IL CASO
Proviamo ad affrescarla d’emblée? Dunque: ambiziosa, arrivista, fotogenica, impulsiva, determinata, volitiva, energica, femminile, mediterranea. Ma anche molto sospettosa, diffidente nei confronti dei giornalisti. Refrattaria a ogni tipo di interlocuzione con loro a meno che non siano addetti-stampa di riferimento, cantori delle sue gesta o addirittura suoi biografi. Un esempio? Basta sfogliare l’inserto a pagamento del Sole 24 ore di lunedì 9 luglio per ritrovarla – sorridente sotto un titolo “Valeria Grillo, una manager per il Friuli” – nuotare nel fiume di parole celebrative. Un passaggio dove lei fa parlare di sé? Eccolo: «Dopo una piccola pausa, perché i telefoni le squillano di continuo, Valeria Grillo, lunghi e serici capelli neri, su occhi accesi e vivaci, sbalordisce ancora con l’ultima considerazione. La dedica a tutti quelli che con lei collaborano al grande lavoro...» e giù di questo passo. Ah, di lei, all’inizio del flash apologetico, fa dire: «Spigliata, vigorosa, quasi dirompente. Non è facile parlarne, perché è difficile misurare quale Valeria prevalga: la politica, la manager, la presidente di due associazioni, una culturale e l’altra quasi un laboratorio politico: la Valeria che quasi come hobby suona in chiesa per le celebrazioni, la compagna di un giovane uomo che pazientemente l’aspetta grazie alla passione per lo sport praticato». E invitiamo tutti alla lettura sui passaggi che riguardano la sua managerialità, il suo impegno a tutto tondo, i suoi successi nello studio e nel lavoro. Anzi, dovunque. Insomma, roba da fare impallidire le beatificazioni di tanti capi-popolo.
Peccato che a volte la modestia giochi qualche brutto scherzo. Già, che dire dell’ouverture del pezzo che imbocca sgommando l’impervia via letteraria lasciando però sulla strada ingombranti pezzi di pneumatici segno evidente di traiettorie improvvide come quando vorrebbe commuovere parlando «dell’indimenticabile Dino Buzzati e dei suoi racconti del maresciallo”, pubblicati nel 1984, ma che furono scritti da Mario Soldati e non da Buzzati. Quel Soldati, rimarca velenoso il consigliere provinciale della Margherita. Arnaldo Scarabelli, che tra l’altro ha diretto “La Provinciale”... Scacco matto! E lo stesso Scarabelli rileva un altro fuoristrada: Dino Buzzati non è scomparso nel 1974, come cita l’articolo sulla Grillo, ma bensì il 28 gennaio 1972 a «Milano in una giornata di bufera di neve come veniva descritta dallo stesso scrittore nel suo famoso libro “Il deserto dei Tartari”»
Già, qualche brutta sgommata. Tanto che lo stesso Scarabelli ha già annunciato di voler effettuare una verifica su come sia stata pagata questa “informazione pubblicitaria”, giacché non vorrebbe trovare altri fuoripista.
Commenti
Valeria Grillo
So molto bene che a te, caro Tiziano, essendo un uomo ormai sposato, e quindi completamente fuori dai giochi, la Valeria Grillo non piace ma a noi, poveri maschietti e scapoloni impenitenti, la vice di Strassoldo piace, e pure parecchio.
PS. Delle serie " Per stavolta il nostro Tiziano si è dato al glamour, concediamoglielo...".
PS. Se la cosa ti può interessare, con ogni probabilità la Nostra, venerdì 27 luglio, sarà all'inaugurazione della Mostra alla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo invitata dal nostro presidente Alido Gerussi.
Daniele