IN COMUNE
Chiesti chiarimenti sulla riapertura di un bando
L’associazione dei radicali “Trasparenza è partecipazione” chiede chiarezza sulla formazione del nucleo di valutazione del Comune, per l’esattezza sul motivo per cui è stato riaperto il bando per la scelta dei due componenti esterni e sulla griglia adottata per l’esame dei requisiti dei candidati.
Il sodalizio sollecita il difensore civico Elena Grossi a intervenire e in caso di indisponibilità a farlo si dice pronto a presentare ricorso al Tar. Tutti gli enti locali devono provvedere alla nomina del nucleo di valutazione dei dirigenti, formato da un rappresentante della realtà stessa e da due componenti esterni, con il compito di distribuire le indennità di risultato, ovvero i premi di produttività che si affiancano agli stipendi. Il 26 febbraio scorso la giunta comunale ha approvato una delibera per modificare le norme introdotte nel 2003 per la formazione del nucleo e per avviare le procedure per l’affidamento degli incarichi, stabilendo di fare ricorso a una selezione per curriculum. Il seguente 5 marzo è stato emanato l’avviso per i candidati, ma non tutto ha funzionato come avrebbe dovuto, spiega il segretario dell’associazione dei radicali, Pietro Pipi: «In 38 hanno inviato i propri profili professionali. Scaduti i 30 giorni di tempo prefissati hanno appreso che inspiegabilmente il bando era stato riaperto. L’11 settembre sono stati nominati due dei soggetti che hanno partecipato alla seconda selezione: Giovanni Blarasin, direttore generale della Provincia di Pordenone, e Lucio Gregoretti, sindacalista ed ex assessore. Vorrei far notare che tra gli esclusi vi è Ezio Guerci, professore universitario, tra gli autori del testo unico degli enti locali. Il terzo componente è Andrea Ravagnani, segretario generale e direttore generale del Comune, oltre che membro della commissione dei garanti per i referendum».
Pipi chiede quindi di vederci più chiaro: «Chiediamo alle istituzioni di rispettare almeno le proprie regole: vorremmo che questa nostra battaglia per l’applicazione del merito possa essere presa in mano dal difensore civico. In assenza di risposte sulla ragione per cui il bando è stato riaperto e sui criteri della griglia di valutazione dei candidati ricorreremo al Tar. Ci appelliamo ai consiglieri comunali perché portino in aula il caso delle nomine fatte soltanto in nome della spartizione partitocratica».