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«Sulle elezioni l'incognita dei ricorsi»

Testo: 

Oggi si pronuncerà la Corte di appello di Trieste, ma ci potrebbero essere altri strascichi con ricorsi al Tar oppure impugnazioni del risultato finale
Ciriani: gli sconfitti proveranno a impugnare il risultato. La Regione non ha responsabilità

UDINE. Elezioni nella bufera. Oggi si pronuncerà la Corte d'Appello di Trieste, ma potrebbero esserci altri strascichi, con ricorsi al Tar, o impugnazioni dello stesso risultato finale. «Ora le elezioni sono a rischio, perché chiunque perda proverà a far ricorso. La Regione comunque non c'entra in questa storia, anzi ufficialmente ha informazioni solo dalla stampa. Il problema è degli uffici giudiziari», dichiara Luca Ciriani, assessore alle Autonomie locali.
L'assessore prende prende comunque le distanze dal pateracchio legato alla prima applicazione del Tatarellum.
Come noto, nel caso è previsto un numero di firme inferiore anche della metà a quello minimo, e la presentazione delle liste dal 26° al 30° giorno (riaprendo quindi i giochi sino a oggi). Gli uffici regionali avevano deciso per l'inapplicabilità di queste misure, essendo stato il Tatarellum già utilizzato in altre Regioni. Ma il ricorso di Marco De Agostini (Movimento Friuli) accolto dai Tribunali di Udine e Pordenone si pone come un precedente inappellabile.
Perciò oggi la Corte d'Appello di Trieste accoglierà quasi certamente l'appello di Roberto Visentin (Mitteleuropa), che si era visto dar torto a Gorizia, e terrà per buona qualsiasi documentazione aggiuntiva prodotta. Ci contano orami Pdci, Udeur, MF, Bella Italia, impegnati a raccogliere le firme nelle circoscrizioni dov'erano rimasti sotto il minimo (tanto più che ne basterebbe la metà).
«La confusione, lo ripeto ancora, non è derivata da motivi riconducibili alla Regione, ma a interpretazioni contraddittorie dei tribunali. Possiamo solo prenderne atto", conclude l'assessore Ciriani.
«Queste sono le scemenze di chi sino a ieri non sapeva nemmeno con quale legge andava a votare alle regionali. In quanto al danno, c'è se non si ammettono delle liste, non il contrario», tuona indignato il leader del Movimento Friuli, Marco De Agostini. «E al di là delle macroscopiche incompetenze, che dovrebbero portare a una verifica sul comportamento dell'assessore e degli uffici - dichiara ancora - la verità è che evidentemente non si volevano nuovi concorrenti».
«Esisteva un preciso impegno a raccogliere firme per noi messo nero su bianco dai vari Russo, Rosso, Menia, Collino, la Guerra, Zoppolato. Il 40 per cento le garantiva Forza Italia, il 20 per cento Alleanza nazionale, eccetera. Soltanto l'Udc ci aveva informati che non avrebbe potuti aiutare. Bene, si sappia che di firme ne sono arrivate zero. E il commissario degli azzurri Paolo Russo ha riferito che le firme le aveva, ma che se non correvamo con Franz le avrebbe smarrite. Gli ho risposto che a queste ho riattaccato», continua, scatenato, De Agostini.
«Non so se in Carnia ce la farò, senza consiglieri, e con sole tre persone che girano in auto. Ma ho avvisato il Pdci che poteva ancora raccogliere firme nell'Alto Friuli: se servirà, sono contento del servizio fatto alla democrazia, non a una parte politica», conclude.
Gli si accoda Roberto Visentin. «De Agostini ha assolutamente ragione: le elezioni saranno a rischio solo se non dovessero accogliere il mio ricorso, perché comunque non starò a guardare. Ma sono tranquillo: per fortuna ci sono dei giudici, a Berlino. Gente che si studia le leggi, senza basarsi sulle interpretazioni dei libercoli regionali».

Data: 
Mercoledì, 14 May, 2003
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Regione
Stampa e regime: 
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