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Approvato il disegno di legge Capezzone

La Camera dei Deputati ha approvato, il 24 aprile 2007, in prima lettura, la Proposta di legge Capezzone ” Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività" ( AC 1428), integrata con alcune delle norme presenti nel Disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni (AC 2272). Ora il testo va all’esame del Senato.

IMPRESA PIÙ FACILE

Premessa

Il 2006 è stato un anno di ripresa. Negli ultimi mesi si è andato diffondendo un clima di fiducia da parte di imprenditori, manager e rappresentanti delle istituzioni. Nei dati 2006 il Pil mostra un tasso di crescita dell'1,9% - il valore più alto a partire dal 2001 - a cui ha contribuito soprattutto l'indice della produzione industriale con un incremento del 2,5% - primo valore positivo per la prima volta negli ultimi sei anni - e le esportazioni che hanno registrato un aumento del 5,3%. Il 2007 dovrebbe essere l'anno in cui tale scenario potrebbe divenire ancora più favorevole a seguito "delle azioni di politica economica, del comportamento delle parti sociali e del clima di fiducia che questi stessi comportamenti sapranno generare." (Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica, marzo 2007)

Rimane, comunque, ancora lontano l'obiettivo strategico dell'Unione europea di formare, entro il 2010, l'economia più dinamica e competitiva del mondo e che impone agli Stati membri di raggiungere livelli di sviluppo socio economico unitari individuati negli Obiettivi di Lisbona. Le riforme di Lisbona sono ad ampio spettro: vanno dal consolidamento dei conti pubblici alla sostenibilità finanziaria del sistema di Welfare, dall'aumento al 3% degli investimenti in ricerca e innovazione all'incremento dell'occupazione al 70% della popolazione attiva, alla flessibilità dei mercati del lavoro, al potenziamento degli sforzi in formazione del capitale umano.
Per il Centre for European Reform (CER) l'Italia si posiziona al ventunesimo posto su 27 Paesi per quanto riguarda l'attuale raggiungimento degli obiettivi.

I risultati di tali ricerche si intersecano profondamente con un tema che è divenuto centrale nella politica economica del governo e che riguarda la vita concreta delle nostre imprese e del sistema Italia. Infatti il nostro Paese presenta un modello di sviluppo originale fondato su una diffusa presenza sul territorio di piccole e medie imprese nate dalla capacità imprenditoriale del singolo. Nel nostro Paese le PMI rappresentano un universo complesso e variegato che concentra per l'industria il 75% del valore aggiunto e il 60% dell'occupazione, per i servizi il 49% del valore aggiunto ed il 35% degli addetti. Per avviare o esercitare una attività di impresa vige il generale principio di priorità dell'intervento amministrativo. "Ciò ha determinato, e contribuisce tuttora a determinare, il sostanziale imbrigliamento delle iniziative imprenditoriali, la loro innaturale burocratizzazione, la lentezza dei processi autorizzatori, la mortificazione, in definitiva, di buona parte delle potenzialità di sviluppo della nostra economia."(Capezzone, relazione generale al provvedimento AC 1428-A, 16 aprile 2007). Su tali questioni c'è una condivisione di idee tra maggioranza ed opposizione che sia necessario un salto di qualità, anche culturale, che consenta alle imprese di liberarsi dai vincoli amministrativi, spesso ingiustificati e costosi, che altro non fanno che inibire lo slancio creativo e propositivo di molti imprenditori, senza alcuna reale utilità per la collettività.

1. Impresa più facile: il DDL AC 2272, la Pdl n.1428-A “Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e in materia di dichiarazione di inizio attività”

Come ha sottolineato il relatore Capezzone "il commissario europeo Günter Verheugen ha denunciato il fatto che gli imprenditori italiani sono nella situazione peggiore, sia per quanto attiene alla partenza delle imprese, sia per quanto attiene alla gestione successiva delle stesse, sia sotto profilo dei tempi, sia sotto il profilo dei costi. I dati della Banca mondiale parlano chiaro: nella classifica della facilità con cui si può operare sul mercato il nostro paese è al settantaseiesimo posto nel mondo; per quanto riguarda l'apertura di una attività è al quarantesimo posto; per ottenere licenze è al novantatreesimo; per l'assunzione di dipendenti è al centotrentottesimo, su centocinquantaquattro paesi."

In pratica, nella situazione attuale le autorizzazioni che un imprenditore deve richiedere ed ottenere per far partire concretamente la propria attività oscillano tra le cinquantotto e le ottanta, molte delle quali superflue. Inoltre la lungaggine dei tempi amministrativi si unisce ad una situazione di incertezza e di precarietà, con conseguenze economiche che scoraggiano il "fare impresa", il "fare occupazione", il "fare crescita".

Per il governo e per le forze presenti nell'arco parlamentare è divenuta un'esigenza primaria fornire una risposta chiara in merito alla questione centrale: la burocrazia veloce.

