Una vittoria tutta italiana. Dietro la felice conclusione della decennale battaglia Onu per una moratoria universale delle esecuzioni c'è il governo italiano, sin dall'inizio a capo della crociata. Ma anche organizzazioni come Sant'Egidio di Mario Marazziti, con le sue 5 milioni di firme presentate all'Onu, gli abolizionisti di Nessuno Tocchi Caino, e soprattutto Emma Bonino, la leader radicale che più di ogni altra si è battuta per arrivare a questo difficile traguardo.
«È un grosso successo per il Paese, per il governo italiano, per il Parlamento e per la società civile», ha detto l'ambasciatore italiano Marcello Spatafora uscendo dall'affollatissima aula della Terza Commissione dove con una maggioranza di 99 voti a favore e 52 contrari (gli astenuti sono stati 33) è stata approvata la risoluzione che chiede ai 192 Stati di «adottare una moratoria delle esecuzioni in vista della loro abolizione definitiva». Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha espresso soddisfazione «per un passo decisivo». «Si diceva che l'Italia è isolata internazionalmente ma questa è proprio una battaglia fatta dagli italiani. Un altro grande successo», per il presidente del Consiglio Romano Prodi.
E un risultato storico che premia l'unità europea, mancata in passato, e l'impegno dell'Italia, reduce da 150 incontri con altrettanti ambasciatori di Paesi diversi. Secondo il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, a New York per seguire in aula l'ultima tratta della maratona, «l'Italia è riuscita ad aprire un fronte afro-asiatico, inesistente in passato, incrinando quello dei Paesi arabi».
«Il dato politico che emerge da questa votazione è che con l'Algeria come co-sponsor, la Tunisia non presente e l'astensione del Marocco, si è spezzato il fronte dell'Organizzazione della conferenza islamica», conferma Matteo Mecacci, rappresentante all'Onu del partito Radicale transnazionale.
La Commissione ha respinto la proposta di Egitto, Singapore e Caraibici di votare paragrafo per paragrafo, e ha messo il documento ai voti nella sua interezza.
Il partito pro-capestro ha cercato di far deragliare il voto con una serie di modifiche orali imperniate sul collegamento tra aborto e esecuzioni, in nome del diritto alla vita. Ma il tentativo è fallito, nonostante il sì di Stati Uniti e Vaticano, che all'Orni non vota, ma ha ruolo di osservatore. Mentre il Palazzo di Vetro votava la moratoria, la Corte Suprema di Washington ha fermato in extremis la mano del boia della Florida, confermando la moratoria di fatto sulle iniezioni letali.