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Scuola, Tondo con la Lega: «Quote per docenti friulani»

Testo: 

Qui Friuli Dopo la nomina di presidi meridionali

MILANO - «Guardi, le polemiche sugli insegnanti meridionali le lascio alla Lega. Ci sono bravi professori del Nord e del Sud, mascalzoni del Sud e del Nord, cafoni del Nord e del Sud. Però...». Però Renzo Tondo, presidente del Friuli-Venezia Giulia, non vede affatto male l' idea del leghista Mario Pittoni di stabilire quote per i residenti nelle regioni, «guardo con simpatia alla proposta». L' esponente leghista nella commissione istruzione al Senato si era scagliato contro la nomina di sette presidi in Friuli, «quattro arrivano dalla Calabria, due dalla Campania e uno dalla Sicilia!», e medita un disegno di legge per dare priorità nell' assunzione ai locali e stabilire una percentuale di posti da dirigente scolastico riservata a chi risiede in regione, «su 118 posti vacanti in Italia 117 saranno coperti dal Centro-Sud, com' è possibile?». Il governatore Tondo, dalla sua Tolmezzo, fa un discorso più complesso: «Non è strano ci siano più insegnanti del Sud, rispetto al Nordest hanno un tasso di scolarizzazione più elevato e per cultura o necessità sono più disponibili a fare concorsi pubblici anche lontano dalla loro terra. Molti dei nostri giovani laureati sono figli di imprenditori e vanno a lavorare in azienda...». E allora? «E allora un problema c' è. Noi siamo una regione di confine, il friulano è una lingua riconosciuta dalla Costituzione e insegnata nelle scuole. Non sarebbe male definire una quota di insegnanti madrelingua, per salvaguardare questo nostro patrimonio». E poi, aggiunge Tondo, «c' è il problema della continuità didattica. Insegnanti magari bravissimi che stanno qui un anno e poi, legittimamente, chiedono l' avvicinamento alla loro città e se ne vanno. Così ci sono scuole dove i professori cambiano di continuo... Ecco, una riserva di posti sicuri per madrelingua e residenti nel territorio potrebbe servire».

Data: 
Mercoledì, 13 August, 2008
Autore: 
Gian Guido Vecchi
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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Commenti

Che dice Gileo rispetto a questa presa di posizione dell'amico Tondo di cui ha esaltato le doti genetliaco-gastronomiche nel suo blog?

Non so quello che pensa Leo, ma io dico solo che ad un alunno dovrebbe essere garantita una determinata continuità didattica e quindi io dico che contro i professori del Sud non ho personalmente nulla ma in cambio essi dovrebbero garantire ai propri alunni una certa, ripeto il termine, continuità didattica altrimenti, come dice il sen. Pittoni, è giusto avere insegnanti del luogo e festa finita.
PS. Più di qualche amico, politicamente non schierato o di area PD, mi ha garantito che nel ristorante di Tondo si mangia piuttosto bene, politica a parte.

Daniele

Non era mio interesse entrare nel merito della questione, ma di richiamare alla coerenza Gianfranco circa un tema su cui si era espresso recentemente in termini del tutto opposti a quelli di Tondo.

Nessuna risposta. O l'osservazione è così marchiana da essere assecondata solo da un silenzio assenso? :-)

Non è vero che al Sud c'è più scolarizzazione che al Nord: c'è semplicemente mancanza di spirito imprenditoriale e voglia di posto pubblico (le ragioni storiche le conosciamo bene). Inoltre, al Nord ci sono un sacco di insegnanti bravi che non trovano posto a causa della concorrenza sleale di quelli del Sud (si sa che un 110 di Palermo vale un 70 di Udine!). Quindi, benvenuta l'idea di regionalizzare gli insegnanti. Speriamo bene.

Ripeto, quello che per me conta è la continuità didattica tra alunno ed insegnante, possibilmente bravo, poi che sia del Nord o del Sud, almeno per me, poco importa mentre, semmai, a me interessa moltissimo che il livello qualitativo della scuola italiana cresca, invece di calare, altro che Nord e Sud, Friuli o Sicilia...
PS. Se io avessi avuto degli insegnanti validi uniti ad una certa continuità didattica state certi, cari amici, che a quest'ora con ogni probabilità sarei un laureato come molti di voi, invece di essere così come sono adesso, scusate lo sfogo.

Daniele