Una questione troppo delicata per lasciarla in mano ai partiti. Il Capezzone-pensiero riprende il suo spazio nel momento in cui si lancia la campagna di raccolta-firme per il referendum abrogativo delle legge elettorale. Il fischio d'inizio sarà questo martedì, alle 11, in piazza San Giacomo, avvio ufficiale per l'operazione promossa dal Comitato radicali friulani in tutto il territorio regionale. Sarà poi, questo fine settimana, la volta di Pordenone. In ballo c'è il diritto dei cittadini a dare uno scossone all'immobilismo partitico, secondo quanto ha dichiarato a Udine. Non ha il minimo dubbio Capezzone sulla strategia snocciolata al bar Caucig: «La base deve muoversi: ci sono già troppe manovre attivate per far saltare la raccolta firme». Un esempio? Il fatto che ci sia qualcuno in procinto di azionare il pulsante per fare pressing sull'astensionismo o altri che vogliono cestinare a priori la raccolta, prima ancora che si raccolga una sola firma. Tutto questo lascia propendere per una lettura univoca, secondo Capezzone: «I partiti temono l'iniziativa, e per noi questa è una ragione per andare avanti». Gli occhi di tutti, compresi quelli di Gianfranco Leonarduzzi e Stefano Santarossa, sono puntati verso il governatore Illy: «Auspichiamo un lavoro trasversale», hanno formulato l'invito, facendo riferimento alla mano tesa, almeno in linea di principio, da Illy. Il punto di partenza resta l'inaffidabilità partitica, per Capezzone: «Dal dibattito fra i partiti non uscirà una soluzione avanzata; del resto il premier Prodi ha addirittura ipotizzato delle assurdità tipo lo sbarramento a rate». E per Leonarduzzi è l'ora di abbattere un Moloch che opprime i cittadini.