Gli interventi in materia di qualità della regolazione e di semplificazione sono ormai ritenuti, per tutte le motivazioni illustrate, strategici per il rilancio della competitività e per la certezza dell'esercizio dei diritti di cittadinanza. Inoltre il nuovo contesto costituzionale ha spostato in larga misura a livello delle Regioni e degli Enti locali il baricentro dell'attività di semplificazione e di regolazione.

Il tema della semplificazione è divenuto un vero e proprio disegno strategico del Governo su cui investire politicamente: il Ministro Nicolais ha presentato un disegno di legge "in materia di efficienza delle amministrazioni pubbliche e di riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese" (AC 2161); il Ministro Bersani ha ideato un pacchetto denominato "Impresa più facile" contenente misure di semplificazione mirate sulla nascita e sull'avvio delle imprese e sulla realizzazione e modificazione degli impianti produttivi ed ha istituito, presso il Gabinetto del proprio Ministero, una Commissione di studio in merito alla riduzione ed alla semplificazione degli adempimenti amministrativi delle imprese a cui partecipano rappresentanti delle amministrazioni e degli enti interessati ad ogni livello, di centri di studio e di formazione e del mondo accademico.

Quest'ultimo profilo è stato parallelamente approfondito anche in sede parlamentare dove è già da tempo all'esame delle competenti Commissioni la proposta di legge A.C 1428, (primo firmatario Capezzone) che segna un'importante messa a punto delle problematiche concernenti gli adempimenti amministrativi delle imprese e delinea una prospettiva di riforma, prevedendo una drastica riduzione dei termini procedimentali e delegando il Governo a modificare di conseguenza le norme vigenti sullo sportello unico per le attività produttive. Il disegno di legge governativo, AC 2272, presentato successivamente, anticipa l'operatività di alcuni principi contenuti nella proposta di legge Capezzone, prevedendo norme che hanno proprio il carattere di integrazione e realizzazione concreta dei principi contenuti nella proposta di legge parlamentare.

Pertanto si è convenuto di "traslare", con alcune modifiche, mediante un emendamento del relatore, le norme del ddl governativo relative alla realizzazione degli impianti produttivi nella proposta di legge Capezzone.

Le modifiche e le integrazioni proposte si configurano, in gran parte, come attuazione della delega contenuta nella stesura originaria della proposta di legge parlamentare. Di seguito si illustrano le disposizioni relative allo sportello unico per le imprese e la disciplina dell'avvio dell'attività di impresa derivanti dalla fusione dei testi governativo e parlamentare.

2. Meno incertezze e tempi più celeri per avviare un’attività produttiva

Il nuovo articolo 1 della proposta di legge Capezzone disciplina la realizzazione e la modificazione degli impianti produttivi relativi a tutte le attività di produzione di beni e servizi, incluse le attività agricole, commerciali e artigiane, le attività turistiche ed alberghiere, i servizi resi dalle banche e dagli intermediari finanziari, i servizi di telecomunicazioni. L'ambito di applicazione della norma ribadisce quanto già disposto dal D.P.R. 20 ottobre 1998, n. 447, come modificato dal D.P.R. 7 dicembre 2000, n. 440 che ha esteso il campo di applicazione dello sportello unico alle citate fattispecie prima relativo solo agli impianti produttivi di beni e servizi.

Le funzioni amministrative concernenti la realizzazione, l'ampliamento, la cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti produttivi, incluso il rilascio delle concessioni o autorizzazioni edilizie, sono attribuite ai comuni dall'art. 23 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112. Le predette funzioni sono esercitate da un'unica struttura responsabile dell'intero procedimento presso il quale è istituito uno sportello unico al fine di garantire a tutti gli interessati un'informazione ed un'assistenza esaustiva per ciascuna procedura e/o tipologia di operazione imprenditoriale intrapresa.

Il provvedimento si propone, in particolare, i seguenti obiettivi: il rafforzamento dello sportello unico per le imprese che diventa lo snodo strategico, una sorta di centrale operativa, per avviare un'attività produttiva; l'obbligo per le amministrazioni statali, le Regioni egli enti locali di riorganizzare strutture e procedimenti secondo quanto stabilito dal provvedimento in materia di adempimenti amministrativi per le imprese; il ricorso massiccio alle comunicazioni on-line ed alle pronunce accelerate della Conferenza di servizi.

Il risultato è l'attivazione di un percorso burocratico veloce imperniato su un'unica struttura e su un unico procedimento con l'obiettivo di eliminare ogni divieto ed ogni vincolo all'attività di impresa non giustificato dalla "tutela di interessi pubblici primari".

