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Affermare la laicità dello Stato

Testo: 

Alle minacce ed insulti, nei confronti del neopresidente della Cei Bagnasco, non si può che rispondere con una condanna ferma. L'ordine del giorno promosso dalla Margherita in Consiglio comunale a Pordenone, mostra invece il volto di una classe politica che si affida al potere che appare più forte (la Chiesa), in un calcolo subalterno e gregario che, in sostanza, ci riporterebbe all'Italia degli anni '50. Ma anche dall'altra parte, la sinistra massimalista, sembra rispondere solo con insofferenze e malumori in grado di portare a gesti rozzi quali scritte sui muri, ma di fatto immaturi.

La proposta più sensata mi sembra quella lanciata da Francesco Merlo, quella cioè di "una scorta laica per Bagnasco", quella composta dalle forze autenticamente liberali e laiche, capaci affermando il principio della laicità dello Stato di permettere ai credenti di riscoprire i contenuti di una religiosità lontana dagli integralismi assimilabili a quelli dei talebani. Non riesco a comprendere quale base cattolica il capogruppo Flora Bomben abbia ascoltato. Di certo è chiara l'adesione del consigliere alla linea di Ruini capace di produrre solo sofferenze in molti credenti: agli omosessuali che si sentono ban­diti in nome di Cristo per i quali non è possibile vivere la propria affettività con dignità, alle coppie costrette ad emigrare all'estero per ricorrere alla fecondazione assistita e ai milioni di malati di malattie genetiche, per i quali è negata la speranza di guarigione con il divieto di utilizzo delle cellule staminali embrionali nella ricerca scientifica a causa della legge 40 voluta dal Vaticano.

Affermare la laicità dello Stato è l'unico antidoto per chi, in nome della religione, vuole trasformare in legge i dogmi delle gerarchie ecclesiastiche.

Data: 
Mercoledì, 6 June, 2007
Autore: 
Stefano Santarossa
Fonte: 
IL GAZZETTINO - Lettere
Stampa e regime: 
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