Ancora una volta i radicali si schierano a fianco di Giorgio Fidenato, l’imprenditore e presidente dell’associazione Agricoltori Federati della Provincia di Pordenone Giorgio Fidenato, il quale non versa più i contributi dei suoi dipendenti, ai quali dà la busta paga lorda.
Ma questa volta l’appoggio non si limita ai radicali friulani, sempre presenti alle manifestazioni organizzate dal Movimento Libertario fondato da Fidenato con l’editore Leonardo Facco.
In questi giorni esce in libreria il libro "I doveri della libertà", l’intervista a cura di Giovanna Casadio alla vicepresidente del Senato Emma Bonino edito da Laterza dove Emma Bonino racconta la sua vicenda politica. Emma Bonino, protagonista di un modo diverso di fare politica.
Ne “I doveri della libertà” Emma Bonino racconta il lungo cammino per i diritti che ha rivoluzionato il costume e la politica del nostro paese.
All’interno di questo interessante libro è dedicato un passaggio alla vicenda di Fidenato. Infatti la Bonino evidenzia "l'esempio dell'imprenditore di Pordenone Giorgio Fidenato che si mette in testa di non esigere più per e al posto dei suoi dipendenti il sostituto d'imposta, cioè si rifiuta di assumere il ruolo di esattore verso i suoi dipendenti per conto dello Stato e si autodenuncia alle istituzioni, dissobedisce. Ma chi ne ha sentito parlare? Poteva essere una bandiera per gli amanti della libertà. Invece nulla."
Ancora una volta i radicali ribadiscono l’appoggio a questa battaglia nel contenuto e nel metodo. Il contenuto è stato per i radicali anche tema di una proposta referendaria per l’abolizione del sostituto d’imposta del 1999 che è stata però cassato dalla Consulta. Il nostro quesito fiscale sul sostituto d'imposta mirava infatti ad abolire la trattenuta alla fonte nella busta paga dei lavoratori dipendenti consentendogli di ricevere interamente la retribuzione e versare solo dopo le imposte.
Di fronte alla resistenza di tutta la classe politica (tranne la pattuglia radicale) allora Fidenato ha deciso, assieme ad altri imprenditori che forniranno sostegno economico per le spese legali da sostenere nella vertenza con lo Stato, a portare avanti la lotta compiendo un atto di «disobbedienza civile» in pieno stile “radicale”. Fidenato ha infatti affermato di recente di ritenere “che sia una cosa indebita che lo Stato ci chieda come imprenditori di lavorare per lui, che è quello che fa obbligandoci a fare il sostituto d’imposta.”
Dove è la Lega Nord in questa lotta? E l’attuale maggioranza al governo in Friuli?
La battaglia dell’amico Giorgio Fidenato, proprio come le battaglie radicali sull’obiezione di coscienza, sull’aborto, sull’antiproibizionismo delle droghe ed oggi sulla legge 40, usa lo strumento nonviolento della disobbedienza civile. Uno strumento che vede il cittadino respingere una legge che trova ingiusta, pagando un prezzo salato, quello di rischiare anche il carcere, la denuncia e il processo per iniziare a discutere proprio durante il processo la legge contestata e portare al mutamento di tale norma.