Tutte le comunicazioni, le pratiche degli imprenditori e delle stesse amministrazioni pubbliche dovranno avere come terminale lo sportello unico che da mero centro di smistamento pratiche diventa una vera e propria centrale operativa. Gli enti locali sono espressamente sollecitati a rendere operativo lo sportello unico anche in forma associata prevedendo l'obbligo delle Regioni di intervenire in via sostitutiva in caso d'inadempienza. Per tali motivi si prevede la promozione d'intese ed accordi tra Governo e Regioni al fine di disciplinare l'istituzione degli sportelli unici e i poteri di controllo sostitutivo regionali e statali in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni e di Conferenza unificata.

L'iter da seguire per chiunque voglia realizzare o modificare un impianto produttivo è, nello specifico, il seguente:

- l’imprenditore può rivolgersi ad un unico ufficio (Sportello unico per le attività produttive, dove già operativo) per ciascun comune in cui svolgere tutte le pratiche relative alla realizzazione o alla modifica di impianti;
- all’imprenditore che vuole avviare i lavori basterà presentare una “dichiarazione unica” che attesti la sussistenza dei requisiti previsti per la realizzazione dell'intervento, corredata degli elaborati progettuali e della dichiarazione di conformità del progetto, resa dal progettista (per i profili edilizi e urbanistici, igienico-sanitari, di sicurezza e di certificazione di prevenzione incendi). Riceverà così una ricevuta a vista dal Comune che darà il via libero immediato ai lavori.

Per la realizzazione di impianti produttivi complessi, non compresi nei casi di esclusione contemplati dal provvedimento e illustrati di seguito, non è sufficiente la dichiarazione di conformità resa dal progettista: l'imprenditore deve presentare allo sportello unico una dichiarazione la sussistenza dei requisiti previsti per la realizzazione dell'intervento, corredata dagli elaborati progettuali e della dichiarazione di conformità del progetto alla normativa applicabile resa da un ente tecnico accreditato.

Nel caso in cui il progetto di impianto produttivo contrasti con lo strumento urbanistico, sebbene conforme alla disciplina ambientale, sanitaria, di tutela dei beni culturali e paesaggistici, di sicurezza, non basta la dichiarazione unica: è prevista la convocazione della conferenza dei servizi in seduta pubblica ed in tale sede si acquisiscono e valutano le osservazioni di tutti i soggetti interessati. Il verbale della Conferenza è poi trasmesso al consiglio comunale che delibera sulla variante urbanistica con decisione definitiva, entro trenta giorni, laddove la regione manifesti il proprio assenso in Conferenza di servizi. Nel caso in cui la posizione della regione sia negativa il consiglio comunale può deliberare una diversa allocazione dell'impianto o diversa modalità di realizzazione. Sarebbe opportuno che il comune si limitasse a proporre la diversa localizzazione dell'impianto o la diversa modalità di realizzazione dell'investimento alla Conferenza di servizi in modo che sia sufficiente solo una delibera successiva del comune di ratifica delle conclusioni della Conferenza di servizi per l'approvazione della proposta.

Nel caso in cui ci sia necessità di chiarimenti circa il rispetto delle normative tecniche e la localizzazione dell'impianto, lo sportello unico, d'ufficio o su richiesta dei soggetti coinvolti, convoca immediatamente una riunione, anche per via telematica, di cui viene redatto un apposito verbale che, in caso di approvazione, è vincolante per le parti. La convocazione della riunione non comporta l'interruzione dell'attività avviata..

La realizzazione degli impianti produttivi non potrà essere immediatamente avviata, quando sussistono profili attinenti:
•alla tutela della salute, della pubblica incolumità, dell'ambiente;
•alla tutela dei beni culturali e del patrimonio storico-paesaggistico;
•alla difesa ed alla pubblica sicurezza.

Sono inoltre esclusi dall'avvio immediato gli impianti che rientrano nei seguenti casi:
•quando la normativa comunitaria impone l'adozione di provvedimenti amministrativi formali;
•quando gli impianti utilizzano materiale nucleare o producono materiali di armamento;
•di deposito costiero e di impianti di produzione, raffinazione e stoccaggio di oli minerali;
•di impianti per il deposito temporaneo, smaltimento, recupero e riciclaggio di rifiuti.

3. Autorizzazione degli impianti produttivi mediante conferenza di servizi per via telematica

Accanto al procedimento mediante autocertificazione che si realizza attraverso la presentazione della dichiarazione unica allo SUAP con l'immediato avvio dei lavori secondo le procedure illustrate, il provvedimento rivede e accelera anche il procedimento mediante autorizzazione.
Si dispone, infatti, che, nelle ipotesi comprese tra i casi di esclusione dall'immediato avvio dei lavori precedentemente illustrate, le relative domande di autorizzazione sono immediatamente trasmesse dallo sportello unico alle amministrazioni competenti e il medesimo sportello provvede alla convocazione di una Conferenza di servizi che si svolge per via telematica e che deve perfezionare il verbale conclusivo entro un mese dalla prima riunione della Conferenza che ha luogo entro sette giorni dalla presentazione della documentazione da parte dell'interessato. Decorsi i trenta giorni senza che siano intervenuti atti interdittivi o prescrittivi le opere possono essere avviate.

