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«Non c'è solo l'art.18». I Radicali questa volta formano un comitato contro il referendum

Testo: 

Garbata polemica anche con Renzulli sull'eredità di Moro, La Malfa, Nenni e Saragat
Pressacco: la Margherita punta sul ddl Treu-Amato

UDINE. La rivendicazione da parte del leader del Terzo Ppolo Gabriele Renzulli dell'eredità riformista di personaggi come Moro, La Malfa, Nenni e Saragat non è piaciuta alla Margherita, che - tramite il suo portavoce regionale Flavio Pressacco - la rivendica anche per sè e a maggior ragione «in quanto schierata nel centro-sinistra». In quanto al referendum sull'articolo 18 la Margherita sottolinea che, oltre a dire no, bisogna trovare una solzuione per i lavoratori privi di tutela.
La Margherita regionale in merito al referendum sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è in perfetta sintonia con quella nazionale, che è di contrarietà ma ribadisce che bisogna trovare una soluzione al problema di quanti sono privi di un'adeguata tutela». Lo ha fatto sapere il portavoce Flavio Pressacco.
«E tale soluzione - ha continuato - si può trovare partendo dal disegno di legge Treu-Amato, che prevede tutta una serie di ammortizzatori sociali. L'estensione dell'articolo 18 a tutte le aziende causerebbe un irrigidimento normativo, impossibile da accogliere da parte delle piccole imprese dell'artigianato e quindi va respinta. Ma questo non significa che non si possa e non si debba pensare a quanti sono al di fuori di ogni minima tutela». «Niente comitati per il no - ha proseguito Pressacco - ma diffonderemo l'idea che ci battiamo affinchè sia preso in esame questo progetto di legge Treu-Amato che il governo sembra cinicamente non voler discutere per provocare divisioni (che non ci sono) nella sinistra riformista e nel centro-sinistra. Penso che anche Rifondazione comunista sia interessata a un'azione che porti a soluzioni concrete a favore dei lavoratori non tutelati».
Pressacco replica poi al leader del Terzo polo Gabriele Renzulli. «Anche la Margherita si sente erede a pieno titolo di uomini come Moro, La Malfa, Nenni e Saragat. Siamo lieti che questo sia l'orizzonte programmatico del Terzo polo. Ma noi siamo collegati a un movimento di portata nazionale che dà più forza alle istanze di quanto possano fare formazioni locali; d'altro lato ai soggetti cui si richiama Renzulli ci richiamiamo anche noi, ma stando trasparentemente collocati in un orizzonte di centro-sinistra».
I radicali da parte loro hanno già aperto le adesioni al Comitato per il no: lo annuncia Stefano Santarossa, segretario di Radicali friulani. «I radicali saranno in prima linea nella campagna referendaria promossa da Verdi e Rifondazione comunista. Questa volta si sono costituiti in comitato per il no. Si stanno costituendo nuclei di persone che si attiveranno perché i cittadini possano conoscere fino in fondo i quesiti e i temi dell'iniziativa referendaria, e perché sia assicurato il diritto a "conoscere per deliberare" troppe volte sottratto agli elettori italiani. E siamo certi del fatto che, a queste condizioni, il No stravincerà». Si può aderire all'iniziativa radicale anche via e-mail, scrivendo all'indirizzo comitato@radicalifriulani.it.
A favore del sì si schiera invece il Partito Umanista. «Votare sì - si legge in una nota - significa eliminare una norma discriminatoria che ha sempre diviso gli italiani in lavoratori di serie A e lavoratori di serie B».

Data: 
Lunedì, 20 January, 2003
Autore: 
Fonte: 
MESSAGGERO VENETO - Regione
Stampa e regime: 
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