Pannella: da Radio Radicale motiverò le ragioni per le quali, se non ottenessimo immediatamente il rientro nella legalità politica ed elettorale della Repubblica Italiana, dovrei chiedere di rinunciare alla cittadinanza italiana e chiedere asilo politico ad altro paese della Ue, per non essere complice in questo processo criminale, e non solamente, inerte e impotente cittadino nonviolento
Roma, 14 febbraio 2010
In segno, non solo rituale, di rispetto per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ancor più per ribadirgli la fiducia che ritengo, da cittadino, di dovergli e di portargli, illustrerò fra breve da Radio Radicale nel colloquio con Massimo Bordin, i motivi per i quali, se non si rimuovesse immediatamente la situazione di patente, totale illegalità della situazione politico-elettorale in Italia, riterrei di dover rinunciare alla cittadinanza italiana e chiedere asilo politico ad altri Stati membri dell’Unione europea.
Infatti se, come ritengo, i diritti civili e umani fondamentali, riconosciuti dalle solenni dichiarazioni costitutive della comunità internazionale e da un gran numero di conseguenti trattati bilaterali e atti dell’ordinamento italiano, hanno valore di diritti positivi soggettivi, la mia decisione mi appare coerente e obbligata, come cittadino rispettoso della legge e come leader del movimento transnazionale e transpartito della nonviolenza nel mondo.
Vi sono infatti momenti nei quali accettare violenze delle istituzioni contro la loro stessa legalità, realizzerebbe non solo l’assistere inerti alla messa a morte della civiltà di un paese, ma diverrebbe vera e propria complicità in quella azione criminale, di competenza dell’ordinamento giurisdizionale internazionale e comunitario.