Le proposte leghiste di reintroduzione della pena di morte nei confronti dei colpevoli di atroci delitti, potrebbero avere effetti negativi sulla campagna per la moratoria sulla pena di morte ad un passo dal voto in occasione della 62ma Assemblea Generale dell’ONU.
Non criminalizzo il segretario provinciale della Lega nord, Bortolotti, che non fa altro che scimmiottare le posizioni note del ministro Calderoli a favore della pena di morte. Ma sorprende che i leghisti fingano di non conoscere la costituzione italiana e gli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese, che vietano la pena di morte.
Bortolotti dovrebbe inoltre sapere che nei Paesi che mantengono la pena di morte non si assiste ad alcuna diminuizione dei reati che hanno come condanna tale pena.
L'abolizione della pena di morte va nella direzione dell’affermazione della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani, argomenti sui quali la Lega ha più volte mostrato posizioni criminogene, in quanto provocano nuova violenza e intolleranza con connotati di razzismo. La campagna per la moratoria, cioè la campagna per fermare il boia affinchè tutti gli stati maturino la decisione di abolire la pena di morte, rappresenterebbe al contrario l'affermazione di un nuovo diritto umano: non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura giudiziaria.