Gentile: lo farò, ma propongo quello sul quoziente di intelligenza
Il vicesindaco appoggia Romoli e lancia una provocazione Bianchini (Sinistra e libertà): «Misuriamo anche il tasso alcolico»
«Mi sottoporrò senz’altro al drug test, però propongo pure che venga fatto un altro accertamento: quello per verificare il quoziente intelligenza di politici e amministratori». Il vicesindaco, Fabio Gentile, commenta così l’invito del sindaco, Ettore Romoli, ad assessori e consiglieri comunali a eseguire il test antidroga «per ribadire che l’uso di sostanze stupefacenti non dev’essere tollerato né consentito in chi ha un ruolo istituzionale».
Dell’iniziativa del primo cittadino, per la verità, non erano stati avvertiti né gli assessori né i consiglieri, né di maggioranza né di opposizione e questo ha creato un po’ di sconcerto, in quanto, più di qualcuno, a dire il vero, avrebbe preferito un intervento concertato.
«Ribadisco che la mia è una semplice proposta che, in considerazione degli ultimi fatti di cronaca che hanno visto protagonisti autorevoli esponenti istituzionali, mi sono sentito di fare – spiega lo stesso sindaco Romoli a questo proposito –. È evidente che la decisione finale spetta al consiglio comunale, che potrebbe accoglierla oppure bocciarla. Peraltro – continua il primo cittadino – mi fa piacere che il capogruppo del Pd, Federico Portelli, abbia ammesso che aveva già in mente di proporre lui stesso un’iniziativa analoga e, quindi, abbiamo semplicemente anticipato i tempi».
Il vicesindaco Gentile, come detto, ha già fatto sapere che eseguirà l’accertamento «anche prima del sindaco, se serve», tuttavia ironizza «su questa mania dei test e, siccome penso che l’intelligenza sia la cosa più importante per un amministratore, ritengo che bisognerebbe imporre, appunto, questo controllo su chi si candida a occupare un ruolo istituzionale e – si affretta a precisare –, se non raggiunge un certo punteggio, giocoforza non potrà avere quel ruolo».
Pure altri assessori dichiarano che faranno il test a breve, anche se non sono ancora chiare le modalità. «Condivido l’intervento del sindaco – afferma l’assessore all’Istruzione, Silvana Romano –, anche perché bisogna lanciare messaggi chiari a questo proposito, soprattutto nei confronti del mondo giovanile, dove l’assunzione di sostanze stupefacenti purtroppo avviene sempre più precocemente». Dello stesso avviso anche l’assessore alla Viabilità, Francesco Del Sordi, che si sottoporrà al più presto al test.
Anche sul fronte dell’opposizione ci sono i primi “candidati”: oltre al capogruppo del Pd, Portelli, dichiara di non avere alcun problema neppure il consigliere di Sinistra e libertà, Livio Bianchini, «a patto però – vuole sottolineare – che si faccia anche il test per verificare il “livello” alcolico degli amministratori».
I Radicali, invece, evidenziano che «non si può raccontare la favola della tutela dei giovani, visto che alcol e tabacco sono molto più dannosi di cannabis, ecstasy e Lsd. Se Romoli, Portelli e Bianchini s’ispirano ad Alemanno, noi – afferma in una nota fatta pervenire alla stampa Pietro Pipi – proponiamo un altro modello di riferimento: il sindaco Chiamparino, che ha recentemente incontrato la delegazione radicale locale per decidere come creare un’agenzia comunale sulle tossicodipendenze e finanziare le narcosale. Più che un test antidroga – conclude l’esponente radicale –, in questo frangente si sente il bisogno di un test d’intelligenza».