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Le Feste paesane raccolgano la sfida eco-logica

  Ambiente Servizi Spa ha, per questa stagione estiva, predisposto un’offerta ai soggetti promotori di eventi locali (nello specifico sagre e tornei) tesa ad incentivare l’utilizzo di materiali biodegradabili e compostabili in alternativa alla plastica. Cercherò ora di riassumere sinteticamente i termini della proposta, la cui convenzione, dalla quale estraggo le citazioni, è reperibile sul sito del Comune di Zoppola alla sezione “manifestazioni temporanee”.


 Come si legge nella convenzione, Ambiente Servizi si “occuperà della raccolta, trasporto e recupero/smaltimento dei rifiuti [...] prodotti presso i siti indicati dall’utenza, per il periodo dei festeggiamenti e nei giorni successivi”. Ambiente Servizi “fornirà una quota, concordata con il Comune, di kit compostabili (costituiti da forchetta, coltello, tovagliolo), tovagliette e sacchi fodera per le operazioni di raccolta”. All’utenza spetterà dotarsi, dai fornitori che preferisce, delle stoviglie (piatti, bicchieri) necessarie purché biodegradabili e compostabili (a norma E134332). I costi del servizio noleggio cassonetti, ritiro e posizionamento sono reperibili nel testo della Convenzione. I costi di raccolta sono zero e all’utenza sarà addebitato solo il costo della frazione non riciclabile.


 Ambiente Servizi ha presentato l’operazione come vantaggiosa sia da un punto di vista ambientale sia economico. Il primo aspetto è sicuramente valido e lo tratterò dopo, la valutazione della profittabilità dell’operazione è invece più complessa. Vediamo ora le ragioni pro e contro alla convenzione.


 I promotori di sagre ed eventi locali hanno perlopiù rifiutato l’offerta, considerandola non vantaggiosa da un punto di vista economico. Il costo delle stoviglie biodegradabili e compostabili (amido di mais, cellulosa ecc., ecc.) è in media il 50% superiore alle omologhe in materiale plastico. Di conseguenza, l’aumento del costo deve essere scaricato in parte sul consumatore e in parte sul guadagno marginale per singola unità, prefigurando così una più che possibile riduzione degli utili. La sua entità è difficile da calcolare e in mancanza di dati empirici, potremmo solo avanzare ipotesi. Tuttavia, esperienze pratiche al riguardo hanno già segnalato che i vantaggi derivanti da un minor “costo dei rifiuti” sarebbero inficiati dall’elevato costo delle stoviglie.


 Ora veniamo alla mia tesi. L’ipotetica riduzione degli utili non costituirebbe una perdita, bensì un guadagno. Guadagno in cosa? In capitale sociale e soprattutto ambientale, e quindi, in cultura e sostenibilità. La ragione sociale di questi eventi è, correggetemi se sbaglio, in funzione alla capacità ricreativa, aggregativa e di stimolo del territorio che tutte queste attività svolgono: in poche parole, fanno cultura e capitale sociale. La creazione di utili da parte di questi enti/associazioni no-profit è strumentale al loro reinvestimento per le medesime finalità. Si potrà obiettare che una diminuzione degli introiti potrebbe pregiudicare la sostenibilità dei festeggiamenti negli anni successivi. E’ certamente un’affermazione valida e nella misura in cui la riduzione delle entrate è tale da impedire la riedizione della manifestazione, le ragioni del NO acquisiscono solidarietà e consenso. 


 Ma se così non fosse, e la riduzione degli utili compromettesse solo alcune attività accessorie, la perdita non ci sarebbe. Questo per un motivo semplice: se lo scopo delle manifestazioni è fare aggregazione e promuovere il capitale sociale ed ambientale del territorio, gli incassi mancati non sarebbero bruciati, bensì investiti in cultura ambientale! Se tutti concordiamo con il principio secondo cui l’uomo e l’ambiente convivono e hanno bisogno di sinergia e rispetto, se amiamo il nostro territorio e abbiamo a cuore la sua vivibilità, uno sforzo minimo, che non comprometta i bisogni primari di famiglie e individui, rappresenterebbe un gesto di responsabilità e amore. E non solo, sensibilizzazione ed effettiva riduzione delle quantità di rifiuto solido sono due dei risultati concreti più evidenti. 


 Impegnarsi e promuovere iniziative di questo genere non significa guadagnare meno o perdere soldi. Significa investire in responsabilità, sensibilizzazione e partecipazione attiva alle sfide ecologiche. Queste ultime non riguardano solo i massimi sistemi del mondo, o le perturbazioni globali e l’innalzamento dei livelli delle acque. Pensiamo solo alle piogge acide, ai tumori o all’aumento delle tariffe di smaltimento connesse ad una quantità di rifiuti sempre in crescita. Sono tessere di vita quotidiana che ci toccano e ci costano, ma la lista non si ferma qui. Quando si parla di sfida eco-logica, non parliamo di sogni e ideali, né tanto meno di “nostalgia del passato”. Ma di questioni che a ben guardare investono il benessere, la dimensione economica e il futuro di tutti quanti indistintamente.  


