Tre persone e un movente dettato dalla noia. Questo il quadro ricostruito dall’accusa
Sconcertante la giustificazione che i denunciati avrebbero fornito agli uomini della Questura
Il primario del dipartimento di salute mentale Cassin: «Vengono meno i valori, i cittadini siano vigilantes»
«Non sapevamo che fare e così abbiamo deciso di andare a dare una lezione ai “froci” del Bronx». Una lezione “giustificata” dal fatto che avevano sentito dire in giro, che da quelle parti «c’era uno che molestava i bambini».
Sarebbe stata questa la giustificazione che due poco più che ventenni, Nicola Tuan, 22 anni, Federico Scabbio di 21, e Stefano Ostaria di 43, hanno dato agli agenti della mobile per l’aggressione ad Andrea (nome di fantasia) ventinove anni pordenonese, disabile dal 2002 per le conseguenze di un’altra violenza.
Già la «noia» dichiarata è una motivazione inaccettabile. Ma è davvero solo questo? Solo la ricerca di “brividi” per movimentare una serata altrimenti fiacca? Oppure c’è dell’altro? E che cosa spinge persone giovani a ricercare la violenza e la sopraffazione di individui più deboli, perchè portatori di handicap, o “diversi” per orientamento sessuale?
Qualunque cosa sia «preoccupa. Preoccupa - commenta il primario del dipartimento di salute mentale della Ass 6, Angelo Cassin - che dei giovani si trovino in questa condizione di noia e di mancanza di prospettive serie e di valori da dare alla propria vita». Mancano i valori, e persino i “controvalori” che, «se pure in modo aberrante, potrebbero avere un significato», come l’ispirazione al nazismo, ad esempio.
Da Cassin un invito alla politica a riflettere e a moderare i toni. «Il clima attuale, dove c’è una crisi in atto, e contemporaneamente ci sono messaggi nei confronti degli extracomunitari che lascerebbero pensare ad un tornare indietro rispetto a valori e diritti acquisiti, mi preoccupa che tutto questo possa legarsi a contenuti di violenza e di “noia”. Trovo in sostanza preoccupante che ci sia qualcuno che interpreta queste cose e, attraverso delle scorciatoie, ne faccia oggetto di manifestazioni insensate».
Trattare certi temi, come i diritti degli omosessuali o quelli degli stranieri, «non è mai cosa priva di conseguenze perchè lo stupido c’è sempre. E qui ci troviamo di fronte a una stupidità che si lega a cose pericolose. Sconcerta - ancora Cassin - che si sia capaci di dare segnali di forte riprovazione in modo netto e forte nei confronti di queste cose che non vanno invece considerate come delle banalità. Per fortuna - rimarca lo psichiatra - ci sono anche molti segnali di marca opposta, ma questo genere di manifestazioni di intolleranza e violenza devono far suonare un campanello d’allarme. Bisogna tenere conto, quindi, dell'esistenza di sacche di persone marginali che sono allo sbando e che i discorsi sui diversi e sugli extracomunitari rischiano di essere dati in pasto al cretino di turno che li trasforma in atti assolutamente ignobili».
In sintesi: è bene moderare il linguaggio per evitare che paradossalmente la politica possa in qualche modo “legittimare” l’operato degli imbecilli.
E’ rimasto colpito lo psichiatra anche dal disinteresse che pure molti hanno dimostrato di avere nei confronti di un episodio di violenza compiuto su un disabile: «La disattenzione è un pessimo segnale per una comunità. Non solo le istituzioni devono intervenire, ciascuno di noi è chiamato ad essere protagonista nella difesa dei diritti. I primi “vigilantes” devono essere i cittadini».