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Al VI Congresso dei Radicali Italiani....

Testo: 

Si è tenuta ieri 2 novembre 2007 la seconda giornata del VI Congresso nazionale dei Radicali Italiani presso la Fiera di Padova di Via Niccolò Tommaseo 59 (l'assise si concluderà domenica 4 novembre alle ore 12.30 con l'approvazione delle mozioni e l'elezione degli organi direttivi).
Ho deciso di recarmi ieri per diversi motivi fra cui il conoscere e l'approfondire l'umore degli iscritti dopo un anno e mezzo di presenza radicale al governo e l'incontrare nuovi e vecchi amici con i quali ho condiviso in questi dieci anni numerose battaglie laiche e liberali.
Giunto alle ore 11.00 presso il padiglione che ospita il Congresso, sono stato cortesemente fermato dai numerosi stand di riviste e pubblicazioni radicali: da "Democrazia & Libertà" che tratta di diritti umani, sino a "Translimen" dell'Associazione Esperantista Radicale sino alla rivista "Agenda Coscioni" che si occupa di ricerca scientifica e che fra l'altro mi arriva già regolarmente a casa.
Indirizzato dagli standisti presso gli uffici ove si erano riunite le Commissioni tematiche (ben nove commissioni: dalle libertà economiche, ai diritti umani, alla pace, alla libertà di ricerca scientifica, ai nuovi tipi di famiglia , alla libertà in rete e a quella d'informazione, alla giustizia ed al futuro dei radicali come partito.
Per quanto io sia arrivato tardi rispetto ai lavori, ho voluto comunque assistere a quelli dell'ottava Commissione: quella sulla libertà di ricerca scientifica e religiosa.
Entro e, chi ti trovo davanti, seduto fra gli spettatori ? Il "Mago Otelma" al secolo Marco Belelli ! Potete ben immaginare il mio immediato stupore....Ad ogni modo, in silenzio, prendo posto accanto a lui (fra l'altro uno dei pochi posti ancora rimasti disponibili) e mi accingo ad ascoltare l'ottimo e toccante intervento di Alessandro Frezzato dell'Associazione Luca Coscioni, ragazzo affetto da distrofia muscolare e autore del volume "Io Alessandro Frezzato: appunti di una battaglia per la vita e per la speranza". Alessandro, come i molti altri interventi, si scaglia giustamente contro un Paese arretrato come l'Italia ove la classe politica con il supporto del Vaticano preferisce ostacolare la ricerca scientifica e quindi condannare i malati al fine di tutelare non si sa bene quale "vita".
Ascoltando Alessandro ripenso a quei "maitre à penser" nostrani che hanno più volte pubblicamente accusato i radicali di "strumentalizzare i malati" come Luca Coscioni, Piero Welby, lo stesso Frezzato e mi viene quasi da piangere e da imprecare contro cotanta ignoranza e cotanta violenza verbale che tuttavia è spesso maggioritaria nei mass media.
Per la prima volta nella storia del nostro Paese (e forse più) dei malati divengono parte attiva di una lotta per la loro stessa vita, per la loro stessa sopravvivenza e quella di altri.
E' questo che si percepisce nella sala dell'ottava Commissione fra malati, medici e ricercatori. Oltre che fra militanti e dirigenti radicali.
Più tardi mi accingo a parlare con Marco Belelli, accanto a me, che io ricordavo nelle vesti televisive del "Mago Otelma" e che ho scoperto essere persona di grande passione e lucidità politica.
Mi ha rivelato di essere militante radicale da 21 anni e che il primo Congresso radicale al quale partercipò fu quello di Bologna nel 1988 e che a quest'assise avrebbe voluto presentare una mozione per una totale lotta alla Casta ed ai suoi privilegi; per l'abolizione della Legge Merlin con la conseguente regolamentazione della prostituzione e per l'integrazione della Turchia nell'Unione Europea a patto che questa rispetti i diritti umani e civili di tutti a cominciare da quelli dei curdi e degli armeni.
Il dibattito congressuale è poi iniziato attorno alle ore 12.30 con le relazioni delle Commissioni a partire dal diritto di famiglia che, secondo i radicali dovrebbe essere riformato introducendo le cosiddette Unioni di fatto indipendentemente dall'orientamento sessuale (come peraltro avviene in quasi tutta Europa) proseguendo con la necessità di introdurre norme repressive per quanto concerne la violenza sulle donne sino a giungere all'abolizione della legge 40 sulla fecondazione assistita.
Nonostante gli interventi dei socialisti Francesco Mosca e Roberto Villetti dello Sdi sulla necessità di riaffermare la laicità dello Stato, essi non sono stati accolti con grande calore dalla platea.
