I radicali hanno denunciano il ministro per violenza privata Casini lo difende. Fini: «Il Parlamento faccia subito la legge»
ROMA. E’ bufera sul ministro del Welfare Maurizio Sacconi, dopo l’atto di indirizzo che inviato alla Regioni sull’assistenza ai malati terminali.
Violenza privata attraverso la minaccia «ingiusta», «implicita ma quanto mai chiara» verso la Casa di cura “Città di Udine”, «aggravata dal fatto di essere stata commessa da un pubblico ufficiale contro incaricati di un servizio di pubblica necessità». È questa la denuncia che Radicali italiani, l’associazione Luca Coscioni e Nessuno Tocchi Caino, hanno depositato ieri mattina alla Procura della Repubblica di Roma contro il ministro del Welfare, per le sue dichiarazioni circa le «conseguenze immaginabili» per la casa di cura friulana in caso accettasse Eluana Englaro.
«Il ministro – si legge nel testo della denuncia –- il 16 dicembre annunciava di aver emesso un atto di indirizzo generale che però è in chiarissimo e strumentale riferimento alla situazione maturata intorno al caso Englaro che stava per giungere all’epilogo».
Nella denuncia si punta il dito contro «la tempistica» del provvedimento «che mirava evidentemente a costringere i sanitari della “Città Udine”, contro la loro volontà, a omettere di procedere».
Oggi contro Sacconi la Sinistra democratica ha organizzato un sit-in. «Il dolore non è un affare di governo. Lasciate Eluana e la sua famiglia in pace». È il titolo della manifestazione che si terrà oggi domani dalle 10,30 alle 12 sotto la sede del ministero della Salute in via Veneto.
Solidale con Sacconi invece il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. «Voglio esprimere tutta la mia solidarietà al ministro Sacconi per la denuncia che ha ricevuto dai radicali – ha detto Casini –. Il suo è stato un atto di coraggio che condivido appieno. Sono assolutamente convinto che le strutture pubbliche hanno l’obbligo di corrispondere del tutto ai bisogni di alimentazione naturale delle persone».
Tenta di dare un senso al dibattito politico il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Il Parlamento non può sfuggire al dovere di legiferare su questi temi. Soprattutto quando la scienza sposta così in avanti il proprio confine». Fini ha pronunciato queste parole durante la cerimonia per gli auguri di Natale con la stampa parlamentare.
«Il Parlamento – ha aggiunto – è perfettamente conscio della difficoltà a cui va incontro, ma la legislazione va senz'altro aggiornata di fronte ai progressi della scienza».
Alla domanda su cosa pensi della possibile ingerenza dello Stato nel caso di Eluana Englaro, Fini non risponde ma si è limitato a dire: «Ognuno poi, su questi temi, agisce secondo la propria coscienza».
«L'intervento del ministro Sacconi – ha aggiunto Fini conversando con i cronisti al termine della cerimonia – diventa legittimo nel momento in cui non esiste una legge in materia».
Continuando a parlare del caso di Eluana Englaro, Fini ha aggiunto anche che «il vuoto che esiste in questa materia è solo il Parlamento che lo deve colmare». «Non può essere colmato infatti – ha proseguito – nè da un intervento amministrativo, nè da un intervento giudiziario».
«Io non dico che il ministro Sacconi abbia fatto bene o male – ha concluso il presidente della Camera –, nè dico che abbiano fatto bene o male i magistrati. Dico solo che se non si farà al più presto una legge su questi temi, le polemiche continueranno».