Civiche e Comitati sono indecisi
Pordenone
Quella che era stata una partenza il salita rischia addirittura di bloccarsi. Il Partito Democratico in provincia di Pordenone non riesce a decollare, anzi, a fronte di un piccolo passo in avanti, ce ne sono da registrare almeno una decina indietro e - cosa non da poco - non è passata inosservata l'assenza dei "cespugli". Aggiungendo il fatto che Civiche e Comitati sono ancora indecisi su cosa fare, il quadro è sufficientemente chiaro per poter affermare che la strada è ancora lunga. Se da un lato, infatti, la volontà di Ds e Margherita di dare vita in provincia almeno all'inizio del percorso, seppur con tutte le difficoltà interne ai due partiti, appare evidente che a franare è stata l'intesa con gli altri soggetti dell'Unione. L'esempio lampante arriva dalla conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi. Un incontro che è servito - almeno secondo gli altri partner politici - solo a generare confusione e a gettare ulteriore distanza dall'obiettivo. Anilo Castellarin dell'Italia dei Valori non ha dubbi. «Nessuno ci ha invitato a quella conferenza. Quasi certamente ci saremmo andati. Quello che però ci ha dato fastidio è il fatto che da Ds e Margherita si sia insinuato che esistono problemi interni al nostro movimento. Se è vero che nell'Italia dei Valori si è aperto un dibattito è altrettanto vero che dichiarazioni di quel tipo sono inaccettabili. Per quanto mi riguarda penso invece che Ds e Margherita abbiano l'intenzione di essere i soggetti egemoni del Partito Democratico e in quest'ottica evitino di coinvolgere gli altri. Ma se questi sono i presupposti - conclude Castellarin - siamo ben distanti dalle dichiarazioni di principio che si sentivano mesi fa».
La stessa sorte (nessun invito) è capitata anche allo Sdi. «Non sapevamo neppure dell'incontro - taglia corto Rosanna Rovere della segreteria regionale - ovviamente perchè a noi nessuno ha detto nulla. Per la verità siamo rimasti stupiti perchè sicuramente ci saremmo seduti a quel tavolo. È stato un atteggiamento che non abbiamo capito e che non depone certo per un percorso lineare verso il nuovo soggetto politico». Ma per lo Sdi c'è anche un altro problema: si è definitivamente concluso l'idillio con i Radicali. La Rosa nel Pugno perde i petali, dunque, perchè Santarossa e gli altri rappresentanti del movimento non hanno accettato di "mettere su famiglia" con lo Sdi. Nessun partito comune, poca voglia di concedere il simbolo per le prossime amministrative e difficoltà ad assoggettarsi alle regole che un partito organico impone.
Una marea di scontenti lungo la strada che porta al partito Democratico che si somma alle diatribe interne che stanno lacerando i Ds. Non che in casa della Margherita non ci siano problemi da gestire, ma in questo momento è la Quercia maggiormente esposta. I risultati emersi dalle consultazioni nelle varie sezioni della provincia hanno indicato che non c'è tutta quella grande smania di annacquarsi in un unico soggetto perdendo l'identità. La posizione è minoritaria, ma il rischio è di perdere una percentuale consistente di iscritti. Cosa che i Ds non possono permettersi. Non solo. Lentezze e contraddizioni a livello regionale non giovano "alla causa". Un aiuto arriva da San Vito dove la nomina a segretario cittadino di Salvatore Bruscia potrebbe portare ad una accelerata. Per ora, però, è ancora troppo poco.