 Se almeno le associazioni senza scopo di lucro, dalle quali non dipendono salari e famiglie, sposassero il principio secondo cui vale la pena “rinunciare” ad una fetta della torta in favore del territorio, sarebbe un bel gesto volto a dare concretezza alle troppe manifestazioni di attaccamento al locale prive di risvolti pratici. Chiedo un segnale positivo e un impegno reale: se i mancati introiti non pregiudicano la sostenibilità dell’evento e l’attività futura, cerchiamo assieme di contribuire a qualcosa che appartiene a tutti noi.  Se c’è condivisione di obiettivi e dialogo, si lavora tutti meglio. Fare cultura, divertimento, promozione e valorizzazione del territorio è lo scopo primario.  

Francesco Saraceno

 

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Lettera aperta al Messaggero Veneto:

 

 

ZOPPOLA

I festeggiamenti paesani raccolgano la sfida eco-logica

 

 Ambiente Servizi Spa ha formulato una proposta di convenzione per i soggetti promotori di eventi locali. Essa prevede, da una parte, la fornitura di posate, tovaglioli e sacchetti biodegradabili, dall’altra lascia libertà d’acquisto di stoviglie compostabili e biodegradabili a norma. Per i “rifiuti” le parti sono chiamate a sostenere solo i costi di noleggio cassonetti e del non riciclabile. Ambiente Servizi ha presentato l’operazione vantaggiosa sia da un punto di vista ambientale sia economico. Il primo aspetto è sicuramente valido, la valutazione della profittabilità è invece più complessa. Nel Comune di Zoppola i promotori dei festeggiamenti hanno risposto bene con alcune eccezioni. Il prezzo delle stoviglie biodegradabili e compostabili è in media dal 50% al 200% superiore. L’aumento dei costi ricadrebbe quindi sul consumatore e sul margine utile. L’entità della diminuzione dell’utile è di difficile stima e, in mancanza di dati empirici, solo ipotizzabile. 

 La mia tesi è la seguente: lo svantaggio è solo apparente, perché la riduzione degli utili non costituisce una perdita, bensì un investimento. In cosa? In capitale sociale e ambientale, e quindi, in cultura e sostenibilità. La ragione sociale di questi eventi è ricreativa, aggregativa e di stimolo al territorio. La creazione di utili da parte di queste associazioni no-profit è per legge vincolata al  reinvestimento per le medesime finalità. Nella misura in cui la riduzione delle entrate è tale da impedirne la riedizione, le ragioni del NO acquisiscono validità. Ma se la riduzione compromettesse solo alcune attività accessorie, la perdita non ci sarebbe. Se lo scopo delle manifestazioni è aggregare e promuovere il territorio, oltreché produrre e ridistribuire utile, gli incassi mancati risulterebbero investiti in cultura e sviluppo sostenibile! Se concordiamo con il principio per cui uomo e ambiente convivono e necessitano di sinergia e rispetto, se amiamo il nostro territorio e la sua vivibilità, uno sforzo di questo genere rappresenta un gesto di responsabilità e amore. Farsi promotori di iniziative di questo genere non significa “guadagnare meno”. Significa investire nelle sfide ecologiche. Esse non riguardano solo i massimi sistemi o le perturbazioni globali. Pensiamo alle piogge che rovinano i terreni, ai tumori o all’aumento delle tariffe di smaltimento come avvenuto lo scorso autunno. Sono tessere di vita quotidiana che ci toccano e ci costano; e a nessuno piace pagare i costi dei benefici altrui. La “sfida eco-logica” non è un mero esercizio per accademici, né tanto meno un’ideologia reazionaria, ma la consapevolezza di una responsabilità condivisa su questioni che investono il benessere, la dimensione economica e il futuro di tutti.

 Rinunciare ad una “fetta della torta” in favore del territorio, significa farsi promotori di sviluppo sostenibile. Troppo spesso manifestazioni di attaccamento al locale difettano di risvolti pratici o di miopia di lungo periodo. Accolgo con soddisfazione le adesioni fin qui giunte, ma chiedo anche agli altri attori un segnale positivo: se i mancati introiti non pregiudicano la sostenibilità dell’evento, cerchiamo assieme di contribuire a qualcosa che appartiene a tutti. Se il fine è condiviso, ma sussistono discordie sulle modalità, parliamone assieme. 

 

Francesco Saraceno

Consigliere comunale di Zoppola, gruppo PD

Direzione ass. RadicaliFriulani