di Stefano Santarossa,
ingegnere civile, radicali italiani
L'applicazione dell'articolo 20 del Decreto “mille proroghe” ha di fatto paralizzato appalti, imprese di costruzione e progettisti.
Gli uffici del Genio Civile e delle Regioni infatti non accettano calcoli di cemento armato effettuati in base alla normativa risalente al 1996 per un errore nella formulazione dell'articolo che avrebbe dovuto prorogare per 18 mesi l'entrata del nuovo Testo Unico.
Dal 1 gennaio è bloccato l'iter di approvazione dei progetti e l'apertura di nuovi cantieri, con la paralisi per tutto il settore e per l'indotto.
Anche questa vicenda è parte del caso Italia. Dal 2003 ad oggi (anno di pubblicazione della OPCM 3274, pubblicata dopo la tragedia dei 27 bambini vittime del crollo della scuola "Francesco Jovine" di San Giuliano di Puglia del 31 ottobre 2002) sono state emanate diverse norme poi corrette, sospese e sostituite varie volte, creando un vuoto normativo, tant’è che a distanza di quasi cinque anni non si è riusciti ad emanare una normativa che metta i tecnici nelle condizioni di poter operare in modo chiaro.
Una situazione così confusa ha portato alla pubblicazione di norme confuse e contraddittorie, che di fatto hanno come conseguenza l’elusione, involontaria, della stessa normativa.
Oltre alla concorrenza interna nella legiferazione sul tema da parte della Protezione Civile ed il Ministero dei lavori pubblici, si sono evidenziate le difficoltà del nostro paese di recepire subito la normativa europea (eurocodici) come previsto dalle norme comunitarie.
Compito del prossimo governo, in questo momento di vuoto normativo che ha causato la paralisi del settore delle costruzioni, è il recepimento degli eurocodici per fornire al nostro paese nel settore delle costruzioni una legislazione chiara, precisa che possa essere appieno applicata e rispettata.