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«Poca differenziata, raccolta da rivedere»

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San Quirino, l’opposizione propone un’alternativa. Il sindaco: verificheremo

SAN QUIRINO. Le basse percentuali di differenziazione registrate nel Comune di San Quirino, che rispecchiano i dati provinciali, sono state analizzate durante la seduta di consiglio dello scorso lunedì.
Tra i punti all’ordine del giorno c’era l’adeguamento del regolamento della tassa per i rifiuti. L’occasione è stata colta dal gruppo dell’Unione per proporre delle modifiche da apportare al sistema di raccolta dei rifiuti attraverso un esempio tangibile e documentato che è quello del Comune di Montebelluna, in provincia di Belluno. Da quando questo comune veneto ha cominciato a utilizzare un sistema di raccolta porta a porta, la raccolta differenziata nel giro di un paio d’anni è schizzata dal 49,6 per cento al 78,6.
«Questi dati – ha spiegato il capogruppo dell’Unione Stefano Santarossa – sono il risultato di una modifica graduale e oculata della metodologia di raccolta rifiuti che vorrei proporre anche per il Comune di San Quirino». A questa proposta è stata data una risposta possibilista dall’amministrazione, che si è presa l’incarico di verificarne la fattibilità. Santarossa ha, inoltre, chiesto la verifica della possibilità di realizzare una campagna informativa tale da spiegare ai cittadini le metodologie per la differenziazione dei rifiuti. «Ci rendiamo conto – ha affermato il consigliere – che questo tipo di sistema richiede maggiore responsabilità ai cittadini, ma il risultato porterebbe un risparmio economico per tutti».
Ritornando ai dati di Montebelluna, il risparmio ammonta a quasi 500 mila euro, il che, rapportato a una famiglia media con quattro componenti, si traduce in un risparmio nella bolletta di circa il 17 per cento annuo. Una maggiore differenziazione farebbe venire meno anche la necessità di realizzare il termovalorizzatore ad Aviano, progetto di cui il gruppo dell’Unione per San Quirino ha sempre manifestato assoluta contrarietà. «Se la quantità di rifiuto riciclato aumentasse – ha spiegato Santarossa – non ci sarebbe più la necessità di porre in essere un termovalorizzatore, in quanto la quantità prodotta non motiverebbe più l’esigenza per la nostra provincia di una tale tecnologia». La disponibilità dimostrata dal sindaco di studiarne la fattibilità ha soddisfatto il consigliere di opposizione.

Data: 
Giovedì, 22 February, 2007
Autore: 
(l.v.)
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Pordenone
Stampa e regime: 
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