Dibattito aperto sull’esposizione di 200 manifesti a Pordenone e Udine voluta da Arcigay e Arcilesbica.
Il presidente della Provincia Ciriani critico «sull’ostentazione» dei baci omosex
Duecento grandi manifesti per le strade di Udine e Pordenone con l’immagine di coppie omosessuali che si baciano «per rappresentare la spontaneità del loro affetto» e raccontare di un Friuli «capace di vivere le differenze come una ricchezza condivisa»: l’iniziativa è dell’Arcigay e Arcilesbica delle due città per i vent’anni dalla nascita dell’associazione e ha subito suscitato polemiche. Mentre, infatti, le amministrazioni comunali di Udine e Pordenone, guidate da Furio Honsell e Sergio Bolzonello, entrambi di centro-sinistra, hanno patrocinato la campagna gay, il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, ha tuonato contro i baci omosex. «È un’ostentazione pubblica fuori luogo di orientamenti sessuali privati», ha stigmatizzato Ciriani rigettando qualunque «esibizione di machismo», ma aggiungendo un po’ di sarcasmo. «I baci omosessuali non sono neanche più trasgressivi – ha detto – e, considerate le immagini con le quali, ogni giorno, ci bombardano i media, ormai sarebbe più trasgressivo mostrare una famiglia tradizionale».
Arcigay e Arcilesbica, naturalmente, sono più che convinti della validità della campagna con i baci omosex, bocciati nei giorni scorsi anche dall’amministrazione comunale di Bergamo che ha bloccato una mostra fotografica di baci omosessuali. «Questi venti anni di impegno sociale e passione – ha affermato il vicepresidente di Arcigay Udine, Giacomo Deperu, grafico pubblicitario libero professionista, spilimberghese – hanno aiutato a cambiare la società. Ci abbiamo messo il cuore e ora ci abbiamo messo la faccia, con un bacio omosessuale pubblico quale segno di riconciliazione verso una società che comincia pian piano ad accettarci. È un semplice bacio espressione spontanea dell’affettività che lega due persone. Un bacio tra persone, come nel mio caso, che stanno assieme da 14 anni e che hanno vissuto la loro storia sempre alla luce del sole. Eppure – ha concluso – quando questo bacio riguarda due uomini o due donne trova ancora la resistenza di molte persone». Deperu è uno dei protagonisti che compariranno nel manifesto che sarà affisso dal 17 al 27 maggio in 100 copie a Udine e 100 a Pordenone. Con lui, nell’immagine ci sarà il suo compagno Stefano Miorini.
Da parte sua, Stefano Santarossa, presidente dei Radicali friulani, invita don Luciano Padovese a prendere le distanza dal cardinale Tarcisio Bertone. «Don Padovese – afferma santarossa – sembra preoccuparsi della discrezione con la quale i gay dovrebbero battersi contro l’omofobia. Ma di quale discrezione parla, quella forse con cui la Chiesa ha nascosto i casi dei preti pedofili? Nulla ci dice don Padovese delle imbarazzanti dichiarazioni del cardinale Bertone, che si è scagliato contro gli omosessuali dichiarando con assoluta convinzione la veridicità dell’equazione omosessualità uguale pedofilia. Le provocazioni sono quelle della Chiesa, che condanna senza appello all’Inferno gli omosessuali equiparandoli a malati da curare dal peccato. Ci racconti don Luciano Padovese dei suoi confratelli omossessuali obbligati a vivere il senso di colpa generato da una Chiesa sempre più occupata a procurarsi oro, argento e monete e non a praticare i principi evangelici dell’accoglienza e dell’amore».