Ove sia espresso motivato dissenso, decorso il termine dei trenta giorni, il provvedimento dispone che se il motivato dissenso è espresso da un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, o alla tutela della salute e della pubblica incolumità la decisione è rimessa al Consiglio dei Ministri, nel caso in cui l'amministrazione dissenziente o procedente sia un'amministrazione statale, o ai competenti organi collegiali esecutivi degli enti territoriali, nelle altre ipotesi. Il Consiglio dei Ministri o gli organi collegiali esecutivi degli enti territoriali deliberano entro trenta giorni, salvo che il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Presidente della giunta regionale, ovvero il Presidente della Provincia o il Sindaco, valutata la complessità dell'istruttoria, decidano di prorogare tale termine per un ulteriore periodo non superiore a trenta giorni.

Resta immutata la procedura di valutazione di impatto ambientale, quando necessaria.

4. Collaudo; poteri di controllo e vigilanza nel procedimento; controlli sulle attività produttive

La fine dei lavori viene comunicata allo sportello unico mediante un'apposita dichiarazione dell'interessato corredata da una certificazione del direttore dei lavori che attesti la conformità dell'opera al progetto presentato e la sua agibilità. Nel caso in cui la messa in funzione degli impianti sia subordinata per legge a collaudo esso viene affidato ad un ente tecnico accreditato indipendente, o da professionisti abilitati, scelti dall'imprenditore ma diversi dal progettista dell'impianto e dal direttore dei lavori e, comunque, non devono risultare collegati professionalmente o economicamente, in maniera diretta o indiretta, all'impresa.

Il certificato positivo del collaudo consente l'immediata messa in funzione dell'impianto.

Le amministrazioni competenti esercitano i poteri di controllo e di verifica sulla conformità degli impianti anche successivamente al rilascio del certificato positivo del collaudo e possono adottare le eventuali misure immediatamente interdittive. Per dare maggiori certezze alle imprese, si dispone che tali misure possano essere riesaminate in conferenza dei servizi su richiesta dell’interessato. Nel caso in cui sia accertata la falsità delle autocertificazioni necessarie per l'avvio dell'impianto viene ordinata la riduzione in pristino dell'impianto a spese dell'impresa oltre all'applicazione delle altre conseguenze penali e disciplinari.

Si disciplinano anche i controlli sulle attività produttive secondo modalità e tempi compatibili con lo svolgimento delle attività imprenditoriali, anche garantendo la contestualità e l'unitarietà ove siano competenti più uffici. A tal fine si prevedono intese tra i presidenti delle Regioni, i capi delle prefetture-uffici territoriali del Governo e degli uffici finanziari nonché i sindaci, mentre la Conferenza Unificata potrà individuare le modalità essenziali, la cui violazione determinerà il diritto dell'imprenditore interessato ad un indennizzo forfetario.

5. Le misure di attuazione

La nuova disciplina per la realizzazione e modificazione degli impianti produttivi si applicherà ai procedimenti avviati decorsi 180 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento stabilita nel giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A decorrere dallo stesso termine sono abrogati il regolamento di cui al DPR 20 ottobre 1998, n. 447 ed ogni altra disposizione di legge o di regolamento statali incompatibili.

Le Regioni e gli enti locali, le Regioni a statuto speciale e le province di Trento e Bolzano si adeguano alle disposizioni del provvedimento entro 180 giorni dalla data della sua entrata in vigore, le prime per i profili di propria competenza, le seconde secondo i propri statuti e le relative norme di attuazione.

In sede di Conferenza permanente Stato-regioni e di Conferenza Unificata si promuoveranno intese ed accordi tra Stato e regioni al fine di disciplinare l'istituzione degli sportelli unici ed i poteri di controllo sostitutivo regionali e statali.

6. Le deleghe rimaste nel ddl Bersani, AC 2272

A corollario della nuova disciplina vengono delegati al Governo due provvedimenti rimasti nel ddl governativo, AC 2272. Uno, da adottare entro 4 mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento, per disciplinare i requisiti tecnici, di affidabilità e indipendenza necessari per l'accreditamento degli enti privati ai quali l'imprenditore può rivolgersi per far asseverare il proprio progetto, adottando le disposizioni conseguentemente necessarie in materia di norme tecniche ed enti tecnici. Nello specifico la delega dovrà: i) disciplinare gli enti tecnici accreditati da organismi nazionali o comunitari facenti parte dell'European Cooperation for Accreditation (EA) prevedendo la loro iscrizione in un elenco conservato presso il Ministero dello sviluppo economico; ii) rivedere le disposizioni che regolano i rapporti convenzionali e negoziali fra le pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti per garantire la trasparenza, la competenza e l'imparzialità necessarie in materia di norme tecniche e di accreditamento degli enti di certificazione.

