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NOI E PECHINO Isolare la Cina? È un’assurdità

Testo: 

Mi stupisco che Renzo Tondo possa, oggi come oggi, ancora parlare di «isolare la dittatura di Pechino», concetto che esprime quanto meno un modo di pensare sorpassato e anacronistico in tempi di globalizzazione.
L’incremento degli scambi commerciali e l’espansione del mercato, storicamente, hanno sempre portato a un incremento del benessere economico dei soggetti che hanno partecipato a tale sviluppo. Al contrario, le politiche protezionistiche e autarchiche non hanno fatto progredire i sistemi economici. Questo concetto è l’elemento fondante del liberismo.
Il perseguimento di tale politica economica ha portato alla creazione del mercato comune europeo e delle altre aree di libero scambio mondiale come il Nafta. Lo sviluppo del Wto (Organizzazione mondiale del commercio), che regolamenta i rapporti commerciali a livello mondiale, potrebbe essere un altro passo verso la creazione di un mercato unico globale, privo di dazi e altri vincoli agli scambi internazionali. Quest’espansione dei mercati, più che da una volontà politica, è dettata dalle esigenze dei soggetti che partecipano al mercato stesso e vogliono accrescere il proprio livello economico.
È proprio una politica di sempre maggiore apertura verso il resto del mondo che farà della Cina un paese più interdipendente e in questo modo potremo efficacemente esercitare pressioni per lo sviluppo democratico, per la tutela dei diritti civili e dell’ambiente.
È grazie a quest’apertura che oggi l’opinione pubblica mondiale può venire a conoscenza, anche se ancora in modo limitato, delle violazioni dei diritti umani all’interno della Cina e agire di conseguenza.
Il fatto stesso che la Cina ospiti le prossime Olimpiadi sta dando e darà una grande occasione al mondo per conoscere meglio quel paese e le sue dinamiche interne. Ciò non si sarebbe mai avverato senza l’apertura sociale e culturale che la Cina ha sperimentato in seguito all’apertura commerciale.
Inoltre, lo sviluppo economico della Cina porterà sempre maggior benessere ai suoi abitanti e, con esso, quelle conseguenti rivendicazioni nei diritti civili e sindacali che in Europa abbiamo sperimentato nei decenni passati.
È assolutamente non veritiera l’affermazione del presunto abbandono dell’impegno libertario ed emancipatore di Emma Bonino, e a tal proposito ricordo che il ministro Bonino – in occasione del suo viaggio in Cina con la delegazione governativa – ha dichiarato pubblicamente le questioni sui diritti umani che ha poi sollevato come nessun altro ministro della Repubblica aveva fatto fino ad allora.
Inoltre, la Cina, proprio in vista delle Olimpiadi del prossimo anno, ha anche adottato misure volte al contenimento della pena capitale, come la legge che impone che le condanne a morte debbano essere confermate dalla Corte suprema prima di essere eseguite.
Chi ha un approccio pragmatico, e quindi realistico, e non di Realpolitik come vorrebbe far credere Tondo, deve tener conto anche di questi piccoli e certo insufficienti passi, ma che rappresentano pur sempre un miglioramento, e solamente chi è accecato da ideologie lo ignora e scioccamente getta fango su chi invece ha la capacità di cogliere, nelle difficoltà, le differenze.

Raffaella Powell
membro della direzione
dei Radicali friulani

Data: 
Venerdì, 17 August, 2007
Autore: 
Raffaella Powell
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Lettere
Stampa e regime: 
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Commenti

Buona la risposta di Raffaella allo sgangherato articolo di Tondo, di cui non comprendo la genesi, se non quella di voler accendere un'inutile polemichetta agostana. Infatti, a parte il suo richiamo al De Michelis di turno ministro degli esteri, per la causa della moratoria della pena di morte mi pare abbia fatto ben poco.
Invece, quando Berlusconi si faceva vedere spesso in compagnia dell'amico Putin, senza mai accennare alla sempre più forte stretta di diritti e di libertà in Russia, Renzo Tondo perché non ha mai scritto?