SAN QUIRINO. Minoranza a San Quirino in difesa dei Magredi. Il capogruppo di Unione per San Quirino Stefano Santarossa, anche in qualità di presidente dei Radicali friulani, denuncia le «gravi minacce» cui sarebbe sottoposta l’area di valore naturalistico delle specie vegetali e animali e dell’habitat «in particolare dopo le dichiarazioni del sindaco di San Quirino che annuncia l’intenzione di battersi per svincolare i limiti delle Zps (Zone di protezione speciale) e del Sic (Sito di interesse comunitario) con il coinvolgimento di Luca Zaia, attuale ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali».
Santarossa frena in merito agli ipotetici danni che i vincoli arrecherebbero alle colture, in quanto «essi sono comunque subordinati all’adozione dei relativi piani di gestione, adozione che però continua a essere rimandata anche da parte dall’attuale amministrazione regionale. Il sindaco Corrado Della Mattia – attacca Santarossa – continua, con superficialità, a fornire informazioni errate agli agricoltori e ai cittadini, che poi imputano alla normativa ambientale i loro problemi. Va ricordato infatti agli agricoltori che se vogliono continuare a ottenere finanziamenti dalla collettività (con i fondi europei) sono obbligati a rispettare norme di “condizionalità ambientale”, fra cui il mantenimento di prati e pascoli permanenti, come i Magredi. Va invece chiesta con forza l’adozione, da parte della Regione, di piani di gestione di alto profilo qualitativo, entro i quali realizzare una collaborazione sinergica tra imprescindibili ragioni di tutela e ragioni di sviluppo aziendale».
Il capogruppo di Unione considera l’attuale fase di stallo «un’occasione persa per il territorio per la valorizzazione di un vero gioiello della natura» e ribadisce che «cavalcare la protesta dimostra l’indifferenza verso la normativa comunitaria e paralizza l’iter amministrativo di tutela, al completamento del quale la Regione è stata richiamata più volte, arrecando danno ai cittadini. Le migliaia di euro già spese per i piani di gestione e le attività di monitoraggio rischiano di essere sprecate invece di dar vita a un’esperienza di conservazione ambientale coniugata con il rilancio turistico e con una agricoltura moderna».