La seconda delega attiene al riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali applicabili alle imprese, prevedendo che il Governo adotti decreti legislativi in materia, anche modificativi di quelli emanati in attuazione dell'articolo 5 della legge 246/2005 (legge di semplificazione per il 2005). I decreti legislativi dovranno dare attuazione ai seguenti principi: i) riordino e coordinamento delle disposizioni legislative recanti le prescrizioni e gli adempimenti procedurali che devono essere rispettati, ai sensi del ddl Bersani, ai fini della realizzazione di impianti produttivi e dello svolgimento di attività di impresa; ii) abrogazione di tutte le disposizioni statali non individuate ai sensi della lettera i). Si prevede che le Regioni e gli enti locali si adeguino ai principi della delega, quanto alla disciplina ed ai procedimenti di propria competenza, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore delle disposizioni. Le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano si adeguano nel medesimo arco temporale secondo i propri statuti e le relative norme di attuazione.

Il Governo, nelle materie di competenza esclusiva dello Stato procederà ad una raccolta organica delle norme regolamentari che disciplinano le materia anche in maniera contestuale all'adozione dei decreti legislativi.

INTERVENTI IN AULA DEI DEPUTATI DELL’ULIVO

GIANFRANCO BURCHIELLARO (Discussione generale)

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il gruppo de L'Ulivo sostiene con forte convinzione il testo all'esame dell'Assemblea. Infatti, il Governo - come, tra l'altro, promesso in quest'aula dal ministro Bersani - ha mantenuto l'impegno di presentare, successivamente alle misure di liberalizzazione per il cittadino consumatore, le proposte all'esame dell'Assemblea, sulla semplificazione e la sburocratizzazione della pubblica amministrazione.
Queste proposte sono frutto di un ampio lavoro del Governo - in particolare, dei ministri Bersani e Nicolais e del sottosegretario Bubbico -, delle Commissioni parlamentari - in particolare, la X Commissione, presieduta dal presidente Capezzone -, delle organizzazioni sociali di categoria e delle stesse forze politiche che in questi mesi hanno apportato importanti contributi al confronto e all'elaborazione della proposta all'esame dell'Assemblea.

