Entro il 18 giugno vanno raccolte le firme per depositare la Risoluzione
all'assemblea generale dell'Onu che scade a luglio. Serve la maggioranza dei 192 paesi
"Giorni decisivi, serve informazione"
I parlamentari "barricati" al piano terra da 72 ore. Dormono sui divanetti
Vietato il contatto con i dipendenti Rai. Chiuso l'ingresso principale
ROMA - Il bivacco è ben visibile. Basta passare di lì, da viale Mazzini, sede della Rai, e buttare un occhio dentro, al di là delle vetrate: come in un acquario, da 72 ore, quattro parlamentari, un europarlamentare, un segretario di partito e il presidente dell'Associazione Luca Coscioni reclamano, senza audio, "maggiore informazione sulla moratoria per la pena di morte". Ormai è questione di giorni, una settimana al massimo: se non saranno raccolte le firme anche questa sessione dell'assemblea delle Nazioni Unite passerà invano nonostante le attese e le aspettative.
I manifestanti - tutti radicali, Rita Bernardini e Maria Antonietta Coscioni, l'europarlamentare Marco Cappato, i parlamentari Maurizio Turco, Sergio D'Elia (che digiuna da oltre un mese e non sta affatto bene), Marco Beltrandi e Bruno Mellano - hanno "occupato" al piano terreno una sala di circa 300 metri quadrati, una dozzina di divanetti su cui dormire, si sono portati le coperte da casa mentre il vitto, mangiare e bere, arriva da fuori, per interposta persona. Il presidente Claudio Petruccioli ha vietato contatti diretti con esterni.
L'interdizione è scattata anche per i giornalisti Rai, vietato passare e chiedere notizie, evitare assembramenti tipo sit-in permanenti. Per maggiore tranquillità stamani è stato anche chiuso l'ingresso principale, quello su viale Mazzini e che "porta" agli occupanti. I dipendenti sono dovuti entrare dall'ingresso laterale di via Pasubio. Inevitabili le code.
A dir la verità l'occupazione era cominciata venerdì, intorno alle tredici, al settimo piano, il piano nobile di viale Mazzini, davanti all'ufficio di Petruccioli. Il quale aveva pensato di aver risolto la faccenda concordando "sette spazi in Rai sulla moratoria". "Accordo raggiunto" battevano le agenzie intorno alle diciotto. Ma il gruppo radicale si è solo spostato dal settimo piano al piano terra: "Prendiamo atto delle parole di Petruccioli e lo ringraziamo ma gli impegni sono stati troppe volte disattesi". Quindi gli occupanti stanno ancora lì. Nell'acquario. Domenica si sono portati in viale Mazzini anche Marco Pannella (anche lui sciopero della fame e della sete) e il ministro Emma Bonino per una conferenza stampa all'esterno della sede Rai. Nel pomeriggio sono stati raggiunti da alcuni parlamentari, da Furio Colombo a Ermete Realacci, da Cesare Salvi a Elettra Deiana. "La moratoria sulla pena di morte ( il congelamento delle condanne capitali nei paesi dove è ancora in vigore ndr) può finalmente essere approvata ma serve lo sforzo e la mobilitazione di tutti a cominciare dai mezzi di informazione e da quello pubblico che è la Rai" ha detto Emma Bonino stigmatizzando il silenzio dei mass media.
Un'occupazione e una protesta, quindi - precisa Maurizio Turco - "non per i Radicali ma per informare i cittadini italiani". Turco comunica tramite cellulare. Si concede qualche battuta: "Abbiamo un bagno e ci lasciano fumare in un giardinetto interno dove entriamo in contatto anche con i fumatori-dipendenti della Rai".
Racconta Turco: "Gli spazi tivù che ci ha concesso Petruccioli nel fine settimana sono stati domenica mattina, presto, cinque minuti nella trasmissione In famiglia e altri dieci minuti nello speciale Tg2 alle 14 e 30 dopo lo speciale motori. Abbiamo fatto i conti: sono sì e no sei milioni di contatti. Non è esattamente questo che intendiamo per fare informazione a tappeto in giornate che sono decisive per tutta la questione pena di morte". Stamani ha visitato gli occupanti una delegazione trasversale: Gennaro Migliore e Giovanni Russo Spena (Rc), il verde Bonelli e Andrea Ronchi (An).
Dall'inizio della legislatura, da luglio scorso, il governo e il parlamento italiano, Prodi e D'Alema in prima fila, si sono impegnati per fare approvare in questa sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite - in scadenza a fine luglio - la moratoria per la pena di morte. Che significa il congelamento delle condanne decise ma non ancora eseguite e il conseguente blocco delle eventuali future condanne. Si tratta di una via di mezzo in vista dell'abolizione delle pena capitale, un traguardo che sembra molto lontano considerato il peso politico a livello mondiale di Stati Uniti (60 esecuzioni) e Cina (1770), i due paesi che "contribuiscono" di più al bilancio delle esecuzioni. Più "facile" sospendere.
Moratoria, quindi. Per essere approvata servono la metà più uno dei paesi votanti che sono 192. Il ministro D'Alema che in questi mesi nei vari incontri ha convinto tutta l'Unione europea, è convinto che la risoluzione debba essere presentata all'Onu solo con l'obiettivo del successo. "Dai nostri contatti sappiamo che sono 94 i paesi che hanno firmato la dichiarazione, l'impegnativa" dice Maurizio Turco. Che aggiunge: "In più va calcolato il Sud Africa che si è offerto di essere capofila dei paesi africani. Insomma, dai nostri calcoli abbiamo la maggioranza. Entro il 18 giugno però vanno raccolte le firme". C'è poco tempo, appunto. E serve informazione.
Commenti
Rai Tv
Ma dico io questi qua, gli occupanti radicali, cosa vogliono? Ragazzi, la battaglia sulla moratoria è sicuramente di grande valore morale ma pretendere di monopolizzare l'informazione nazionale su un solo tema, per altro importante sia chiaro, mi sembra una pretesa, considerando che la RNP ha poco più del 2% dei voti, un "tantinello" eccessiva tanto che io, al posto di quelli della RAI, ignorerei tranquillamente la loro presenza in sede lasciandoli al loro destino, fisico e politico, anche se dubito che finirà così perchè la RAI in questo momento è un baraccone, aggiungo io da privatizzare immediatamente, con una tale confusione politica che questa azione dei radicali porterà certamente a dei risultati positivi, giocoforza.
Daniele