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Il caso a Pordenone. I genitori la invitano ad abortire

Testo: 

I genitori la invitano ad abortire
La 15enne va dall'avvocato
«Voglio allevare questo figlio con tutto l'amore di cui sono capace». L'avvocato: spero deciderà il Tribunale

PORDENONE - I genitori la invitano ad abortire e lei, una quindicenne di Pordenone, si rivolge all'avvocato «perchè - dice - voglio allevare questo figlio con tutto l'amore di cui sono capace». La storia - raccolta dal Gazzettino - è angosciante. La ragazza, infatti, secondo quanto ha raccontato al legale di fiducia, aveva avuto già un figlio nel 2006 che però non ha mai visto perchè, racconta la ragazza, dato in adozione. Ora un'altra gravidanza.

LA TESTIMONIANZA - «Credo in Dio e nei principi della Chiesa - ha raccontato la ragazza al legale di fiducia - e quindi non voglio abortire. Voglio questo figlio. Non saprei sopportare il dolore di un altro allontanamento, né di un aborto». La consulenza del legale, sempre secondo quanto scritto dal Gazzettino, servirà alla ragazza per portare a termine la gravidanza. L'avvocato, infatti, si è già rivolto al giudice tutelare, che deciderà al posto della famiglia. Il quotidiano scrive che la quindicenne è figlia di una coppia ben inserita in città. I genitori non hanno mai condiviso l'amore della figlia per un operaio di origini albanesi. Quando hanno saputo che era incinta l'hanno invitata a consultare un medico. La ragazzina ha però deciso diversamente.

L'AVVOCATO - «La decisione sul caso spetterà al Tribunale». È questa la speranza dell'avvocato Laura Ferretti che tutela la minorenne. La ragazzina ha infatti compiuto quindici anni a fine gennaio e quindi sarebbero comunque i suoi genitori a decidere sia sull' eventuale immediato aborto, sia sull'adozione, in quanto la figlia nemmeno al momento del parto avrà raggiunto il sedicesimo anno di età. L'alternativa è rappresentata dall'intervento del Tribunale, cui l'avvocato Ferretti si è appunto rivolta. «Per sottrarsi alla volontà dei genitori che vogliono l'aborto - ha detto Ferretti - la ragazzina era scappata di casa andando a vivere, per qualche giorno, dalla famiglia del fidanzato». «Il ragazzo nel frattempo - ha detto ancora l'avvocato pordenonese - si è trovato un lavoro e anche la futura suocera ha dato piena disponibilità ad ospitarli e a contribuire al sostentamento della ragazzina e del nascituro. Nonostante questo - ha aggiunto l'avvocato - i genitori della mia assistita sono andati a riprenderla e l'hanno convinta a ritornare a casa». «Il chiodo fisso della studentessa - ha proseguito Ferretti - è quello di poter tenere il bambino e sinceramente mi sono convinta della bontà delle sue intenzioni per le modalità e la determinazione che sta dimostrando in questi giorni. Nella crudezza della sua età, si sta dimostrando pervicace e la scelta mi sembra consapevole. Dapprima si è rivolta ai servizi sociali del comune - ha aggiunto l'avvocato - e quindi al mio studio legale. Assieme al fidanzato sono risoluti nel voler evitare un aborto, oppure un'altra traumatica adozione, unica opzione alternativa che i genitori le concedono all'immediata interruzione della gravidanza, sulla quale, peraltro, da quanto mi ha raccontato la giovane, sembrano in questa seconda circostanza non nutrire alcun dubbio». «La nostra strategia - ha spiegato Ferretti - è quella di attivare il giudice tutelare per chiedere che non si proceda col volere dei genitori della mia assistita: ormai siamo a pochi giorni dallo scadere del terzo mese di gravidanza e contiamo di poter scongiurare l'aborto. Assieme ai servizi sociali e alle istituzioni competenti vedremo poi come agire prima della nascita del bimbo, perchè la ragazzina non reggerebbe nel vedersi per la seconda volta in due anni portare via il figlio appena partorito e vederlo sparire per sempre».

LE REAZIONI -  «La storia di questa ragazza e del suo fidanzato mi sembra quella di una gioventù che sta giocando ruoli troppo grossi». È questo il parere del presidente dell'Associazione famiglia e minori di Roma, Matilde Azzacconi. «Questi ragazzi - osserva Azzacconi - giocano a fare i grandi. Dopo una prima gravidanza, la giovane perservera con una seconda, andando contro alle regole della sua famiglia. È evidente che ci sono gravi problemi tra questa quindicenne e i suoi genitori. Mi chiedo poi che ruolo abbia il suo compagno». Azzacconi spiega che quando una giovane ha meno di 14 anni per la legge non ha la capacità di intendere e di volere e quindi non può riconoscere il bambino. Per l'assessore ai Servizi sociali del Comune di Pordenone, Gianni Zanolin, «l'unico caso 'sociale'» nella storia della quindicenne che si è rivolta all'avvocato per scongiurare la possibilità che i genitori la costringano ad abortire, «è quello del legale, che ha deciso di mettere sul giornale la pietosa vicenda di una minore alle prese con una situazione così delicata».

Data: 
Sabato, 22 March, 2008
Autore: 
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Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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