Si è trattato di un lavoro che ha permesso un'ampia convergenza, frutto anche dell'esperienza concreta di questi anni nei comuni, nelle province e nelle regioni, riguardante la semplificazione amministrativa; uno spirito costruttivo che deve caratterizzare anche il confronto in Assemblea.
Nel merito, dopo le liberalizzazioni, che hanno dato nuova linfa alle garanzie del cittadino consumatore, va affrontato il nodo del rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. È questo un tema decisivo - dopo i positivi risultati ottenuti dal Governo sul controllo dei conti pubblici e i segnali di ripresa della nostra economia - se vogliamo trasformare, consolidare e tradurre questa situazione in una ripresa di lungo periodo.
Lo ripeto, il tema è decisivo soprattutto per un paese come il nostro, nel quale la piccola e media impresa ricopre un importante ruolo, che più di qualsiasi altro settore soffre del rapporto con la pubblica amministrazione; quest'ultima, ancora oggi e troppo spesso, è incapace di dare risposte precise in tempi certi. Tali condizioni spingono tante piccole e medie imprese, soprattutto del Nord, a cercare nuove localizzazioni in altri paesi.
Il provvedimento all'esame non conclude il quadro delle necessarie riforme; infatti altro decisivo passaggio è rappresentato dal disegno di legge sull'efficienza della pubblica amministrazione e la riduzione degli oneri burocratici, in via di definizione da parte del ministro Nicolais; attraverso di esso si tenderà a definire i tempi certi per le procedure, il risarcimento del danno e la responsabilità dei dirigenti. In questo modo, verrà completato un quadro di riforme necessarie alla modernizzazione del paese; anzi, credo che proprio il provvedimento in discussione oggi possa dare un decisivo impulso anche a quei provvedimenti in via di definizione.
Credo che per quanto riguarda la proposta di legge al nostro esame siano da sottolineare alcuni innovativi elementi. Il primo riguarda l'individuazione delle materie sottoposte a dichiarazione d'inizio attività; mi riferisco all'ulteriore riduzione - così come richiesto dal presidente Capezzone - a sette giorni lavorativi dalla data di presentazione delle domande e alla previsione di un meccanismo automatico per le attività che non richiedono ulteriori autorizzazioni urbanistiche o ambientali.
In questa proposta si registra un definitivo rovesciamento del rapporto tra cittadino, impresa e pubblica amministrazione; dalla cultura del controllo preventivo - fidarsi è bene, non fidarsi è meglio - si passa ad una pubblica amministrazione come struttura di servizio al cittadino e alle imprese, nella quale i controlli avvengono successivamente alla dichiarazione d'inizio attività: quindi ci si fida del cittadino fino a prova contraria.
Credo che solo così sia possibile liberare energie, creatività ed intraprendere iniziative, soprattutto giovanili, che purtroppo subiscono ancora l'impatto con una pubblica amministrazione lontana e vista troppo spesso come nemica, rinunciando così ad una sfida con la cultura dell'impresa.
Il secondo elemento è rappresentato dalla riorganizzazione dello sportello unico per le imprese di cui devono dotarsi, autonomamente o in forma associata, tutti i comuni; da qui, per questi ultimi l'assunzione di un impegno ad individuare le risorse necessarie da investire su questo fronte (i comuni rimangono così il front-office di tutta la pubblica amministrazione). Si esce così da una fase di sperimentazione, avviata con il bando di e-Government nel lontano 2002, facendo tesoro delle esperienze più positive avviate nel nostro paese. Quelle esperienze - oltre trecento progetti presentati e centinaia di comuni coinvolti, di cui si è fatto tesoro - hanno permesso di dimostrare concretamente che la pubblica amministrazione in questo paese è riformabile. In particolare, le esperienze più avanzate hanno consentito di ridurre di oltre l'80 per cento le procedure interne, di dare un unico interlocutore all'impresa, di ridurre del 50 per cento i tempi autorizzativi.
Le proposte di legge al nostro esame rilanciano la sfida della sburocratizzazione Pag. 9e della semplificazione anche per quelle realtà che hanno ridotto gli sportelli unici a semplici uffici di rapporto con il pubblico, rinunciando a riorganizzare le procedure interne. Se con lo sportello unico le imprese potranno contare su uno unico interlocutore della pubblica amministrazione, altri due aspetti rappresentano un salto decisivo nel rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.
Il primo di tali aspetti riguarda l'individuazione del responsabile del procedimento, che diventa l'interlocutore diretto del cittadino e dell'impresa.
Il secondo aspetto riguarda l'introduzione della conferenza dei servizi informatici; novità importante perché permette non solo la verifica in tempo reale dello stato del procedimento, ma soprattutto di intervenire sulle distorsioni che quello strumento ha conosciuto in questi anni.
La conferenza dei servizi era stata introdotta al fine di disporre di un'unica sede di confronto e di decisione tra diverse competenze istituzionali; in questi anni, però, si è registrato un uso distorto del silenzio-assenso, soprattutto da parte di uffici decentrati dello Stato, in particolare delle sovrintendenze storico-artistico-ambientali, che ha condotto per molte pratiche alla mancata espressione del parere in fase di conferenza, salvo trasformarsi spesso in parere contrario una volta conclusa la procedura, lasciando così istituzioni locali ed imprese nella più assoluta incertezza.
Anche per tale motivo, la proposta di legge in esame ha una valenza decisiva se vogliamo porci il raggiungimento di tre obiettivi fondamentali.
Il primo obiettivo è quello di trasformare la pubblica amministrazione da fattore di freno a fattore di sviluppo e di crescita dei territori e del paese.
Il secondo è diretto a rompere la contrapposizione tra crescita e tutela del territorio e dell'ambiente, che solo una programmazione concertata può dare.
Il terzo, infine, è quello di far crescere una classe dirigente nella cultura delle scelte e delle responsabilità.

