Gli umori della base elettorale nel sondaggio Il Piccolo-Swg. Le tensioni degli ultimi tempi danneggiano il Centrodestra, quasi raggiunto dal Centrosinistra
Aumenta la «forbice» tra i due candidati presidente. Gli azzurri in un mese hanno perso il 6 per cento
TRIESTE - A poco meno di tre mesi dal voto, fissato per l'8 giugno, Riccardo Illy mantiene saldamente la posizione di testa nei sondaggi sulle elezioni regionali. La Casa delle libertà, che dopo infinite polemiche e lasciandosi anche qualche «morto» dietro (in senso politico, si capisce) ha espresso quale sua candidata la leghista Alessandra Guerra, peggiora la sua posizione rispetto alle rilevazioni effettuate nei primi giorni dello scorso mese di febbraio.
Sono i risultati più eclatanti del nuovo sondaggio commissionato da Il Piccolo all'Swg, che nei suoi commenti a margine evidenzia anche come i dati tengano conto in maniera sostanziale delle tensioni interne al Centrodestra. Tensioni che, come vedremo, si riflettono soprattutto in un notevole calo di consensi per Forza Italia, che cede spiccioli di «percenti» ai suoi alleati e vede con ogni probabilità confluire sul candidato avversario i voti che mancano all'appello.
IL DIVARIO. Andando per ordine, Riccardo Illy viene accreditato di un 44.2 per cento di preferenze, con una crescita secca di indicazioni positive che sfiora il +3 per cento in un mese soltanto (era al 41.7 per cento in febbraio). La sua diretta concorrente, Alessandra Guerra, si ferma invece al 37.5 per cento, addirittura più sotto di 2.1 punti rispetto al mese scorso (39.6) quando però risultava ancora in ballottaggio il forzista Renzo Tondo, accreditato all'epoca del 40.7 per cento.
FORZA ITALIA. Una conferma diretta del mezzo sconquasso innescato all'interno dei berluscones dalla sofferta (e mai abbastanza rimpianta) rinuncia a Tondo arriva direttamente dalle crude cifre. In tale contesto Forza Italia rimane il primo partito della Cdl, ma scendendo in appena un mese dal 23 al 17 per cento.
Una vera e continua emorragia, che diventa più evidente se vengono presi in considerazione i risultati delle elezioni politiche del 2001, laddove la formazione forzista poteva contare addirittura sul 28 per cento dei suffragi.
ASSESTAMENTI. Dove sono andati a finire questi voti in libera uscita? Oltre a un minimo assestamento interno (An che passa dall'11.5 al 12 per cento, la Lega che sale, quasi fisiologicamente, dal 9.5 al 10 per cento, l'Udc che dal 2.8 si posiziona sul 3 per cento) si tratta quasi sicuramente di porzioni percentuali andate a incrementare sotto qualche forma la dotazione del candidato del Centrosinistra.
LISTA CIVICA. Singolare risulta a questo punto la leggera flessione marcata dalla lista civica che fa riferimento diretto all'ex sindaco di Trieste, ma che con ogni probabilità sta in diretta dipendenza con la decisione di non personalizzarla troppo. Sarà un caso, ma nel passaggio da un'ipotetica «Lista Illy» alla forma più neutra, poi diventata «Per il presidente», si sono persi per strada quasi il 3 per cento di consensi (dall'11.9 al 9 per cento), apparentemente confluiti nei Ds, che col loro 12.4 per cento sopravvanzano di appena lo 0.4 per cento la Margherita (a sua volta giunta al 12 partendo dal 9.9 per cento). In crescita anche i Verdi (dal 2.1 al 3.1), mentre rimangono sostanzialmente stabili Sdi (0.5 per cento), Lista Di Pietro - Italia dei Valori (2.3) e Udeur (0.5). Lievissima flessione, invece, per i Comunisti italiani (dall'1.5 all'1.2 per cento), con un Centrosinistra globalmente attestato sul 42 per cento senza contare il 4.7 del quale viene accreditata Rifondazione comunista, che a sua volta lascia qualche numeretto per strada (era al 5 per cento un mese orsono).
NON SCHIERATI. Tra i movimenti teoricamente ancora non schierati debuttano i Radicali di Pannella con l'1.5 per cento, alla pari del Movimento Friuli, che lascia lo 0.5 da qualche parte mentre prende fiato il terzo Polo di Agrusti e Renzulli, salito all'1.4 dal deludentissimo 0.6 del mese scorso. Con la Fiamma Tricolore allo 0.6 per cento, il voto scorporato tra Lista pensionati e Bell'Italia di Sgarbi, chiarisce al momento che i primi si assestano sull'1.1 mentre i fan dell'onorevole e critico ex forzista non vanno oltre lo 0.5 per cento, nonostante l'apporto di Sos Italia.
INDECISI. Piccola notazione finale, continua a rimanere molto alto il numero degli indecisi, sceso in un mese di pochissimo, dal 13. 5 al 13.2 per cento, mentre non sembra trascurabile neanche quel 5.1 per cento che non sa o non risponde. Di sicuro la battaglia si gioca (e si vince) al centro. Ci deve contare non poco la stessa Guerra, valutata, è vero, appena con un 6,7-6,9 di voto medio dagli elettori di Centrodestra ma divisa da una percentuale risibile (6,5 contro il 7,2 di Illy) quando ad esprimersi sono appunto gli elettori moderati e di centro.
Furio Baldassi