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Dagli spinelli al liceo all'operazione Arturo

Testo: 

Rimango allibito nel leggere l'edizione di domenica 18 novembre del Messaggero Veneto. Operazione Arturo: 14 giovani arrestati, 75 indagati di cui 23 minorenni, a centinaia segnalati per uso e spaccio di sostanze stupefacenti a scuola e in discoteca. Alcuni studenti si meravigliano che ne abbiano "pizzicati" così pochi! Si parla di un'organizzazione similare a quelle che si ritrovano in ambienti mafiosi. Leggo di teen-agers che arrivavano a prostituirsi per una pastiglia di veleno! Sarà che ho terminato gli studi superiori da qualche anno ma non avrei mai immaginato di poter constatare un tale degrado della mia generazione! Certo, quando frequentavo il Liceo c'era chi fumava lo spinello (ritengo non a scuola) e giravano leggende persino su alcuni docenti che, lontani da occhi indiscreti, facevano uso di sostanze stupefacenti (il '68 è stato pur sempre il '68!), ma erano fatti ritenuti talmente marginali da non essere considerati pericolosi se non per chi si stava fumando la propria vita.
Sull'edizione di lunedì 19, sempre del Messaggero Veneto, leggo che monsignor Brollo parla di "mele marce" sostenendo che da domani ridurremo i fatti accaduti come appunto qualcosa di marginale (l'errore che facemmo noi qualche anno fa) e giustamente mi fa pensare che, come sa chi abbia avuto un cesto di mele davanti agli occhi una volta nella vita, una mela marcia tra le altre sane farà marcire ben presto l'intero cesto.

Metto alla prova la mia memoria fino a ricordare che qualche giorno fa compariva sui giornali locali la notizia che i radicali manifestavano per la legalizzazione della droga davanti all'Università di Udine. Il 98 per cento degli studenti credono che marijuana, ecstasy e similari non facciano male, perché? Perché c'è chi, come i radicali, si fuma tranquillamente lo spinello in piazza sostenendo che non fa più male di un bicchiere di vino! Logica perversa: il tabacco e l'alcol provocano più vittime della droga (vero) quindi cominciamo tutti a far uso di stupefacenti... Combattere le piaghe dell'alcolismo e del tabagismo è sacrosanto ma non possiamo lasciar intendere che la droga non provochi alcun danno!

Torniamo al Messaggero di domenica 18. Le notizie delle prime pagine dell'edizione udinese mi avevano stroncato. Proseguendo tuttavia nella lettura incontro un articolo che mi lascia sperare nel futuro. In centinaia si incontrano all'istituto salesiano Bearzi per la festa dei giovani 2001. Giovani che hanno scelto di vivere l'ecstasy della vita senza droga. Comprendo che il mio posto è là. Come in ogni epica che si rispetti siamo di fronte all'esercito delle forze del bene da contrapporre all'esercito del male di cui abbiamo parlato finora. Ma come accade spesso il cammino del bene è più travagliato e difficoltoso rispetto al suo opposto. Probabilmente di esercito non si può ancora parlare perché non organizzato.
Mentre il male si fonda sull'individualità pura il bene deve sentirsi comunità organica. Si basa certo sulla crescita individuale ma abbisogna di un senso sociale articolato e pertanto difficile da attuare. E torna a esserci utile il messaggio di monsignor Brollo: «I ragazzi dimostrino più grinta». E sarà la grinta, a mio avviso risultante dalla piena consapevolezza di sé e della propria spiritualità, a essere l'arma vincente contro piaghe sociali come quelle tristemente venute alla ribalta nei giorni scorsi. Noi ragazzi non possiamo vivere senza speranza. Lo dice sempre l'arcivescovo di Udine. E tutti noi cercheremo di non deludere le sue attese.

Presidente provinciale
di Azione Giovani

Data: 
Mercoledì, 28 November, 2001
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - La posta dei lettori
Stampa e regime: 
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