Quando il gioco si fa duro, non sono certo tipi da passare la mano i Radicali. Che anzi rilanciano, con Emma Bonino che dopo le denunce dei giorni scorsi ha deciso di aumentare il fuoco della controffensiva. Sciopero della fame e della sete, annunciato a Milano al fianco di Marco Cappato, candidato governatore della Lombardia, come ulteriore iniziativa di lotta contro «l`illegalità di queste elezioni regionali».
E` stata una scelta inevitabile?
«Abbiamo documentato e avvertito tutte le istituzioni preposte che si stavano violando le regole della legge elettorale. Ma permanendo questa strage di legalità senza precedenti. In realtà ci troviamo di fronte alla preclusione inflitta ai cittadini italiani che volessero votare liste che non
saranno presenti sulle schede, non perché assenti dal panorama politico nazionale, ma perché costrette a dimostrare la propria esistenza, anche quando, come nel nostro caso, parliamo di partiti
con una antica e conclamata storia alle spalle. Per questo, lungi dall`alzare bandiera bianca,
ho di deciso di accompagnare le nostre ripetute denunce con questa iniziativa nonviolenta di sciopero totale della fame e della sete».
Cosa contestate in particolare nel merito?
«La violazione di tre principi fondamentali: l`obbligo dei Comuni, nei 20 giorni precedenti il termine della presentazione delle liste, di consentire la raccolta delle firme necessarie per almeno
dieci ore al giorno, oltre al ruolo attribuito agli organi di informazione di proprietà pubblica di informare i cittadini dell`obbligo previsto a carico dei Comuni.
Terzo, dal momento che nulla di tutto questo è avvenuto, la violazione della funzione di servizio pubblico dei 3oomila circa autenticatori che dovrebbero garantire questo servizio. Insomma, da un
lato ci viene impedito di sottoporci al giudizio degli elettori e dall`altro si impedisce agli elettori
di esprimere le proprie opinioni politico-elettorali. E poi vorrei toccare anche un altro aspetto... ».
Sarebbe a dire?
«Le cronache degli ultimi giorni sono intasate da notizie su Tangentopoli, corruzione e questione morale. Ma ritengo che l`illegalità sia ancora più grave quando a determinarla sono le istituzioni, abdicando al loro ruolo, e non comuni malfattori».
Cosa vi aspettate, quindi, dalle Istituzioni anche attraverso il suo sciopero della fame e della sete?
«Che chi può e deve torni ad esercitare le proprie prerogative per riparare il mal fatto fino ad oggi. Del resto, negli ultimi anni, di decreti legge in prossimità delle elezioni per spostare date del voto, aumentare o diminuire le firme, se ne ricordano svariati. Dei resto, legalità e trasparenza
sono le due parole che più diffusamente mi sento ripetere dai cittadini in questa campagna elettorale».