FRANCO NARDUCCI (Discussione generale)
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire nel dibattito generale sulla proposta di legge in esame perché sono profondamente convinto della urgenza che essa riveste per l'economia del nostro paese, urgenza affrontata con forti propositi, come testimoniano le disposizioni di legge approvate dal Parlamento in questi ultimi anni; ma - a dire la verità - il salto di qualità con il superamento delle tante difficoltà procedurali non si è verificato. Se ne ha consapevolezza, osservando quanto hanno fatto numerosi paesi dell'Unione europea, usciti da tempo dallo stato del dibattito e più avanti dell'Italia sul piano della creazione d'impresa.
L'iniziativa imprenditoriale è il motore dell'economia - quante volte lo abbiamo sentito ripetere con enfasi - ma se essa non è sostenuta ed accompagnata da altri provvedimenti difficilmente si realizza, sopravvive e contribuisce a quello sviluppo sostenibile che deve avere forti radici territoriali.
Le buone intenzioni non bastano per promuovere l'imprenditorialità: la sburocratizzazione degli adempimenti amministrativi, a partire da quelli di competenza dello sportello unico per le attività produttive, costituisce quindi un aspetto prioritario in una visione di sviluppo dell'imprenditorialità stessa.
La proposta di legge in esame si prefigge di superare le difficoltà esistenti e di agevolare l'iniziativa nella sua fase primaria più delicata, quella dell'avvio.
In questa ottica auspichiamo fermamente che il Governo proceda ad una semplificazione a livello di regolamento consistente nelle disposizioni che vincolano l'attività dello sportello unico per le attività produttive e, di riflesso, dei cittadini che scelgono di avviare a proprio rischio un'attività economica.
Sicuramente, non sfugge a nessuno la necessità di sensibilizzare le istituzioni verso un processo risultante da intendimenti di ordine mondiale che in molti comuni non hanno trovato applicazione concreta.
Con la strategia di Lisbona del 2000 l'Unione europea guardava al proprio futuro pensando ad un sentiero di crescita basato sulla conoscenza, sulla competitività e sulla crescita dell'occupazione, inquadrando questi fattori di progresso nella logica della coesione sociale e della sostenibilità.
Con l'approvazione dell'agenda sociale adottata dal Consiglio europeo a Nizza nel dicembre 2003, pochi mesi dopo Lisbona, si è affermata la necessità di garantire a tutti l'accesso alle risorse, ai diritti, ai beni e ai servizi.
Ora noi vogliamo cogliere l'occasione offertaci da questa proposta di legge che intende snellire le procedure sullo sportello unico per le imprese in materia di dichiarazione di inizio attività per lanciare un welfare per l'impresa.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esperienza che ho maturato in Svizzera, dove risiedo da molti anni, mi insegna quanto importante sia il ruolo dei comuni nell'ottica dello sviluppo territoriale e dell'economia a rete.
I servizi offerti dallo sportello unico devono dare un adeguato sostegno a chi ha un'idea valida per realizzare il progetto rapidamente e senza le attuali pastoie burocratiche. I servizi dovrebbero essere offerti in un one stop shop system in cui il comune o i comuni consorziati rappresentano il punto centrale per la creazione di nuove imprese, per il loro insediamento, per l'interlocuzione con le aziende già operanti sul territorio e con le autorità.
Tramite lo sportello unico per l'impresa si potrebbero rendere fruibili altri servizi alle imprese, creando una sorta di filo diretto con una serie di servizi necessari alla vita e allo sviluppo dell'impresa ovvero una rete informativa integrata e sinergica.
Pertanto, alle operazioni di inizio dell'attività imprenditoriale si potrebbero affiancare altri servizi importanti: stato di avanzamento dei procedimenti amministrativi (da gestire tramite interfaccia Internet), indicazioni sulla localizzazione dell'impresa in un sistema integrato locale e globale, informazioni per l'accesso al credito e lotta all'usura, informazioni sulle possibilità già offerte dalle disposizioni vigenti, informazioni sui finanziamenti allo sviluppo, raccordo con il mercato del lavoro locale, raccordo con le competenti autorità per l'insediamento di imprese comunitarie ed extracomunitarie sul territorio italiano.
In questa ottica, lo sportello unico potrebbe giocare il significativo ruolo di acceleratore di impresa per quanti hanno un'idea o un progetto con forti potenzialità di sviluppo economico, agendo con rapidità e cognizione di causa. «Sette giorni per una nuova impresa» come titolo alla proposta di legge è veramente una idea vincente, da realizzare con le giuste soluzioni ai conflitti in materia di legislazione concorrente e diritto amministrativo, come hanno osservato le Commissioni competenti.
Si deve prendere atto, in ogni caso, dell'ottimo lavoro svolto dalla Commissione e dal presidente Capezzone. Credo sia corretta ed equilibrata la soluzione indicata per dirimere la spinosa questione dei comuni che, alla data di entrata in vigore della legge, non abbiano provveduto all'istituzione dello sportello unico.
Le giuste incompatibilità sollevate sull'affidamento al sindaco in caso di mancata istituzione dello sportello sono superate efficacemente, a mio avviso, con l'affidamento a un soggetto qualificato delegato dal sindaco stesso, fermi restando i criteri di obiettività che il Governo vorrà indicare credo attraverso un atto regolamentare.
In conclusione, signor Presidente, mi preme rimarcare che molti italiani residenti all'estero, soprattutto nei paesi limitrofi, desiderosi di investire in attività produttive nel nostro paese, hanno desistito a causa degli ostacoli burocratici e delle ricadute negative sulla competitività.Pag. 13
Con questa proposta di legge e con queste modifiche credo si compia un passo avanti significativo anche nei loro confronti.
SALVATORE TOMASELLI (Dichiarazione di voto finale)

Nell’annunciare il voto favorevole del mio gruppo, intendo evidenziare come il gruppo parlamentare dell’Ulivo abbia concorso in maniera determinante al provvedimento in materia di sportello unico e di avvio di nuove attivita` d’impresa, che oggi la Camera dei Deputati si appresta ad approvare.
Intendiamo salutare questo provvedimento come un ulteriore intervento nella direzione di quello che e` il principale obiettivo del centro sinistra al governo del paese: modernizzare l’Italia.
E quando questo lavoro incontra la collaborazione positiva dei gruppi parlamentari di opposizione non possiamo che rallegrarcene, convinti come siamo che, al di la` delle polemiche politiche, quando il lavoro e` volto all’interesse del paese si costruiscono utili punti di convergenza.
E vorrei dire al capogruppo dei Verdi che le loro preoccupazioni sono le nostre: dobbiamo finalmente affrancare il nostro paese dall’eterno dualismo tra sviluppo ed ambiente. E’ possibile perseguire una politica di sviluppo e di sostegno all’iniziativa imprenditoriale difendendo ed anzi valorizzando l’ambiente come una risorsa essenziale.
Ed in questo provvedimento, vi sono adeguati meccanismi di autotutela da parte della pubblica amministrazione che possono aiutare a perseguire tale obiettivo.

