Per gli amanti del genere, è un brutto colpo. I raffinati degustatori dell’assurdo italiano si erano fatti la bocca, in queste settimane. È mancata solo la nana barbuta, nello strepitoso reality Rai. Ma tutti gli altri, con pieno merito, hanno colmato il vuoto, occupando ogni remoto spazio dell’immaginabile grottesco. L’Italietta parolaia e trasformista, furbastra e opportunista, bizantina e voltagabbana,l’Italietta che in tanti non vorremmo più ritrovarci tra i piedi, può andarne legittimamente fiera: ancora una volta ha trovato interpreti leggendari.
Al centro della scena, un grande protagonista.
Lui, Riccardo Villari. Il medico esperto in epatite C, l’allievo mastelliano poi prontamente padre della Margherita campana,prima di diventare padre fondatore del Partito democratico. Artista e mattatore. Non appena gli arriva all’orecchio che vogliono sloggiarlo, praticamente subito dopo l’elezione, sfila come un pavone al suo circolo del tennis napoletano, rassicurando con sorrisi sornioni amici e sostenitori. «Tieni duro», gli dicono. «Terrò duro», promette. Da quel giorno, tutti quanti imparano di quale pasta sia fatto. A ogni spallata, un’ineffabile risposta da austero servitore dello Stato: «Il mio desiderio è fare in modo che la Commissione funzioni». Difatti, per settimane l’organismo parlamentare è paralizzato. Impaludato nel ridicolo. Ma Villari si presenta sempre più eroico e sempre più indignato. Parole solenni da sincero democratico: «Vogliono la poltrona, non che la Commissione funzioni. Nella seconda Repubblica abbiamo visto di tutto, ma mai il mio partito si era mosso con questa violenza...». Più o meno, un martire. Così Villari nel suo porsi al pubblico. Difficile credere che ne sia intimamente convinto.Più facile pensare che sia un maestro di recitazione, cresciuto a quell’impareggiabile Actor Studio chiamato Dc. Espressioni da facce di bronzo e postura plasmata sulla poltrona, con largo impiego di Vinavil. Ovviamente, tutto per puro sacrificio, per senso di responsabilità e per spirito di servizio. Quando il Paese chiama, questo genere di personaggi non riesce proprio adire no. Avrebbe mille altre cosa da fare, ma il dovere li piega all’interesse collettivo. Hai voglia poi di rimandarli a casa. Bisogna però riconoscere che la grande prova di Villari non risulterebbe così eclatante senza il sostegno di adeguate spalle. Nel suo Circo Barnum, esibizioni memorabili. Numero uno il radicale Marco Beltrandi, fermato da Fini e Schifani al settimo giorno di digiuno e di occupazione «non violenta» dell’aula, a Palazzo San Macuto. Il clamoroso gesto, che come noto precipita nell’angoscia l’intero Paese, ha una motivazione epica: «Per il ripristino delle condizioni di legalità». Mai che qualcuno di questi Tommasi Mori de noantri si incateni a un calorifero, privandosi di cappuccini e brioches, per il ripristino delle condizioni di serietà. All’eroico Beltrandi va tuttavia la gratitudine incondizionata del suo presidente Villari. Raccontano che a un certo punto gli faccia avere pure un televisore, per alleviare la dura occupazione. O forse perché intanto vigili almeno su quello. Immancabile, fuori, il supporto del padre di tutti i digiuni,Marco Pannella. Veemente e drastico secondo natura, lo stoico leader presenta un esposto in Procura, contro «l’attentato al funzionamento degli organi dello Stato». Gli venisse in mente una volta di occuparsi anche degli attentati quotidiani al funzionamento dei nostri, di organi. Niente. Sta con Villari. Magari spiegherà che non gli importa di Villari, ma del principio. Però sta con Villari. Fedelissimo e indomabile anche il deputato Luciano Sardelli, Mpa,l’altro giapponese della resistenza in Commissione. L’idea migliore che gli viene è una feroce minaccia,peraltro già applicata da svariati milioni di italiani, per anni, senza alcun legame apparente con Villari: «Non pagherò il canone Rai fino a quando non sarà risolta la vicenda». Di fronte all’atroce prospettiva, Schifani e Fini decidono di capitolare.Lo accontentano: la faccenda è risolta. Sardelli può tornarsene a casa, magari passando dall’ufficio postale per regolare il dovuto. A casa lui, a casa i compagni di lotta, così come inizialmente erano andati a casa altri apprezzabili attori della strepitosa pagliacciata: i Leoluca Orlando, i Francesco Pancho Pardi, i Tonino Di Pietro, cioè il manipolo Idv che impuntandosi per mesi aveva di fatto avviato la farsa. A casa tutti. Il Barnum di Villari leva le tende. Sembra già di sentirne la mancanza. Ma gli amanti del genere sanno che è solo questione di tempo.Conoscono il talento naturale dei Villari: sanno che il circo fa lunghi giri, ma prima o poi torna sempre.
Commenti
Caso italia
Ecco un articolo perfetto esempio del "caso italia". Era da un anno che non mi capitava di leggere Il Giornale, e l'articolo sopra riportato dà la cifra dell'impostazione data dall'ex direttore di Studio Aperto.
Il tono sprezzante e il circo è quello dei 3 "non dimissionari"... non dei restanti 37 e dei due presidenti, incluso tutto l'apparato partitocratico di Pdl, lega, pd.
Illuminante.
Privatizzare la Rai
Senza Leoluca Orlando, uomo di Di Pietro, Villari mica ci stava e allora si capisce da subito che le premesse per questa benedetta Commissione di Vigilanza erano, e sono, negative e allora, per tagliare la testa al toro, scusa Tiziano, tanto vale azzerare tutto quanto e ricominciare da capo, con l'ottimo Zavoli, solo che tutto questo tristissimo spettacolo andato in scena in questi giorni dimostra una volta di più che il baraccone mangiasoldi chiamato Rai va smantellato e privatizzato, altro che Villari!, e pensare che un tempo i radicali erano favorevoli alla privatizzazione di questo Ente, sì un tempo, e ora? Chissà...
Daniele
Re: Privatizzare la Rai
La privatizzazione della Rai sono tutti gli altri che non la vogliono. Non cambiare argomento. Villari è stato eletto dai commissari del Pdl.
Praticità
Siamo pratici, con Villari la Commissione di Vigilanza non si sblocca tenendo questo Ente inutile in piena anarchia con il Consiglio di Amministrazione che è per giunta scaduto, e allora altro non resta da fare che sostituire Villari con Zavoli fare un nuovo Consiglio di Amministrazione e riprendere a far funzionare questa macchina mangiasoldi certo, il PDL in tutta questa vicenda non ci fà una gran figura, siamo d'accordo, però quà bisogna capire se si vuole far funzionare la Rai oppure prolungare questa agonia con ricorsi e contro ricorsi, inutile girare intorno al problema così come ribadisco che è da un bel pò ai radicali di privatizzare la Rai non importa un gran che.
Altra cosa, se l'IDV non si fosse impuntata così tanto tempo con un candidato per molti impresentabile come Orlando tutto questo non sarebbe successo e quindi l'origine del male è e resta l'IDV che basa gran parte della sua azione politica sul vittimismo, con il PD suo fedele cagnolino.
Daniele
Teatrino
Tu guardi il teatrino che hanno messo in piedi i partiti. Il problema non sta tanto lì. Il problema sono i comportamenti e le decisioni che hanno assunto la 2a e 3a carica dello stato.