«Il premier è assediato da Bossi e da Tremonti che punta a sostituirlo»
Saro presenta Libertà e Autonomia: puntiamo al 5%. E scrive a Berlusconi
Il deputato parla di campagna elettorale velenosa e invita i friulani a contrastare «il bipolarismo all'italiana inefficace e fasullo»
UDINE. Una lettera aperta a Berlusconi, per spiegargli come sono andate realmente le cose in Friuli-Venezia Giulia e l'implicita constatazione che la Guerra è stata una scelta sbagliata e per dimostrargli cosa può fare l'orgoglio ferito di un popolo che del suo essere "sotan" ha mantenuto solo il ricordo. L'ha scritta e la consegnerà al presidente del Consiglio nei prossimi giorni Ferruccio Saro, novello leader di "Libertà e Autonomia" che ieri sera a Udine, al ristorante "La di Moret" ha presentato le liste della nuova formazione in corsa per le regionali, affiancato da Roberto Visentin, Corrado Cecotto, Dario Barnaba, Giobatta Mecchia, Gabriele Renzulli, Giorgio Pozzo, Enrico Bulfone e Gianfranco Trombetta, schierati al tavolo dei relatori.
"Seimila firme raccolte in tre giorni, addirittura in due in Carnia, un'organizzazione messa in piedi in un paio di settimane e candidature di elevata caratura - ha esordito - sono la dimostrazione concreta della nostra capacità di reazione, la conferma che non solo possiamo farcela, ma possiamo puntare in alto, ben oltre la soglia del 5%".
"Un mese fa - ha ricordato - in questa sala eravamo in tanti, tutti disposti a sostenere Renzo Tondo, che questa sera avrebbe dovuto essere qui al mio posto, emblema di un riscatto e di un'opposizione ai metodi violenti e antidemocratici usati per imporre al Friuli Venezia Giulia una scelta non condivisa"."Lui non lo ha fatto - ha proseguito - per cui ho ritenuto di raccogliere io l'invito di tanti amici a rispondere a una pesantissima umiliazione. In questo momento a nessuno interessa cosa pensa la gente, tutto si gioca sull'immagine di un candidato scelto da fuori, con un programma deciso altrove e poi diffuso grazie a una potentissima macchina mediatica, utilizzando un modello che punta ad annullare ogni individualità e possibilità di partecipazione".E tanto per ribadire la volontà di riaffermare l'autonomia, il movimento non ha esitato ad appropriarsi di un motto leghista dei primi tempi "padroni in casa propria"."Sarà una campagna elettorale durissima - ha ammesso Saro - tant'è che dalle blandizie verso chi si è candidato con noi, siamo già passati alle minacce e alle punizioni e il ritiro della delega al vicesindaco di Latisana Ferruccio Casasola ne è un esempio emblematico".
Uno scontro feroce di portata nazionale, secondo Saro, che vede già in primo piano due protagonisti: Bossi e Tremonti, impegnato in continui ricatti il primo, seriamente intenzionato ad assumere la leadership della Casa delle Libertà il secondo. Il tutto in nome di un bipolarismo fasullo, che nella versione italiana presenta una serie di storture e deformazioni rischiosissime per la democrazia "un bipolarismo che va corretto - ha chiarito - con una serie di pesi e contrappesi che lo rendano veramente democratico".
Definita una candidata "bella fuori e vuota dentro", Alessandra Guerra è stata paragonata a un prodotto che va lanciato a qualsiasi costo, seguendo una logica aziendale che prevede la rapida e immediata sostituzione dei dirigenti generali quando sbagliano strategia.Formazione politica multianime, all'interno della quale si riconoscono cattolici, riformisti, leghisti della prima ora, laici, liberali e autonomisti, "Libertà e autonomia" vuole essere un movimento trasversale che si impegnerà a fondo per stoppare la deriva autoritaria. Ha dipinto Alessandra Guerra come una novella Attila, Ferruccio Saro, coadiuvato da Pietro Arduini, ripercorrendo le tappe di una carriera contrassegnata dalla mania della "secretazione".
"Ricordo a tutti la vicenda British Telecom-Autovie Venete - ha detto Saro - riproposta paro paro oggi per Kandisky, a cui è seguita la vicenda St informatica, costata 34 miliardi alla collettività. E poi ancora Adriacom, in cui Autovie Venete e Friulia ci hanno rimesso miliardi, per non parlare degli altri 5 "devoluti" ai Celti, dalle tracce friulane inesistenti".
Raffaella Mestroni