You are here

Il desiderio/bisogno della sedia

Invito a leggere gli articoli: Eluana. Capezzone: "il governo non poteva essere messo sotto tutela" e quello di Della Loggia dal titolo Capezzone e la nave della "doce morte".

Trovo sconsolante osservare quanto in basso possa arrivare la dignità intellettuale di una persona che, personalmente, ritengo un'ottima testa pensante. Porsi dubbi e avere il coraggio di cambiare le proprie visioni del Mondo è un'abilità rara e degna della più alta stima, tuttavia, mi permetto di sollevare qualche dubbio sull'autenticità di un così stravolgente riposizionamento ideologico.

La questione centrale concerne valori molto poco negoziabili, terreno storicamente colonizzato dalla Religione. Non parliamo di preferenze culinarie o di sistemi elettorali, bensì di argomenti la cui complessità e personalità affondano radici molto profonde in noi. Cambiare autenticamente idea in così poco tempo e senza l'ombra di un dubbio lo trovo incredibile, specilamente per una persona intelligente come Daniele Capezzone.

Detto questo il problema centrale, che d'altronde immagino sia scontato per i più, verte sul tema del potere. La storia politica della Repubblica e dell'Italia liberale è costellata di trasformiso (rinvenibile addirittura ben prima di De Pretis). Tutte le arene politiche, sia esse democratiche o autoritarie, hanno assistito e assisteranno ad altri esempi di come il potere abbia una tenace abilità nel corrompere le coscienze. Questo avviene non solo in politica: il mondo dell'arte e della cultura offre altri splendidi esempi.

Questa capacità, quella di corrompere, credo sia più forte di quanto si possa comunemente immaginare: molto spesso, coloro che ne sono i tragici protagonisti non si accorgono di commettere il suicidio del loro intelletto. E' un po' come una malattia intestina e silenziosa, che lavora dal di dentro consumando a poco a poco. Ciò ovviamente non deresponsabilizza affatto: il potere non è la fonte di un oscuro potere che trascende la nostra forza di volontà.

Ma più che di forza di volontà trovo utile fare riferimento alla psicologia di ognuno di noi. E cioè, andare alla ricerca dei valori su cui poggia la consapevolezza dei nostri bisogni. Il potere e i benefici ad esso legati illudono le persone con false speranze di autorealizzazione e felicità. 

Il potere, se da un lato non è in grado di soddisfare i bisogni, ha la straordinaria capacità di appagare i nostri desideri. Da ciò ne discende che la consapevolezza di quelli che sono i desideri e di quel che in realtà abbiamo bisogno è l'unica via per poter dire NO al potere (L'ascolto dei bisogni intimi e il loro perseguimento è considerata da molti la via della Felicità). Certo è che rimanere senza sedia quando le danze si chiudono può essere molto scomodo.

La domanda allora è: abbiamo BISOGNO di stare seduti?

 

Commenti

Ci ho riflettuto. Non ci dobbiamo dimenticare che il "nostro" ha un ruolo quasi amministrativo/burocratico all'interno di FI. Lui è pagato per fare il portavoce. Deve portare la voce del partito Forza Italia, che molto probabilmente è proprio quella delle ultime uscite. E' coerente con quella della maggioranza del suo nuovo partito.
Il problema è che lui prima era segretario di un altro partito, ruolo prettamente politico, e poi ha accettato di fare il portavoce. E' come se prima avesse fatto l'ammiraglio su una nave e poi avesse accettato il ruolo di mozzo in un'altra. Sicuramente il passaggio di ruolo ha rappresentato un ridimensionamento della figura, ma compensato dal lato stipendiale. Ossia, la risposta alla tua ultima domanda è stata SI'.

Quando saremo disposti a scegliere un lavoro (infinitamente) meno remunerato pur di non tradire la nostra coscienza intellettuale, credo potremmo essere non solo dei buoni politici, ma buoni in tutto. Ma d'altra parte nessuno di noi è un asceta in equilibrio interiore e disinteressato ai beni materiali (io in primis)... Quelli che ci riescono sono talmente rari che mi verrebbe da credere siano persone "innaturali". Se poi guardi alla storia ti accorgi che è sempre stato così, e forse anche peggio. Sicuramente peggio: è la natura umana.

In questi momenti l'unica consolazione che mi rimane è la celebre frase di W. Churchill La democrazia non è la miglior forma di governo che esiste, è la meno peggio che siamo riusciti a trovare ...

... Perchè almeno possiamo "selezionare" con il voto questi comportamenti. La cosa grave è che molto spesso ci comportiamo con lo stesso principio d'azione etico pure noi. E a dimostrazione di ciò è che molte persone, quand'anche a conoscenza di questi fatti, non li sanzionano alle elezioni.