La città si è mobilitata: politici, comuni cittadini, persone unite dalla fede si sono ritrovati in centinaia per esprimere il proprio pensiero sui diritti e sulla vita. Tutto pacificamente
Pro e contro la scelta della famiglia: presìdi e manifestazioni alla Quiete, in centro, davanti alla Prefettura
Il caso Eluana scuote le coscienze a tal punto da far scendere in piazza diversi movimenti trasversali pro e contro la sospensione dell’alimentazione artificiale alla donna in stato vegetativo da 17 anni. In una città con gli occhi puntati sulla casa di riposo dove Eluana Englaro compie l’ultimo viaggio, si sono confrontati i gruppi che gridano al diritto alla vita e quelli che rispettano la scelta della famiglia.
Ieri da quando Eluana è ricoverata alla “Quiete” è stata la giornata contrassegnata più di altre dalle proteste e dai confronti. I laici si sono indispettiti per lo scontro tra i poteri dello Stato sul decreto legge per tenere in vita Eluana, i cattolici per la sospensione dell’alimentazione artificiale alla paziente così come chiesto dal padre Beppino. Tutti hanno espresso, pacificamente, le loro convinzioni, mentre nella casa di riposo prendevano il via le ispezioni e i controlli dei carabinieri.
E così se in via Canciani circa quattrocento tra giovani e anziani hanno sottoscritto la petizione promossa dall’associazione Luca Coscioni e sostenuta dai Socialisti e dal centro culturale “Loris Fortuna” per sollecitare il riconoscimento legale del testamento biologico, davanti alla prefettura un centinaio di iscritti e simpatizzanti di Rifondazione comunista ha stazionato per invitare a «rispettate la Costituzione, la sentenza ed Eluana».
Così alle 16 perché pochi minuti più tardi le delegazioni dei Radicali e del centro culturale “Loris Fortuna” si sono trasferite davanti alla casa di riposo “La Quiete”. Qui hanno esposto i cartelli che a chiare lettere recitavano: «Testamento biologico per non essere oggetto dell’imposizione di altrui». E ancora: «I diritti continuano a disturbare». Non erano i soli nelle vicinanze della struttura che ospita Eluana Englaro dove un andirivieni di persone si è susseguito per l’intera giornata sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine. Sono arrivati in tanti, dai politici, come l’onorevole Angelo Compagnon (Udc) e Renzo Travanut (Pd), ai gruppi di preghiera che hanno voluto restare vicino alla donna in stato vegetativo da 17 anni. Via Sant’Agostino era tappezzata di striscioni e messaggi: alcuni durissimi come quello che richiamava “Dakau” o il massacro degli ebrei voluto da Hitler. Incisivo, ma soprattutto evidente, lo striscione esposto dal “Coordinamento friulano per Eluana e per tutti noi” che, ieri sera, ha portato davanti alla casa di riposo centinaia di persone con pane acqua e i lumini accesi. Ma c’è di più perché, oggi, lo stesso Coordinamento per dire «no» alla morte di Eluana accenderà un mega schermo sul sagrato della basilica delle Grazie. E per scagliarsi contro l’équipe che accompagna Eluana nel suo ultimo viaggio, da Carate Brianza è arrivato pure un infermiere professionale. Anche lui ha gridato tutta la sua rabbia contro i colleghi che, a suo avviso, violano il codice deontologico. Oggi sarà lo stesso.