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Bonino: "Sono innamorata" e l’austera Emma scoprì il gossip

Testo: 

Emma Bonino è innamorata, ed è una circostanza molto bella e molto umana. Ma visto che c’era, visto che l’altro giorno ha ritenuto di sciogliere il suo sempre più fragile riserbo rispondendo alle domande di Diva e donna, poteva anche dire qualcosina in più. E invece: «Lui non è un politico e non è italiano». Peccato, ma andava bene lo stesso. Sarà per la prossima puntata.

Chi segue da tanti anni il mondo appassionato e importante dei radicali - e anche le censure cui non di rado sono sottoposti - sa che pur di far passare il messaggio sarebbero disposti a usare qualsiasi mezzo. Ma da qualche tempo accade uno strano fenomeno, che forse anzi è normale, ma si fa notare lo stesso. E cioè il messaggio o non c’è tanto, o è leggero, oppure si perde, e nella testa dei destinatari rimane invece qualcosa che assimila i radicali a tutti gli altri politici di questo tempo, ed è la confessione pubblica, l’auto-racconto a sfondo emozionale, il dispiegamento dei propri preziosi sentimenti, il talk-show dell’ego pimpante, lo strip-tease della personalità.

Non s’intende mancare di rispetto alla Bonino, che impegno e dignità ha dato come poche altre donne alla vita pubblica italiana. Ma proprio per questo: posto che anche in questo caso di radicali si finisce per parlare, ha senso offrire di continuo in pasto al pubblico l’amore, gli amori, le vicende anche amare dell’esistenza, i rapporti con Pannella secondo schemi facili-facili, «non mi sono mai innamorata di lui, e neanche lui di me, per nostra fortuna non abbiamo mai avuto complicazioni di tipo sentimentale o sessuale?». E poi magari chiudere il tutto con due parole sulla propria vocazione quirinalizia («Sono cocciuta»).

Ecco, va tutto bene, ma non funziona tanto. Il sistema dei media tende a vivere di automatismi e ripetitività, ma un tempo i radicali sapevano come aggirarlo, o spiazzarlo. Oltretutto si tratta di vicende anche carine, ma ormai fritte e rifritte, e gli archivi cominciano a dimostrarlo anche quando contengono piccole perle di saggezza. «Innamorarsi è un caso - diceva ad esempio la mamma della Bonino -volersi bene è un’attività». Questa dell’amore sarà la terza o la quarta volta che scappa fuori, nel marzo del 2007 fu il turno di Magazine che, a proposito della vita sentimanentale di Emma, se ne uscì con il seguente titolo: «Vi dico tutto sulle voci del mio amante egiziano». Un fascinoso dottore cinquantenne, perbacco. Allora Emma fu anche spiritosa: «Ma quale amante d’Egitto! Non c’è mai stato né un medico né un beduino...» . Vai a sapere. Ma qualche mese prima, sui rapporti con Pannella, raccontati nel preciso identico modo, era stata la volta di Gente. E prima ancora di Grazia, vedi alla voce «amore», vedi alla voce «Pannella».

E’ grave? No - e rispetto all’amore, a un Amore, lo è ancora meno. Però c’è lo stesso qualcosa che non torna se meno di due anni orsono la Bonino spiegava che parlare di se stessa era per lei - piemontese allevata in una famiglia dove la riservatezza era nel dna - una «tortura». Per cui sì, il personale è politico, come si diceva negli anni settanta, «ma il privato non è pubblico».

Ecco, la più netta impressione è che oggi non sia più così - e non solo e non sempre per colpa o volontà dell’informazione. In questo la Bonino è assai sorvegliata. Ma sono ormai pochissimi i politici che riescono a farsi compiutamente i fatti loro senza proiettarli su un paese già abbastanza frastornato di suo.

E la dieta di Storace, le poesie di Bondi, le molestie sessuali subite dagli onorevoli Castelli, Romani, Salvi e Barbareschi. La dissenteria di Mastella, l’imbarazzo di stomaco di Cossiga, per Il Divo, i bermuda di Calderoli, il fidanzato comunista della figlia di Casini. E l’elenco è ancora limitato perché c’è il compleanno di Maroni, lo zio frate di Marini, il triangolo Ely Weber-Pamelona Prati-Antonio Di Pietro, i tre aborti di Ferrara, le sei candidate che sono andate a raccontare a Chi che tipo di mutande usano, l’astinenza elettorale di Gasparri, la mozzarella di Bettini, l0 chili alla settimana, il presidente del Consiglio che racconta di chiamarsi Silvio perché è stato concepito «in un boschetto», e vai a sapere se questo influirà sui destini della nazione.

Data: 
Mercoledì, 25 June, 2008
Autore: 
Filippo Ceccarelli
Fonte: 
LA REPUBBLICA
Stampa e regime: 
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