Votata la mozione di Boselli, ma con una “deroga” locale. Dario: avanti così
UDINE. Chiudono le porte al costituendo Partito democratico sul fronte nazionale ma aprono a una mediazione a livello regionale. Ieri a Udine, all’hotel La di Moret, il quinto congresso regionale dello Sdi ha approvato la mozione del segretario nazionale, Enrico Boselli, che di fatto esclude la partecipazione dei Socialisti democratici italiani al Partito democratico. Ma allo stesso tempo è stato esaminato un documento presentato dal direttivo provinciale di Udine e dalla federazione di Gorizia che impegna a livello locale a non escludere l’ipotesi del Pd.
Una parziale apertura che evita almeno in Friuli Venezia Giulia un no secco al partito unico. Soluzione questa che ha escluso rotture interne e che, al contrario, ha dato unità al partito. Rotture che vedevano fra gli esponenti di prima linea il consigliere provinciale udinese Giordano Menis, che ha spiegato «di non voler rompere, ma di cercare una mediazione – ha detto – per la linea locale».
«Volevamo far passare una posizione di mediazione rispetto al Pd a livello locale – commenta Giordano Menis, tra i firmatari del documento – e ci siamo riusciti senza creare rotture, anzi dando ancora più solidità al partito». Quanto alla mozione Boselli è stata approvata da una larghissima maggioranza, così come auspicava il segretario regionale, Alessandro Dario. Che definisce il Pd «un contenitore dove si stanno unendo solo due forze politiche e nulla di più. In pratica si sta realizzando il connubio di due burocrazie di partito. In questo modo il Pd già nasce vecchio perché non unisce la gente ma i partiti». E inoltre, continua Dario, ci sarebbero mancanze come «una vera strategia politica. Si vuole creare un partito egemone per il comando. Noi, invece, vogliamo mantenere l’identità del socialismo europeo, cosa che i Ds non fanno». Tra le colonne alla base dell’ideologia dei socialisti resta l’affermazione di uno stato laico, con priorità sul mondo del lavoro, della scuola, ma anche della casa con le agevolazioni su affitto e acquisto e evasione fiscale.
«Siamo stati costretti ad entrare nella Rosa del pugno per colpa di Rutelli e se oggi possiamo dire – ha aggiunto Dario – che il progetto è fallito è per l’avvicinamento di Rutelli alla chiesa.
Per quanto riguarda la situazione regionale Dario fa sapere che «manterremo le posizioni di Intesa democratica», la coalizione che sostiene il presidente Riccardo Illy. Quanto alle comunali del 2008 a Udine, invece, commenta: «Quello che si sta portando avanti a Udine per la scelta del sindaco non è il metodo giusto – dice –. Deve essere il cittadino a decidere chi governerà la città». I socialisti dello Sdi si preparano, dunque, al congresso nazionale di Fiuggi a metà aprile, dove sarà messa ai voti proprio la mozione del segretario Boselli, approvata a Udine con il 98% dei voti, su 112 delegati. «Sono soddisfatto di come è andata – conclude Dario – con soli due astenuti siamo riusciti ad ottenere il risultato sperato».