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Radicali all'attacco: doveva farsi uccidere? Transessuale aggredito, in cella perché clandestino. Parte la protesta

Testo: 

ROMA — «Non c'è dubbio che ci sia un clima teso, in cui aumentano le discriminazioni nei confronti dei transessuali. Una criminalizzazione che si vede già dai titoli della notizia, con il riferimento esplicito alle tendenze sessuali». Antonella Casu, segretaria dei Radicali italiani, lancia l'allarme subito dopo l'arresto del transessuale brasiliano clandestino che ieri ha chiesto aiuto ai carabinieri, mentre un uomo tentava di sfondargli la porta per ottenere prestazioni gratuite, finendo in manette.

Soltanto pochi giorni fa a Milano, ricorda, è stato violentato e ucciso un altro transessuale. «Che cosa avrebbe dovuto fare per salvarsi, farsi uccidere forse, così tutti si sarebbero disperati (a parole) per l'ennesimo episodio di violenza e di emarginazione?» ha appena scritto la Casu in una nota di protesta firmata assieme a Sergio Rovasio, segretario di Associazione Certi Diritti, nella quale stigmatizza il «lo strano comportamento delle forze dell'ordine». «Nel momento in cui questa persona chiede aiuto ci vorrebbe un po' di ragionevolezza» fa notare.

E invoca lo stesso trattamento concesso la scorsa settimana, a Milano, all'amica del transessuale ucciso, anche lei brasiliana e trans, che ha aiutato a risolvere l'omicidio: «Le forze dell'ordine in quel caso le hanno dato un permesso per rimanere in Italia regolarmente». Rita Bernardini, ex segretaria dei Radicali ora deputata del Partito democratico, concorda sulla soluzione proposta. Anche se si tratterebbe di fare proprio una discriminazione, in questo caso a vantaggio del transessuale, rispetto agli altri clandestini. «È uno di quei casi in cui ci rendiamo conto che ci sono leggi impazzite — dice —. Fatte soltanto per mettere paura ma di fatto inapplicabili, che nel confronto con la vita reale mostrano la loro ferocia. Noi vorremmo che questa persona, che ha avuto fiducia nelle forze dell'ordine, venisse aiutata. E confidiamo nel prefetto Carlo Mosca che ha mostrato grande saggezza anche nel gestire il problema dei Rom». Su un punto però Rita Bernardini non è d'accordo con la denuncia della Casu. Non c'è un clima ostile nei confronti dei transessuali. «Gli italiani sono sempre stati tolleranti sulle scelte dei singoli e sugli orientamenti sessuali di ciascuno. Non c'è discriminazione nei confronti dei transessuali. Anzi bisogna stare attenti a come si parla di questi fatti. Perché non vorrei che capitasse quello che avvenne per i sassi gettati dai cavalcavia. Quando vengono montate delle campagne c'è il rischio che poi alcuni fenomeni si possano verificare davvero».

Data: 
Lunedì, 11 August, 2008
Autore: 
Virginia Piccolillo
Fonte: 
WWW.CORRIERE.IT
Stampa e regime: 
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