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Mario Riccio: «Nessuna eutanasia. E non c´è bisogno di nuove leggi»

Testo: 

«Era sereno Welby mercoledì sera, sono sereno io adesso: non è stata eutanasia - anche se era questo, questa parola che lui usava e voleva - ma solo una sedazione praticata mentre toglievo il respiratore. Nel pieno rispetto della legge». Mario Riccio è l´anestesista che ha staccato la spina. Quello che in molti hanno definito «dottor morte». «So che c´è chi ha pure chiesto che mi arrestassero... Non scherziamo. Sono 15 anni che mi occupo di bioetica, interrompere la ventilazione e sedare è assolutamente nel campo della legalità. Quando mi hanno chiamato quelli dell´associazione Coscioni mi sono detto: non puoi non mettere in atto praticamente ciò di cui sei convinto. Allora sono venuto a Roma».

Dottore, cosa è successo in quella stanza?
«Una cosa molto semplice. Ho praticato una sedazione venosa mentre stubavo Piergiorgio. Ho fatto le due operazioni contestualmente. Il professor D´Agostino, ex presidente della Consulta di bioetica e medico cattolico, ha sostenuto che prima stubare e poi sedare sarebbe stata una pratica ammissibile. Ma se anche un solo secondo Welby avesse sofferto?».

Ma lei ha agito, ha avuto un comportamento attivo. Perchè non è eutanasia? Perchè sostiene di non aver contravvenuto al nuovo codice deontologico dei medici che all´art. 17 prescrive che "il medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte"?
«Perchè avrei dovuto somministrare un farmaco che portasse alla morte, ad esempio potassio cloruro. Oppure dare una sostanza paralizzante... Invece non c´è stata alcuna volontà eutanasica. E la conferma è che di eutanasia, adesso che della questione si sta finalmente dibattendo con un po´ di cognizione di causa in più, nessuno parla più seriamente, a parte qualche oltranzista».

Lei cosa richia per aver sedato Welby?
«Lo devono decidere altri, io so di essermi mosso nel pieno rispetto delle regole. Ed è quello che ho raccontato ai magistrati. Adesso aspettiamo l´autopsia di Welby, soprattutto per quanto riguarda i valori tossicologici».

In Italia esiste un buco legislativo su questi temi?
«No. Vede, che esista il diritto del paziente a rifiutare le cure lo ha detto la sentenza del tribunale di Roma. In maniera assoluta lo riconosce la Costituzione, lo riconoscono le sentenze della Cassazione, lo riconosce il codice deontologico dei medici e pure la Convenzione di Oviedo. Certo, si dice che non si riesce ad imporre al medico di andare a staccare la spina, ma io credo dipenda più da un caos tra organi competenti che da un vuoto di legge».

Esiste l´eutanasia clandestina?
«Io credo che con il no all´inchiesta conoscitiva del Parlamento si è persa una grande occasione. Non tanto per l´eutanasia, quanto per quel che si chiama "pianificazione della cura". È quel che succede nelle aree critiche di molti ospedali: la dialisi, la respirazione meccanica sono trattamenti che insieme al paziente vengono decisi per un termine di tempo determinato. Se non va... ».

E il testamento biologico?
«No, questa è un´altra cosa. Che ci sia un problema lo spiego ricordando come la legge sulla donazione degli organi del ‘99 non è ancora stata attuata. Che significa? Che le donazioni di organi naturalmente si fanno, ma che è salvo il diniego del conuige o dei parenti... ».

Data: 
Mercoledì, 27 December, 2006
Autore: 
Edoardo Novella
Fonte: 
L'UNITA'
Stampa e regime: 
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