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LA RIFORMA DEL TATARELLUM - Legge elettorale, no della Cdl

Testo: 

Salta il patto bipartisan proposto da Illy, verso un accordo di maggioranza

Intesa cerca i 31 voti necessari per l’approvazione delle nuove regole del voto Cittadini verso il via libera, ma sfuma il quorum dei due terzi anti-referendum

TRIESTE. No della Cdl alle larghe intese sulla legge elettorale; i Cittadini, invece, hanno rimandato a oggi la decisione definitiva.
La strada per l’approvazione delle legge elettorale ieri pomeriggio pareva spianata e i 31 voti necessari – dentro Intesa democratica – messi al sicuro. La maggioranza nel pomeriggio, dopo una giornata frenetica di trattive nel salottino dei passi perduti del consiglio regionale, manifestava sicurezza. A dare coraggio al lavoro di “tessitura” del capogruppo dei Ds Mauro Travanut era arrivato anche il presidente della Giunta regionale Riccardo Illy. Ma in serata i Cittadini di Bruno Malattia hanno fatto sapere, durante un vertice dei capigruppo di maggioranza, di aver rinviato a oggi la decisione sull’approvazione dell’articolato.
«Auspicavamo un accordo bipartisan con il centrodestra e soglie di sbarramento più significative», ha commentato Malattia. Sullo sbarramento al 4% per la coalizione tutti sembravano convergere. Sembrava piacere anche la proposta di portare all’1,5% (anzichè all’1,4 e cassando anche la proposta avanzata dell’1,7%) lo sbarramento per le liste nella coalizione, togliendo però la possibilità di apparentamenti. «Vedremo oggi», dice il capogruppo dei Cittadini. «L’articolo 3 sull’ineleggibilità e sui mandati è stato fatto slittare, valuteremo se ci saranno passi in avanti anche sui mandati per i consiglieri; alla luce di questo decideremo se dare l’assenso alla legge anche con soglie di sbarramento più basse», conclude. In questo caso i voti ci sarebbero, ma non il quorum dei due terzi per blindare la legge da un eventuale referendum.
L’accordo all’interno di Intesa democratica sembrava sancito nel pomeriggio. I gruppi avevano deciso di sospendere i lavori per mezz’ora per un ulteriore confronto sulle questioni ancora aperte. Ma la proposta di Travanut – intervenuto durante le repliche - è stata subito frenata da Isidoro Gottardo (Fi). «Non parteciperemo ad alcun incontro se non c’è la disponibilità a innalzare lo sbarramento di coalizione», ha ghiacciato gli entusiasmi il forzista. «Se dimostrate questa apertura va bene, altrimenti una legge così votatevela. È pessima, il risultato dei vostri papocchi», ha concluso. Udc, Lega, An, e Ipr di Alessandra Battellino hanno invece scelto il confronto. All’uscita Molinaro (Udc) commenta: «Loro dicono di avere i numeri, quindi votino la legge. Giudichiamo positivo se la rappresentanza della minoranza passa dal 35 al 40% dei consiglieri; invece, sul voto disgiunto non vogliono trattare». «Dal voto disgiunto in poi sono diversi i motivi per non votare questa legge del centrosinistra», è il commento di Alessandra Guerra (Lega).
«Si può ancora affinare il documento per arrivare a dare risposte a diverse esigenze», commenta Travanut, impegnato in continui colloqui. «Non è intenzione soffocare nessuno, perchè sappiamo che anche Intesa democratica è una sommatoria di diverse rappresentanze. L’obiettivo invece è garantire la governabilità», specifica.
«Ci siamo confrontati e pare che alcune proposte siano state apprezzate dalla minoranza, anche se ha deciso di non votare la legge», sono invece le parole di Cristiano Degano (Margherita). E il riferimento ai miglioramenti graditi dai partiti minori della Cdl riguarda lo sbarramento all’1,5% per le liste all’interno della coalizione. Oggi, alle 10, riparte la discussione e prosegue il voto in aula. La giornata sarà decisiva.

Data: 
Giovedì, 1 March, 2007
Autore: 
PAOLO MOSANGHINI
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Regione
Stampa e regime: 
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