Il rapporto tra pubblica amministrazione e sistemi imprenditoriali appare da anni nel nostro paese, sempre piu` stretto. La necessita` della semplificazione amministrativa e` prioritaria per il rilancio della competitivita` delle imprese, come fattore strategico per il rilancio dell’intera economia.
Il confronto con altre nazioni ci vede in una situazione di forte svantaggio competitivo.
Il CER – Centre for European Reform – posiziona l’Italia al ventunesimo posto tra i 27 paesi dell’Unione per quanto riguarda l’attuale grado di raggiungimento degli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona, che fissa al 2010 il termine per fare dell’Unione Europea l’economia piu`
dinamica e competitiva del mondo.
L’Index of Economic Forum – indice annuale di liberta` economica – classifica l’Italia al sessantesimo posto su 157 paesi.
In Italia aprire una nuova azienda richiede piu` di 60 giorni, mentre in Francia e in Germania ne bastano circa 40.
Infine, i ritardi e le complessita` burocratiche costano al sistema produttivo italiano circa 15 miliardi di euro all’anno. E potremmo continuare.

Fondamentale e` stato il lavoro di sintesi, che mi sembra ben riuscito, tra l’iniziativa parlamentare proposta dal presidente Capezzone e sostenuta da parlamentari di molti gruppi e l’iniziativa del ministro Bersani, che oggi ci consente di approvare un provvedimento che rilancia la funzione e la strategicita` dello sportello unico nel rapporto tra pubblica amministrazione e imprese, specie in relazione all’apertura di nuove attivita` e/o iniziative imprenditoriali. E a tal proposito voglio
ringraziare il sottosegretario Bubbico, a nome del gruppo dell’Ulivo, per l’impegno profuso in queste settimane.
Decisiva e` la spinta verso un ricorso piu` organico e strutturale all’utilizzo della modalita`
telematica di trasmissione degli atti e di svolgimento degli iter istruttori, un elemento determinante verso un utilizzo sempre piu` massiccio delle tecnologie informatiche da parte della pubblica amministrazione.
Il ricorso diffuso dell’autocertificazione non e` solo un atto di responsabilizzazione degli operatori economici e dei loro tecnici che contribuisce ad un alleggerimento degli oneri istruttori a carico degli uffici pubblici, ma si configura come un vero e proprio salto di qualita` e di innovazione
culturale nei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini.
Si richiama, infine, l’estensione e lo snellimento dell’utilizzo delle conferenze di servizi e la previsione di una decisiva e feconda collaborazione tra sportelli unici, camere di commercio e associazioni imprenditoriali.

Il gruppo dell’Ulivo saluta questo provvedimento come un atto di fiducia verso gli operatori economici ed il sistema delle imprese, che per anni hanno condotto sacrosante battaglie per uno Stato amico ed una burocrazia partner anziche´ ostacolo, affinche´ colgano questa opportunita`
di semplificazione dentro una fase di ripresa economica del paese, nonche´ verso la pubblica amministrazione, e i funzionari pubblici, troppo spesso raffigurati come lenti o, peggio, « fannulloni », i quali possono trovare nuove motivazioni ed essere maggiormente impegnati nel processo di responsabilizzazione della pubblica amministrazione e di semplificazione dei procedimenti.
Un ulteriore contributo verso il processo di modernizzazione del paese, da conseguire con politiche di rafforzamento della crescita gia` in atto, di ampliamento delle opportunita` e di maggiore concorrenza: e` questo l’impegno perseguito dal Governo e dalla maggioranza di centrosinistra
che l’Ulivo convintamente intende continuare a promuovere e sostenere, anche con il voto favorevole a questo provvedimento.

VOTAZIONE FINALE ED APPROVAZIONE – A.C. 1428-A ed abbinata

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione finale. Indico la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1428-A, di cui si e` teste´ concluso l’esame.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione della proposta di legge con il seguente nuovo titolo:

« Modifiche alla normativa sullo sportello unico per le imprese e disciplina dell’avvio dell’attivita` di impresa. » (1428-A):

la Camera approva (vedi votazioni).
(Presenti ............................. 430
Votanti ............................... 408
Astenuti .............................. 22
Maggioranza ..................... 205
Hanno votato si ...... 392
Hanno votato no .. 16).

"Sette giorni per aprire un impresa e sette mesi per poi chiuderla", con questo carico fiscale e questo costo del lavoro, ragazzi, bando agli entusiasmi, la realtà, oggi, per chi apre un impresa è questa, purtroppo!!
Daniele

Nemmeno questa ti va bene...