Guzzetta a Pordenone con Tesini: c’è tempo fino al 24 luglio
PORDENONE Sono 7 mila le firme che il Friuli Venezia Giulia consegna finora al comitato referendario che promuove il cambiamento della legge elettorale. Tante e nello stesso tempo non ancora sufficienti a una battaglia politica «che non è antipolitica ma che vuole ridare dignità alla politica, incanalando quella giusta dose di rabbia». A spiegarlo, ieri sera a Pordenone, Giovanni Guzzetta, presidente del Comitato promotore dei referendum elettorali e professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma Tor Vergata. Guzzetta, che ha ringraziato i presidenti di giunta e consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia per essere stati i primi «a credere nell’importanza del referendum» ha ricevuto le firme da Alessandro Tesini. Alla consegna, oltre al presidente del Consiglio regionale, hanno partecipato Bruno Malattia, capogruppo dei Cittadini per il Presidente, Bruno Zvech (segretario Ds) i consiglieri regionali Nevio Alzetta, Paolo Pupulin (Ds) e Piero Colussi, il referente dei Radicali friulani, Stefano Santarossa, il sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello e molti rappresentanti locali dei Ds. L'impegno per promuovere il referendum «è trasversale – ha detto Bruno Malattia (Cittadini) – ed è un primo passo per rompere l’immobilismo dell’attuale classe politica». Ma la trasversalità – Malattia ha ringraziato An e i circoli della Libertà per l’aiuto dato nella raccolta delle firme – non trova concordi tutti. Bruno Zvech, evidenziando come i promotori del referendum non vogliano “sostituirsi all’assemblea legislativa” ma semmai incoraggiarla, ha però sottolineato che “se noi (ndr di centro sinistra) oggi siamo impegnati in prima persona in questa battaglia, non va dimenticato che qualcuno questa legge l’ha fatta slavo poi definirla una porcata». E se c’è una parte politica «che ha la colpa di aver votato questa legge – ha ribattuto Guzzetta – ce n’è un’altra che ha la colpa di non averla cambiata». Da qui una spinta trasversale tra i rappresentanti di centro destra e centro sinistra: «Erano anni che non si realizzava una convergenza di questo tipo. Siamo uniti oggi - ha rimarcato Guzzetta - per poter essere divisi domani, ciascuno nel proprio schieramento». Il popolo del referendum non vuole più una miriade di partiti ma due coalizioni compatte o grandi raggruppamenti e rifiuta le candidature multiple che ripescano “i trombati”. «Con questa legge elettorale la classe politica non rischia nulla, non rischia la sopravvivenza personale e questo crea un sistema disperato. Quello che più colpisce – ancora Guzzetta – è che il mondo politico oggi sia un mondo a parte, totalmente scollato da quello reale. I politici che discutono di precariato poi assumono i propri collaboratori in nero, si scontrano sui pacs quando questi già sono una realtà. La politica deve riprendere a sintonizzarsi con il paese». Un paese che ha bisogno di «una scossa elettrica – ha detto Tesini -. Il referendum dimostra che questa opinione pubblica ha ancora una capacità di reazione». Le firme saranno raccolte fino al 24 luglio. Il comitato raccomanda di recarsi a firmare con certificato elettorale alla mano.