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Prodi: "Mai la forca". Pannella: "Vado in Iraq"

Testo: 

Il leghista Calderoli e un deputato di An unici favorevoli tra i politici italiani

ROMA
«Ferma contrarietà del governo italiano, e mia personale, alla condanna a morte di Saddam Hussein». Romano Prodi esce allo scoperto dopo il Consiglio dei ministri di ieri, sollecitato da più parti a intervenire contro l’esecuzione di Saddam. «Pur senza voler sminuire i crimini di cui si è macchiato l’ex rais, e la ferocia con cui ha gestito il potere durante il regime, e pur nel rispetto dell’autonomia e della legittimità delle istituzioni irachene - aggiunge Prodi.- L’Italia è contraria alla pena capitale, sempre e comunque. E’un principio generale che ho ribadito con fermezza anche davanti alle Nazioni Unite». Il premier «si è impegnato a ritornare sul tema oggi nella conferenza stampa di fine anno per chiarire quanto il governo può intervenire a livello diplomatico», riferisce il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio.

In ogni caso, che quella di Prodi sia una posizione bipartisan lo dimostra il coro pressoché unanime delle dichiarazioni che arrivano dal centrodestra come dal centrosinistra, dove in tanti aderiscono idealmente allo sciopero della fame e della sete di Marco Pannella e vorrebbero che il governo si attivi e prema sul governo iracheno. Il leader storico dei radicali ha chiesto per primo che il governo italiano si impegni «subito e seriamente per scongiurare l’esecuzione immediata di Saddam», vuole che sostenga la mobilitazione non violenta di “Nessuno tocchi Caino

Data: 
Giovedì, 28 December, 2006
Autore: 
MARIA GRAZIA BRUZZONE
Fonte: 
LA STAMPA
Stampa e regime: 
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