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«Carcere invivibile, il sindaco lo faccia chiudere»

Testo: 

Visita al "Castello" dei Radicali che invitano i suoi "ospiti" a presentare esposti al Consiglio d’Europa. Un detenuto chiede scusa a Illy

«Quel carcere è invivibile, mancano le condizioni essenziali e per questo sono sicuro che una commissione ispettiva del Consiglio d’Europa, ma anche i Nas, dopo un controllo, lo farebbero chiudere». Sergio D’Elia, segretario nazionale dell’Associazione "Nessuno tocchi Caino", concorda in pieno con il sindaco Sergio Bolzonello che ha già pronto l’ordinanza per far chiudere il Castello nel caso in cui svanisca la possibilità, sempre più remota, di farne uno nuovo. Ieri i radicali Sergio D’Elia, la deputata Elisabetta Zamparutti, Stefano Santarossa con altri militanti e il consigliere regionale Piero Colussi hanno visitato il Castello di Pordenone nel corso dell’iniziativa "Ferragosto in Carcere". «Quello che abbiamo visto oggi - conferma la Zamparutti, eletta nelle liste del Pd - corrisponde più o meno a quello che abbiamo visto in gran parte degli istituti di pena della Regione. Celle sovraffollate, detenuti oltre il limite (capienza consentita a Pordenone 53, presenti ieri 79, ma anche 90 la settimana scorsa ndr.) e condizioni di vita insostenibili. Ci sono celle in cui sono presenti anche otto detenuti in cui i metri quadrati a testa sono circa 2 e mezzo. Meno di quelli garantiti e che hanno permesso a un detenuto bosniaco di ottenere dalla Corte Europea un risarcimento. Per questo - ha spiegato la deputata - abbiamo consigliato a tutti i detenuti di fare una sorta di class action, anche se i ricorsi dovranno essere collettivi e di presentare gli esposti al Consiglio europeo in modo che condanni l’Italia per le condizioni nelle quali tiene i carcerati». Scettici i due radicali sul fatto che possa essere realizzato il nuovo carcere a Pordenone ("non ci sono i soldi, oramai pare evidente"), anche se D’Elia chiede al posto di nuovi istituti di pena la possibilità di concedere i benefici ai carcerati in modo che possano uscire dal carcere. «In questa maniera - e lo dicono anche le statistiche - ci sarebbe la possibilità di avere meno recidive e soprattutto di liberare le celle». Pieno appoggio, invece, da parte di Piero Colussi alla scelta del sindaco di predisporre l’ordinanza di chiusura. «Io spero che Bolzonello firmi quel documento perchè è impensabile che i detenuti possano vivere in quell’istituto. Spero anche che si arrivi alla conclusione di questo percorso con la realizzazione della nuova casa circondariale a Pordenone. Se devo essere comunque sincero, a proposito dell’impegno della Regione rimarcato anche dal consigliere Dal Mas, non ho visto in alcun bilancio i 10 o 20 milioni che la stessa amministrazione regionale sarebbe disposta a tirare fuori per coofinanziare la nuova struttura». Un siparietto curioso accaduto ieri durante la visita al Castello. «Un detenuto - racconta Colussi - quando ha saputo che ero un rappresentante della "Lista Illy" nella passata legislatura mi ha fatto chiamare. Devo chiedere scusa al presidente - ha detto - perchè quando ero fuori ha rubato l’automobile di Riccardo Illy».

Data: 
Sabato, 15 August, 2009
Autore: 
Loris Del Frate
Fonte: 
IL GAZZETTINO - Pordenone
Stampa e regime: 
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