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Capire Pannella rileggendo Sciascia

Testo: 

In queste giornate convulse, si ritorna a leggere Leonardo Sciascia: per capire, per fare chiarezza, per ritrovare il bandolo della matassa. Che cosa direbbe oggi lo scrittore siciliano? Ce lo chiediamo in tanti. In casa radicale, poi, è un riflesso naturale. Dalle parti di Torre Argentina, nella sede della galassia radicale, è come se Sciascia ci parlasse dell’attualità italiana di questi giorni.
Proviamo ad ascoltarlo, allora, rileggendolo.
Come ce lo ho ha riletto anche Antonella Casu con il suo articolo pubblicato da Europa e in cui la segretaria di radicali italiani propone, non soltanto un’analisi politica degli ultimi eventi, ma rilancia l’idea di un’anagrafe pubblica degli eletti come risposta seria e possibile alle probabili degenerazioni di un sistema ormai al collasso.
Leggiamo, dunque, Leonardo Sciascia in un articolo apparso nel maggio 1987: «Pannella è il solo uomo politico italiano che costantemente dimostri di avere il senso del diritto, della legge, della giustizia.
Ce ne saranno altri, ma senza volto e senza voce, immersi e sommersi in partiti la cui sensibilità ai problemi del diritto soltanto si manifesta quando qualche mandato di cattura raggiunge uomini del loro apparato: per il resto se ne stanno in silenzio…».
Ed ancora, nello stesso scritto, il maestro di Racalmuto seppe fotografare i radicali con queste poche parole: «Pannella e le non molte persone che pensano e sentono come lui (e con le quali mi onoro di stare) si trovano dunque ad assolvere un compito ben più gravoso e difficoltoso: ricordare agli immemori l’esistenza del diritto e rivendicare tale esistenza di fronte ai giochi di potere che appunto nel vuoto del diritto, o nel suo stravolgimento, la politica italiana conduce».
Ma la scelta di Pannella e dei radicali in difesa della “vita del diritto per il diritto alla vita” è sempre stata una scelta fuori da qualsiasi ideologismo o posizione incancrenita dal malcostume partitocratico, dal potere, dal nulla.
Sul Corriere della Sera (più di qualche anno fa) Arrigo Benedetti affermò: «Un curioso equivoco sussiste, Pannella è un libertario che difende la Costituzione, e invece lo scambiano per sovversivo. Unico particolare trascurato: attrae i giovani come facevano Ernesto Rossi, Mario Pannunzio e altri, e non li eccita alla contestazione del sistema ma al piacere della libertà.
Pannella farebbe carte false per destare gli italiani da un lungo torpore».
È arrivato il momento di uscire dal torpore e di aprire le pagine della storia dei radicali. È una storia che andrebbe finalmente conosciuta perché è ancora tutta da leggere, da scoprire, da far vivere per il futuro. Spero che, almeno dentro il Partito democratico, qualcuno abbia la volontà di ascoltare, sentire, riconoscere le parole di Leonardo Sciascia. E quel che Sciascia riconosceva ai radicali.

Data: 
Mercoledì, 7 January, 2009
Autore: 
PIER PAOLO SEGNERI
Fonte: 
L'OPINIONE
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Commenti

Senso dello Stato, della costituzione e del regime repubblicano-democratico vigente. Insomma, un etica del fare politica. Non idolatriamo nessuno, Pannella non e' un santo come non lo e' stato e non lo sara' mai nessuno.

Pero' e' un bella e valida prospettiva di analisi.