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Prodi alza lo steccato e minaccia l'Unione: O con me o al voto

Testo: 

Roma, 22 gen (Velino) - Stretto in banchi governativi gremiti (tra i pochi assenti, non sapremmo dire se casualmente, i ministri Amato e Di Pietro), Romano Prodi ha pronunciato un discorso minaccioso nei confronti dell’Unione, e - crediamo - lunare nei confronti dell’opinione pubblica.

Intanto, forse senza far tesoro di alcuni autorevoli consigli ricevuti, il Premier ha scelto di tirare dritto: prima la fiducia alla Camera (domani pomeriggio), e poi la decisione di giocarsi il tutto per tutto al Senato, senza prima passare dal Quirinale.

In sostanza, Prodi si è rivolto alla sua (ex) maggioranza rivendicando l’esistenza di un patto di legislatura, e lasciando intendere chiaramente che la rottura del patto comporterebbe il ritorno alle urne. E’ evidente che, nel suo disperato tentativo di salvarsi, il Primo Ministro vuole far leva su chi è disperato anche più di lui: e cioè i partiti del centrosinistra, che sarebbero così avviati ad una sconfitta quasi certa. Mostrando loro il baratro elettorale, Prodi confida evidentemente in qualche ripensamento dell’ultima ora. Ma - a ben vedere - non si capisce come l’operazione possa funzionare: soprattutto i “nanetti” sarebbero molto più spaventati dal referendum elettorale che non dal voto con le regole esistenti (più o meno ritoccate).

Ma ancora più sorprendente, specialmente rispetto all’opinione pubblica, è la ricostruzione quasi da fiction che Prodi ha fatto del proprio Esecutivo. E’ parsa dagli accenti quasi autistici la ripetizione autoelogiativa di successi che è generoso definire presunti: e non si vede come la fotografia scattata da Prodi possa corrispondere a quella che ogni giorno è sotto gli occhi di larga parte del Paese. E forse, è proprio questo scollamento dalla realtà la responsabilità più grave del Capo del Governo, in questi due anni.

Ora, l’impressione è che il centrodestra debba maneggiare sapientemente l’argomento elettorale: è giusto tenere il punto e chiedere il voto, ma senza toni ultimativi che potrebbero ricompattare in extremis un centrosinistra a brandelli. Forse, come Il Velino suggeriva stamattina, la pressione della Cdl sarà utile per evitare che l’inevitabile - crediamo - Governo di transizione verso il voto sia di durata incerta e possa alimentare gli appetiti di chi vorrebbe trascinare una legislatura che non ha più molto da dire.

Per questo, sembra ragionevole lo scenario di un Governo istituzionale (quindi guidato da una personalità super partes, più che da un ministro dell’attuale Governo: questa terzietà appare indispensabile per gestire la fase elettorale, oltre che un fitto calendario di nomine) che abbia il mandato di effettuare pochi ritocchi alla legge elettorale, per andare subito dopo alle urne, già in questa primavera. È essenziale ottenere l’indicazione di un termine temporale, e di un termine temporale molto breve: solo questa sembra una condizione accettabile per evitare dilazioni, temporeggiamenti e inganni.

Naturalmente, ci auguriamo che si faccia largo l’esigenza di dare un profilo costituente al nuovo Parlamento: e sarebbe quindi molto saggio che ciascuno, anche in campagna elettorale, avanzasse proposte concrete, e manifestasse un preventivo spirito di collaborazione. Per un compito, però, che apparterrà solo alla prossima legislatura.

Data: 
Martedì, 22 January, 2008
Autore: 
DANIELE CAPEZZONE
Fonte: 
IL VELINO
Stampa e regime: 
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Commenti

Più che la voce di Capezzone leggo sempre più in questo articolo la voce del Cavaliere, d'altronde, si sà, che il Nostro vuole fare carriera in quel di Arcore e allora, da persona ambiziosa quale è, giustamente si adegua solo che quello che continuo a non capire e come mai il Nostro buon Santarossa si ostini pervicacemente a pubblicare in questo sito le sue opinioni che credo, ormai, da queste parti non interessano proprio più a nessuno.

Daniele

E basta con 'sto velino.

Ma i nostri che fanno? Stanno zitti?

I nostri, o cosiddetti tali, prima devono rifarsi la faccia, dopo aver fatto gli ultimi giapponesi di Prodi, decidendosi una buona volta a fare politica a 360° e non a 180° come fatto finora, c'è la faranno? Io a riguardo ho fortissimi dubbi, verrò smentito? Me lo auguro di cuore ma le sensazioni, e non solo quelle, che ho sono alquanto cupe...

Daniele

Cosa dovrebbero fare? L'intervento di Emma lo condivido.