Sullo Sdi, infatti, pesa l'abbandono del progetto della Rosa nel Pugno che l'On. Villetti ha cercato di giustificare affermando che i socialisti e i radicali hanno purtroppo un modo diverso di far politica: i militanti radicali sono una specie di "azionisti" parte attiva nelle loro lotte; mentre i socialisti si sentono più legati all'apparato del partito.
Fatto sta che entrambi si collocano oggi nel centrosinistra per quanto gli umori di militanti e dirigenti radicali per questa collocazione siano tutt'altro che buoni.
Non c'è stato infatti intervento o dichiarazione che non abbia sottolineato come il nostro Paese sia sempre più arretrato sotto tutti i punti di vista e poco democratico nella fattispecie per quanto concerne il sistema dell'informazione (giudicata monolitica con tanto di dati e statistiche alla mano).
C'è infatti chi ha testualmente dichiarato: "In 18 mesi di presenza radicale al governo nulla è cambiato !".
Purtuttavia l'impressone che si è percepita fra militanti, iscritti e simpatizzanti è che ci sia tutto sommato una gran voglia di lottare contro l'ignoranza diffusa, il dogma, l'ottusità politica e clericale.
E soprattutto ho avuto modo di vedere molti giovani fra i 18 e i 30 anni, cosa rarissima di questi tempi in un Congresso di partito.
Giovani provenienti un po' da tutta Italia che si sono pagati vitto e alloggio e che non sono stati "foraggiati" dall'apparato come spessissimo accade nei partiti che se lo possono permettere (anche grazie ai lauti finanziamenti pubblici ai partiti stessi, ottenuti in proporzione al loro peso elettorale).
Marco Pannella, nell'intervento delle ore 17.30 ha detto una frase che penso possa valere a sottolineare lo spirito dei radicali di oggi eredi di quelli di ieri: "L'etica della responsabilità è la premessa per l'etica della libertà". E come non dargli torto in un Paese che storicamente, ahinoi, ha sempre cercato di scaricare le proprie responsabilità su qualcun altro e che la parola "libertà" è sempre stato uno slogan scandito da tutti ma mai praticato, in quanto forse neanche conosciuto e/o sperimentato.
Sul Congresso, tuttavia, pesa un grande assente forse ingiustificato: Daniele Capezzone. E qui mi fermo e preferisco non andar oltre nella questione.
Per quanto concerne il futuro dei radicali, invece, bisognerà attendere il corso degli eventi...."nelle prossime ore, minuti, forse" come ci avverte qualcuno.
Lo storico dirigente radicale Sergio Stanzani (che fondò il primo Partito Radicale negli anni '60, con Ernesto Rossi e altri liberali ed azionisti), tornando alla questione della Rosa nel Pugno ha ad ogni modo rivendicato il suo essere incondizionatamente da sempre liberale e non socialista in quanto essere liberale significa di per sé occuparsi di problemi sociali e, ha concluso con una riflessione che forse è nei cuori dei radicali di oggi e non solo: se il sogno di Mario Pannunzio e degli Amici de "Il Mondo" si realizzasse davvero, ovvero se nascesse una Terza Forza laica e liberale, la battaglia per una piena democrazia sarebbe inevitabilmente e finalmente vinta.
"Lo credo anch'io", penso dentro di me.

Luca Bagatin

Vorrei dedicare quest'articolo a diverse persone che mi hanno reso la giornata di ieri parcolarmente amabile.
Innanzitutto a Mina Welby che ieri mattina mi ha "buttato giù dal letto" inviandomi un affettuoso sms di "Buona giornata" alle ore 6.50 e che un mese fa mi invitò calorosamente a presenziare al Congresso.
A Marco Belelli per avermi fatto conoscere un "Divino Otelma" dal "volto umano".
A Paola Scaramuzza, amica e militante radicale di sempre che mi ha riportato ai tempi in cui raccoglievamo le firme e attaccavamo i manifesti in solitaria (e a Trieste salimmo sulla ruota del Luna Park come bambini nonostante non solo non ne avessimo l'età, ma neanche il fisico).
Al raggio di sole dai capelli dorati e riccioluti che incontrai al Congresso in serata, fra una sigaretta e l'altra, chiamato Paola Vadalà: giovanissima insegnante di lettere di Taranto il cui più grosso cruccio sono gli studenti che sbagliano l'accento sulla "e".

Data: 
Domenica, 11 November, 2007
Autore: 
Luca Bagatin
Fonte: 
http://www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
Stampa e regime: 
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