Radicali friulani. La tessera l'ha presa alcune settimane fa, quando ha realizzato che occorre «dare uno scrollone, e forte, alla politica italiana, dopo un periodo nel quale ha prevalso l'etica della responsabilità che ha portato anche a delle mediazioni con cattivo sapore, ma da digerire ugualmente». Ora Tondo assapora la «libertà di conquistare spazi individuali, visto che prima ero costretto ad accettare anche cose che non volevo». Mantiene i suoi distinguo («sono critico rispetto all'eccesso referendario») e svela un vecchio annedoto: «Daniele Capezzone (segretario nazionale dei Radicali, ndr), a due mesi dal referendum confermativo dello scorso ottobre, mi disse che la bocciatura della legge elettorale regionale avrebbe compromesso la mai candidatura alla presidenza della Regione. Fui sciocco a non cogliere quel suggerimento: quella legge è stato uno degli errori più clamorosi».
Tondo è rimasto fuori dal Consiglio regionale, ma non dalla scena politica: «Mi sarebbe piaciuto fare il governatore, ma ho superato il momento e vivo sereno». Nell'intervento davanti ai radicali non cita Illy, poi si lascia andare: «È presto per dare un giudizio sull'operato del neopresidente, voglio aspettare i fatti. All'inizio ho dato un giudizio positivo sulla rappresentanza territoriale e negativo sull'assetto di giunta che dimostra una scarsa conoscenza della macchina regionale: ci sono assessori che hanno anche sei deleghe, altri una. Ma aspetto i fatti».
Alessandra Guerra, che lo ha accusato delle forti perdite della Cdl in Carnia? Quasi non la considera: «È tempo perso - spiega Tondo - non ho alcuna volontà di parlare di lei né con lei. Quei 51 mila voti persi? Se fossi tanto forte da spostare una così grande massa di voti, dovrei fare il presidente del Consiglio e non della Regione».
L'ex presidente si augura che Forza Italia superi il commissariamento e guarda avanti: «Ho una vita personale che deriva anche dall'essere fuori dalla politica. Però se qualcuno pensa che questa serenità sia un chiamarmi fuori, si sbaglia. Continuerò a cercare di cambiare la situazione, che oggi è abbastanza desolante. Resto nel Centrodestra: mi pare abbia un tasso di libertà superiore al Centrosinistra».
Al congresso radicale, prima di Tondo erano intervenuti Puiatti e Dal Mas («Il listino è una cosa indecente. Bruno Malattia, per esempio, non ha alcuna rappresentanza elettorale») e la rappresentante dei Radicali di Trieste e Gorizia, Cristina Sponza: «Oggi vanno di moda i non politici, occorre essere i più ambugui possibile. Il governo di Illy non è costituito su basi solide, è un fritto misto».
Infine le cariche sociali dei Radicali del Fvg: il pordenonese Stefano Santarossa è stato eletto presidente regionale, l'udinese Giulio Menossi tesoriere; entro 15 giorni la nomina della direzione politica.
e.l.

Data: 
Domenica, 6 July, 2003
Autore: 
Fonte: 
IL PICCOLO - Regione
Stampa e regime: 
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