Il senatore Saro: il Friuli ha insegnato che su temi tanto importanti deve avere la meglio la difesa del principio di laicità dello Stato. Oggi il Vaticano ha troppo peso
Marino: il mio disegno di legge è fermo dal 2006
OSOPPO. Che Stato è quello che ti impone le cure? Che Stato è quello che non lascia ai propri cittadini la libertà di decidere a che terapie essere sottoposti? Che Stato è quello in cui si promuove (al Senato) una legge che è l’esatto contrario di quella che vorrebbe il 90% dei cittadini? E ancora: la colpa è davvero e soltanto del centrodestra? E c’è un modo per cambiare tutto questo? A queste domande, ieri al Sunsplah di Osoppo – “stuzzicati” dalle domande del giornalista dell’Espresso, Tommaso Cerno –, hanno provato a dare una risposta Beppino Englaro, Mina Welby e i senatori Ferruccio Saro (Pdl) e Ignazio Marino (Pd).
«Va fatta una premessa – ha attaccato il senatore Saro –: soltanto in Friuli si poteva chiudere una partita tanto difficile. Altri presidenti di Regione non erano andati oltre dichiarazioni di disponibilità sapendo che un problema del genere avrebbe fatto saltare gli equilibri anche in giunte di centrosinistra. Solo in Friuli, infatti, si è riusciti a ragionare in modo “bipartisan”, l’unico modo – anche oggi – per poter portare a casa un risultato. Nella nostra regione si è trovata una convergenza tra livelli istituzionali – dalla Regione al Comune – indispensabile affinchè si chiudesse l’odissea-Eluana. In Friuli – e di questo dobbiamo andare orgogliosi – siamo riusciti a sviluppare, anche grazie alla nostra cultura mitteleuropea, la cultura dello Stato laico; non condizionato da posizioni religiose, di ogni genere, e questo, oggi che andiamo ad affrontare il tema del testamento biologico diventa un tema decisivo».
«Sia chiaro – ha insistito Saro –: non sono antireligioso o anticlericale, ma non ho mai visto una situazione come quella attuale, dove i presunti condizionamenti del Vaticano pesano così tanto in sede legislativa. Nell’attuale maggioranza ma non solo c’è un’accondiscendenza rispetto certe posizioni che non si capisce se siano veramente posizioni del Vaticano o di alcune gerarchie cattoliche. Un condizionamento esterno subito anche dall’opposizione. Ignazio Marino è stato tolto dalla commissione sanità e lo hanno sostituito con una senatrice cattolica molto più attenta agli atteggiamenti del Vaticano. Ma devo anche dire che il capolavoro di questa situazione l’ho scoperto durante il voto a scrutinio segreto: aumentava il consenso nei confronti di una legge che la gente non vuole. Quindi, molti del centrosinistra votavano in modo “contrario” a quanto proclamato».
«Su questo tema, però, si è creata una situazione di distacco tra il sentimento dell’opinione pubblica e ciò che pensa la classe politica, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Ecco che oggi se vogliamo davvero cambiare questo stato di cose e se vogliamo uscire da questi vincoli bisogna riuscire a mobilitare l'opinione pubblica in modo trasversale, facendo emergere in entrambi gli schieramenti posizioni legate al principio di laicità dello Stato. Forse questo percorso è cominciato alla Camera. Fini che la presiede, ha assunto le stesse posizioni di Marino e mie. C’è una parte del centrodestra che capisce che il provvedimento, così com’è stato promosso al Senato è sbagliato».
La pensa allo stesso modo Ignazio Marino: «Vengo da una realtà diversa: 20 anni di trapianti negli Stati Uniti, Paese in cui si è discusso per la prima volta di questi problemi nel 1976. la differenza fondamentale fra noi e loro, ma anche fra noi e molti altri Paesi è la mancanza di trasparenza nei confronti del malato e dei parenti. Non sempre terapia vuol dire risvegliare; qualche volta significa prolungare l’agonia e per questo nel 2006 ho presentato un disegno di legge su una problematica che deve essere affrontata perchè fa parte della vita dei nostri giorni sempre più legata alle tecnologie. Ma dev’essere l’individuo a decidere se utilizzare o meno le tecnologie. Non sono per l’eutanasia, ma ritengo che ognuno debba scegliere tutte le terapie possibili così come di finire gli ultimi giorni nel letto di casa senza pompe elettriche o sostanze chimiche a tenerlo in vita. Questo cose sono oggi nella legge dello Stato approvata al Senato dal centrodestra. Legge inammissibile».
«Quasi il 90% degli italiani è contro quella legge e la legge stessa è contro la Costituzione: dev’essere corretta. La Camera deve ascoltare i medici e i cittadini».
«Proprio perchè credo nella mozione Marino ho deciso di aderire al Pd – spiega Beppino Englaro –. Non ho nessuna intenzione di scendere in politica».
«In tutti questi anni di battaglie – ha aggiunto Englaro – quello che ha sorpreso maggiormente me e mia moglie è stata l’impossibilità nel fare rispettare il volere – chiarissimo – di mia figlia Eluana. Per noi la morte ha fatto sempre parte della vita. Eluana, pochi giorni prima dell’incidente, ci aveva scritto: “noi tre formiamo un nucleo molto forte basato sul rispetto a sull’aiuto reciproco”. In tanti anni ho cercato di mettere in pratica quel credo».
«Ma è stata durissima. Quando ho chiesto di sospendere le cure perchè contro la nostra volontà mi hanno evocato la cultura della vita! L’istinto va verso la vita – mi dicevano –, costi quel che costi. Ma non credo sia così: l’istinto ti porta verso la libertà».
Altra storia quella di Piergiorgio Welby, «ma stesse ingiustizie». La moglie Mina Welby apre così: «Nel 2006 parlare di queste cose era uno scandalo. Oggi mi fa piacere vedere una sala così piena e tanti giovani, conferma che non è vero che sono assenti, anzi. Mio marito sarebbe dovuto morire 10 anni prima, quando nel 1997 è stato ricoverato. L’hanno rianimato tracheotomizzato e ventilato artificialmente. Ha resistito 9 anni e mezzo in più. Dicevamo fra noi: abbiamo rubato tanti giorni alla vita. Mi ha chiesto per anni di ridargli la sua morte nonostante il suo cervello fosse ancora forte e vivo. Ha scritto al Presidente della Repubblica: “cosa c’è di naturale in un buco nella gola, nello stomaco, nel sondino in un ano artificiale. Se uno li accetta e giusto darglieli, ma se uno non li vuole perchè imporli?”».
«Sono state dette cose assurde: che voleva suicidarsi, che non era stato curato abbastanza. La verità è un’altra: la vita è sacra, ma soltanto se si fa la volontà di ognuno. La cosa più importante è la libertà di coscienza sia che crediamo in Dio sia no. Offendere la nostra coscienza è il vero insulto alla sacralità della vera vita».