Rispondo a Daniele Capezzone in riferimento alla opzione detentiva di isolamento sentenziata nei confronti Ottaviano Del Turco: "era proprio necessaria anche questa ulteriore forma afflittiva?"
Allo stato attuale ritengo di si'. Queste fattispecie di reato sono la manifestazione di un cancro che affligge direttamente la mentalita' democratica e quindi le sue istituzioni. Quando un decisore pubblico di cosi' alto rilievo compie illeciti di siffatta natura tradisce il suo ruolo, gli elettori, ma soprattutto la cittadinanza di cui ha la fiducia. Inoltre, perpetua con dolo uno stato di inefficienza del sistema Sanitario per un diretto tornaconto personale; parafrasando suona cosi': il decisore, una volta individuato il bene pubblico, lo sfrutta per interesse personale fregandosene a pieno delle esternalita' sulla collettivita'.
Questo vuole dire prendere in giro non solo i propri elettori, ma la cittadinanza nel suo complesso. Cio' e' non solo antigiuridico, ma contrario all'impalcatura stessa del contratto sociale alla base dello Stato e credo che, in un regime democratico quale il nostro, non ci sia onta peggiore.
Il fatto che una popolazione non chieda a gran voce come cio' possa accadere e' indice - a mio avviso - di grande preoccupazione: si chiama rassegnazione. Cio' e' avvalorato dal fatto che l'agora' pubblica e' piu' occupata a discutere sulla bonta' o meno della pena che sulle misure da porre in essere al fine di evitare casi analoghi nel futuro.
Francesco