«Piú che la buona gestione sembra contare la volontà di collocare persone gradite nei consigli»
Annunciata un’ispezione della Gdf a un ente di prestigio per clientelismo
Il procuratore De Luca contesta gli enti pubblici per i troppi servizi affidati all’esterno «Acqua, energia, meglio le municipalizzate». Sul Comparto unico resta la vigilanza
TRIESTE. Indagini a tutto campo sugli enti e le società partecipate, e massima attenzione sulle nomine di dirigenti e collaboratori esterni. Sono queste le nuove frontiere dell’attività investigativa della Corte dei conti, che ieri a Trieste, nella sede della Camera di commercio, ha celebrato l’apertura dell’anno giudiziario.
Il procuratore generale della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, Giovanni De Luca, ha tracciato un bilancio dell’anno di attività del suo ufficio, che ha ridotto i fascicoli giacenti (1204) nonostante l’aumento delle denunce (788), e raddoppiato gli atti depositati, e ha indicato i nuovi settori d’indagine per la Procura regionale.
In primo piano le nomine di dirigenti avvenute senza concorso, ma soprattutto i controlli sulle società partecipate, un settore nuovo, ma che, ha detto De Luca, potrebbe essere «la nuova frontiera delle spreco pubblico». La prassi di affidare a società esterne determinate attività, ha detto il magistrato, lascia pensare che si tratti di un fenomeno dovuto «più dalla volontà di collocare persone gradite, consiglieri di amministrazione, presidenti e dipendenti, che da necessità gestionali». Un quadro preoccupante, e dipinto senza troppi giri di parole dal procuratore De Luca, che ha portato esempi concreti: servizi meno efficienti (energia, acqua) dopo essere stati affidati ad aziende municipalizzate esterne; fallimenti di società pubbliche dopo pochi anni di attività; perdite patrimoniali ingenti. De Luca ha anche citato il caso di un «ente di grande prestigio, giusto vanto di questa regione, che riceverà nei prossimi giorni la visita di militari della Guardia di Finanza per una serie di irregolarità di carattere clientelare oltre che produttive di danni del suo patrimonio». Di più per ora non sia sa, ma l’ente in questione non sarebbe un’amministrazione locale, e si troverebbe in provincia di Trieste.
Il secondo fronte sono le assunzioni di dirigenti e collaboratori a contratto, «senza alcuna selezione e spesso senza altri titoli che la sponsorizzazione di qualcuno». Un fenomeno che, ha detto De Luca, è diventato così rilevante da costituire ben il 25 per cento di un importante ente locale» (la provincia di Trieste): una “prassi generalizzata” che ha impedito di ridurre la spesa corrente del personale, e chiuso le porte della pubblica amministrazione a candidati più meritevoli.
A riguardo fra poco si concluderanno due inchieste avviate sulle nomine di dirigenti, fra gli altri quelli dell’Arpa, assunti senza concorso, ma la verifica riguarderà un po’ tutte le nomine di dirigenti fatte in regione.
Un altro capitolo è quello del Comparto unico: la Procura ha ormai terminato l’istruttoria sulla sottoscrizione del contratto collettivo dei dipendenti regionali 2000-2001 (di cui riferiamo anche in altro servizio), un accordo non certificato dalla Corte, ma applicato comunque dalla giunta Tondo: un caso che ha coinvolto 10 persone, fra le quali membri della giunta di allora, e avrebbe causato un danno di 15 milioni di euro.
Anche riguardo il recente contratto che ha concluso il percorso del Comparto unico, la Procura ha annunciato di voler verificare «che si realizzino gli effetti in termini di efficacia e di efficienza dell’azione amministrativa che tutti si aspettano dall’ingente investimento finanziario».
La cerimonia, ha visto anche la relazione del presidente della Sezione Giurisdizionale regionale della Corte, Maurizio Belli, che ha tracciato il quadro dell’attività della sezione, sottolineando come nel 2006 le sentenze di condanna emanate abbiano stabilito l’obbligo di risarcimenti alle Amministrazioni pubbliche danneggiate per un importo complessivo di un milione e 269 mila euro. Nell’anno appena concluso la Corte è riuscita a raddoppiare i giudizi di responsabilità amministrativa, passati da 30 a 63. Un dato che testimonia, oltre che l’efficienza della Corte, anche la richiesta «di una maggiore attenzione per il livello della legittimità amministrativa in regione».